Lo scrittore e giornalista Roberto Saviano dovrà recarsi in tribunale a Roma martedì (15 novembre) per la prima udienza in un processo per diffamazione promosso contro di lui dal primo ministro Giorgia Meloni. Il caso è legato a un incidente avvenuto prima che Meloni prendesse le redini del governo.
Meloni ha citato in giudizio Saviano per i commenti che aveva fatto alla trasmissione di attualità Piazza Pulita nel dicembre 2020, durante una discussione sul fenomeno dei richiedenti asilo sulle coste tramite piccole barche, in cui la chiamava una “bastarda” per la sua durezza nel tema migranti. Il giudice incaricato di un’indagine preliminare sul caso, ha dato il via libera al processo.
Saviano è meglio conosciuto a livello internazionale per il suo lavoro investigativo del 2006 Gomorra, sul gruppo criminale organizzato della Camorra. Il libro ha alimentato le ire dei boss del crimine e ha portato a numerose minacce di morte, con il risultato che a Saviano è stato messo sotto scorta.
Il regista italiano Matteo Garrone ha adattato il libro in un film, vincendo il Gran Premio della Giuria a Cannes nel 2008. Il libro ha anche costituito la base per la serie di sei stagioni Gomorra, prodotta da Sky Italia, Fandango, Cattleya e Beta e con la regia di Stefano Sollima, Francesca Comencini e Claudio Cupellini.
Saviano nel 2020, era intervenuto nel programma televisivo Piazzapulita nei giorni in cui era montata la polemica e l’indignazione sulla morte di un bambino di sei mesi, originario della Guinea, annegato nel Mediterraneo nel novembre del 2020. Il neonato era su una nave insieme a 111 migranti, salvati da un’imbarcazione dell’Ong Open Arms. Il piccolo, nonostante il salvataggio, è morto prima di raggiungere le coste di Malta dove avrebbe dovuto ricevere cure mediche.
Parlando del bambino morto e di sua madre, Saviano si è scagliato contro Giorgia Meloni e Matteo Salvini dicendo: “Ricordate tutte quelle sciocchezze che si dicevano sulle Ong, sul fatto che fossero ‘taxi marittimi’, ‘crociere’. Tutto ciò che mi viene in mente sono bastardi. A Meloni, a Salvini, bastardi, come avete potuto? Come è stato possibile descrivere tutto questo dolore in quel modo?”
Roberto Saviano non fa un passo indietro per i suoi commenti nonostante l’imminente processo e ha continuato a sollevare dure critiche contro Meloni e il suo nuovo governo, condannando recentemente le sue politiche sull’immigrazione e la sua recente promulgazione di una legge che mette in vigore pene detentive fino a sei anni per gli organizzatori di rave illegali.
In una recente intervista all’emittente radiofonica romana Radio Capital, Saviano ha rivelato che Salvini e anche il nuovo ministro della Cultura Gennaro Sangiuliano avevano sporto denuncia per diffamazione nei suoi confronti. Ha suggerito che stavano prendendo di mira lui per mettere in guardia altri giornalisti che volevano criticare i membri del loro governo e i suoi partiti di coalizione.
“Sono tutte denunce per diffamazione, legate al fatto che esprimevo le mie aspre critiche nei loro confronti. Stanno colpendo me per far passare il messaggio ai miei colleghi e soprattutto per manipolare, per far sembrare che una critica dura e feroce a un politico possa essere interpretata nello stesso contesto di un commento che fai a un comune cittadino”, ha detto “C’è un altro meccanismo in gioco qui, ovvero che, ‘Se mi critichi, vai contro la democrazia stessa perché è il voto che mi permette di fare quello che faccio. Quindi, il tuo comportamento è illegittimo”. Questo è molto pericoloso perché la democrazia non si basa esclusivamente sul voto, che è un segmento fondamentale e fondante della democrazia, ma si basa soprattutto sul rispetto delle critiche”
L’udienza di martedì arriva nel mezzo di una riacutizzazione del dibattito su come affrontare al meglio l’immigrazione verso l’Europa dal Nord Africa dopo che il governo di Giorgia Meloni ha impedito a tre navi di soccorso che trasportavano centinaia di migranti di sbarcare nei porti italiani.
“Rivendico la mia indignazione e il mio più profondo disprezzo versi chi, di fronte a un naufragio, non dice che le vite umane vengono prima di ogni strumentalizzazione o percorso politico più o meno severo, inflessibile, feroce, da Papeete o da pacchia finita” ha dichiarato Roberto Saviano in un’intervista a La Stampa