Il 26 luglio 2024, dopo quasi sei anni dall’ultima volta, Deadpool tornerà al cinema, atteso da miriadi di fan, che hanno inondato di visualizzazioni il primo trailer del film, nel febbraio scorso. Un’ondata di comprensibile affetto, per uno dei personaggi più iconici dell’ultimo decennio cinefumettistico.
Un eroe anticonvenzionale che ispira e intriga, per cui la maschera serve a nascondere un aspetto ripugnante e socialmente non accettato.
Sorprenderà ben poco, quindi, sapere come Deadpool, negli anni, sia diventato l’eroe simbolo dei reietti e degli oppressi dalla società conformista.
E nel caso ce lo fossimo dimenticato, a ricordarcelo ci pensa Pubity, account social specializzato nel repost di scatti artisticamente notevoli che, sul suo profilo, sabato 6 aprile 2024, ha condiviso un post del 2020 di John Quinn, ragazzo statunitense affetto da gravi ustioni su tutto il corpo che, sfoggiando proprio un costume da Deadpool, pregava Ryan Reynolds di farlo felice con una risposta. Detto fatto, l’attore non si sottraeva e anzi si congratulava con il suo giovane supporter, usando un pizzico di ironia. Sotto vi proponiamo il post originale e la risposta di Reynolds:
Sarebbe un sogno se @vancityreynolds vedesse questo post! Ho imparato a fare le spaccate solo per questa foto. Grazie a Deadpool ora credo in me stesso. Chiunque abbia letto o visto qualcosa su Deadpool, sa che la sua faccia e il suo corpo sono un vero bordello.
Come potevo non scegliere lui per un cosplay? Solo così avrei potuto non indossare una maschera. È così facile nascondere chi sono e cedere alla disperazione.
Deadpool ha saputo far uscire il mio vero io, grazie a lui ho lasciato da parte questi pensieri.
Questo sono io e non me ne vergogno. Deadpool è un grande, un eroe, e ha aiutato la mia autostima. Ora mi accetto per come sono, anche grazie a lui.
Porca miseria, questo post è la cosa più bella dell’anno per me… non so neanche spiegarti quanto. E comunque, le spaccate le so fare anche io. Però una volta l’anno, e solo nella hall di un ospedale
Lo stesso Quinn, a quattro anni da quel post, non ha dimenticato l’incredibile momento di affetto e condivisione, ringraziando Pubity per aver ripubblicato la sua confessione.
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