Steven Spielberg ha regalato una riflessione molto sentita sul fenomeno dell’antisemitismo in America: secondo il pluripremiato regista, i sentimenti razzisti, mai del tutto sopiti, starebbero rapidamente riprendendo vigore; ospite del Late Show di Stephen Colbert, Spielberg nota come negli ultimi tempi, il sentimento di intolleranza verso gli Ebrei “stia sempre di più uscendo dall’ombra, come ai tempi di Hitler e Mussolini”.
“Si tratta di una cosa che mi sorprende molto“, ammette Spielberg, argomentando rispetto all’inquietante paragone; l’antisemitismo è qualcosa che c’è sempre stato: alcune volte era nascosto nell’ombra, era qualcosa di strisciante, altre volte, come nella Germania degli anni ’30, era un atteggiamento più scoperto; devo ripensare alla Germania anni ’30 se voglio ritrovare un sentimento antisemita così orgogliosamente fiero di se stesso, petto in fuori e mani sui fianchi, come ai tempi di Hitler e Mussolini; un antisemitismo che ci provoca e vuole essere sfidato; in tutta la mia vita non avevo mai provato una sensazione del genere prima d’ora, specie in questo Paese.”
Per Spielberg, il rischio è concreto: “In qualche maniera, la messa ai margini di persone non considerate appartenenti a una supposta razza di maggioranza, è una minaccia che aleggia su di noi da moltissimi, moltissimi anni; l’odio è diventata la tessera di appartenenza a un club che ogni giorno conta sempre più membri, in un numero di molto superiore a quello che credevo possibile si potesse raggiungere in questo paese“. Ma nonostante tutto, il regista Premio Oscar non sembra aver perso la fiducia nella tensione dell’essere umano verso il Bene: “Anna Frank aveva ragione quando diceva che la maggior parte degli esseri umani sono buoni: credo che nel fondo del nostro cuore alberghino bontà ed empatia.”
Un argomento, quello dell’antisemitismo, che Spielberg ha di recente affrontato anche nel discorso di ringraziamento alla consegna dell’Orso d’Oro alla carriera, durante il 73esimo Festival del cinema di Berlino. In quell’occasione Spielberg aveva riconosciuto gli sforzi fatti dal popolo tedesco nel cercare di venire a patti con il proprio passato: “Credo che questo premio possa essere un buon primo passo nello sforzo collettivo continuo verso il risanamento di ciò che nella Storia vi è stato di sbagliato; proprio per questo motivo ho istituito la Shoah Foundation; infatti, sono convinto che il contrario della giustizia non sia l’ingiustizia, ma la mancanza di memoria; una riconciliazione è possibile solo se conserviamo il ricordo di ciò che è accaduto; il popolo tedesco si è dimostrato disponibile a rileggere la propria storia per trarne una lezione e sconfiggere bigottismi, antisemitismi e xenofobie; altri paesi, compreso il mio, hanno molto da imparare dalla determinazione che il popolo tedesco ha mostrato nell’impedire ai fascismi di riprendere il potere.”