Sharon Stone ha dichiarato di aver rischiato di morire a causa di una diagnosi sbagliata; in un’intervista esclusiva al magazine British Vogue, infatti, l’attrice ha ricordato quando, nel 2001, fu vittima di una grave emorragia cerebrale; inizialmente, però, afferma Stone, i medici che l’avevano in cura, a seguito di un primo esame risultato negativo, non le diedero ascolto, ordinando, senza il suo consenso, un intervento chirurgico altamente invasivo
“Dal primo angiogramma [l’emorragia cerebrale] non risultava, e allora i medici si erano convinti che io stessi fingendo. A un certo punto mi sveglio sdraiata su una barella: mi dicono che mi sottoporranno a un’intervento esplorativo al cervello: io non ne sapevo nulla, e non avevo dato il mio consenso. Alla fine, il mio miglior amico che era con me li ha convinti a farmi fare un secondo angiogramma, da cui si è scoperto che l’intero spazio subaracnoideo era pieno di sangue; insomma, era in corso un’emorragia cerebrale, causata dalla rottura di un’arteria vertebrale; se mi avessero mandato a casa, sarei morta. La verità è, che in ambito medico, nessuno dà retta alle donne, specie se nella stanza non è presente un medico donna.”
L’attrice ricorda così il periodo iniziale della sua convalescenza, dopo le dimissioni: “il lato destro della faccia era deformato, e camminavo trascinando a fatica il piede sinistro; avevo anche una grave balbuzie; per i primi due anni, ho avuto anche delle dolorosissime fitte improvvise alla testa, come se qualcuno mi prendesse a pugni”. Grazie a cure adeguate, ora la fase acuta della malattia è passata, ma le sue conseguenze, specie a livello lavorativo, si fanno ancora sentire: “Da allora non ho quasi più lavorato, ho dovuto farmi cambiare il contratto, perché posso lavorare per un massimo di 14 ore al giorno; all’inizio non avevo detto a nessuno quello che mi era successo, perché se dici una cosa del genere, sei fuori. E infatti poi, mi hanno fatto fuori, per 20 anni; non volevo che la gente sapesse. Nascondevo la mia disabilità perché credevo nessuno avrebbe capito“.
Successivamente, però, anche grazie all’esempio di Michael J. Fox, il quale non ha mai nascosto i propri problemi di salute, Stone ha deciso di cambiare completamente approccio: “Molte persone si lasciano definire dalla propria malattia, ma tu non puoi essere la tua malattia. Io ho perso quasi tutto, la mia carriera, la custodia di mio figlio, il mio matrimonio; ho passato le pene dell’inferno, ma non avrei mai potuto permettere che questo mi definisse. Dovevo reagire e dire: Va bene, adesso cosa faccio?“