Lo stilista Roberto Cavalli, morto oggi 12 aprile 2024 all’età di 83 anni in seguito ad una lunga malattia che non è stata specificata, qualche anno fa aveva svelato in un’intervista quale tra gli abiti da lui disegnati, considerava il più bello e prestigioso: “Un abito con la testa di tigre che feci indossare a Cindy Crawford che scese da Trinità di Monti, in piazza di Spagna, era bellissimo e mi rappresentava” – raccontò lo stilista fiorentino, riferendosi alla sfilata del 2000, per Donna sotto le Stelle – “Perché parlava di natura come le foto dei miei fiori e dei miei animali. Che poi tanti hanno copiato. Ma a me è bastato essere stato il primo”
Nella stessa intervista al Corriere della Sera, rilasciata in piena pandemia, Cavalli aveva svelato le scelte artistiche di cui si era pentito, glissando un po’ sui dettagli, forse per pudore: “Forse farei sparire una sfilata, facciamo due… Quali? Non ricordo la stagione, ma erano fatte di abiti inutili.” Con grande sincerità Cavalli aveva sottolineato anche che buona parte delle scelte professionali sbagliate erano tutte concentrate nell’ultimo anno di attività “quando ho cominciato a far entrare persone sbagliate, ma non era colpa mia. E neppure di Eva, ma quelle collaborazioni hanno sciupato tutto”.
Eva Maria Düringer è la seconda moglie di Cavalli, sposata nel 1980, e poi diventata suo braccio destro. Ed è anche la madre di tre dei sei figli dello stilista, Robert, Rachele e Daniele. Gli altri sono Tommaso e Cristiana, nati dal primo matrimonio con Silvana e poi l’ultimo Giorgio, nato nel 2023 dalla relazione con la sua ultima compagna, Sandra Bergman Nilsonn, ex miss svedese di 45 anni più giovane. Al suo ultimogenito, Cavalli aveva dato lo stesso nome di suo padre, ucciso dai nazisti nel 1944. durante un rastrellamento a Cavriglia. Alla sua compagna Sandra invece, qualche anno prima della nascita del bambino, aveva regalato l’intera isola di Stora Rullingen, al largo della Svezia.
Il celebre stilista aveva ceduto il suo marchio da tempo, ma in una delle sue ultime interviste aveva spiegato che di fatto non si era mai fermato e continuava a lavorare, seppure su altri fronti creativi.