Raoul Bova rischia il carcere: l’attore sta ancora aspettando il verdetto relativo alla sua richiesta di appello, con la quale ha tentato di ribaltare una condanna a un anno e sei mesi di reclusione per una dichiarazione fraudolenta che gli aveva consentito di evadere 600 mila euro tra il 2005 e il 2010. Ma i suoi problemi con il fisco non finiscono qui: la star si trova ora costretta a fronteggiare un nuovo procedimento penale per lo stesso reato, una “dichiarazione fraudolenta mediante artifici” per un valore di 400mila euro.
Secondo quanto riferito da Repubblica, l’accusa ritiene che Bova, oggi 51enne, è responsabile del trasferimento di una serie di costi alla società che gestisce la sua immagine (la Sanmarco srl, di cui è socio all’80%), pagando nel 2011 un’aliquota più bassa. “Nella dichiarazione dei redditi“, secondo quanto afferma la Procura, “sono stati indicati elementi attivi per un ammontare inferiore a quelli effettivi ed elementi passivi fittizi“.
Sempre secondo l’accusa, l’attore sarebbe anche responsabile di un’evasione Irpef pari a 417 mila euro. A proposito di questa vecchia condanna per evasione fiscale, risalente al 2017, Bova aveva scritto all’ex pubblico ministero Luca Palamara: “Ti prego di indagare su questa sentenza, la trovo un’ingiustizia senza precedente. Tutti assolti tranne me“.
Ma i problemi con riguardano soltanto il fisco: Raoul Bova sarà presto costretto ad affrontare anche un altro processo; l’attore, nel 2019, è stato accusato di violenza privata, minacce e lesioni per aver aggredito un automobilista dopo che quest’ultimo avrebbe quasi investito la sua compagna Rocío Muñoz Morales mentre la coppia si trovava all’interno di un parcheggio.