Shinji Aoba, l’uomo che nel 2019 incendiò gli studios della Kyoto Animation e aveva causato la morte di oltre 30 persone, ferendone circa 32, oggi è stato condannato a morte. In Giappone questo tragico episodio, compiuto per vendetta e che ha provocato la morte di numerose giovani vittime, colpì molto l’opinione pubblica ed è considerato uno dei più gravi omicidi di massa.
Una vera tragedia quella che si è consumata nel 2019 negli studi di animazione giapponese. Secondo quanto riportato dall‘Internazionale, l’uomo ha compiuto la strage perché convinto che gli Studiosi gli avessero rubato un’idea per una sceneggiatura, accusa poi rivelatasi infondata dagli inquirenti che l’hanno anche definita “delirante”.
Secondo alcuni testimoni, Aoba, 45 anni, sarebbe entrato nell’edificio della Kyoto Animation con una tanica di benzina e, dopo aver appiccato l’incendio, avrebbe gridato: “Morite”. Aoba è rimasto gravemente ferito nell’incendio, riportando ustioni gravi per cui è stato sottoposto a più interventi chirurgici.
Nel corso del processo, Aoba si era dichiarato colpevole, e il giudice Keisuke Masuda gli ha inflitto la pena capitale, stabilendo che al momento del crimine l’imputato era in grado di distinguere il bene dal male e non soffriva di ridotte capacità mentali. Il Giappone è uno dei paesi al mondo in cui la pena di morte è ancora legale, ed è eseguita tramite impiccagione.