Steven Spielberg ha detto la sua, con ironia, sul fenomeno degli UFO, gli oggetti volanti non identificati, che nella cultura popolare sono spesso associati a invasioni di popolazioni aliene; nel corso della lunga intervista con Stephen Colbert, al regista di E.T. e Incontri ravvicinati del terzo tipo, è stato chiesto un commento sui recenti avvistamenti di strani oggetti nei cieli statunitensi (il caso certamente più famoso è quello del pallone spia cinese abbattuto circa un mese fa); la risposta è possibilista, e apre ad alcune riflessioni: “Io non credo che l’uomo sia solo nell’universo: io, personalmente, non ho mai visto un UFO, magari l’avessi visto; ma il senso di segretezza che vela tutti questi avvistamenti, e la mancanza di trasparenza… credo che qualcosa ci sia, in ballo, e vada indagato con la massima diligenza del caso.”
Il discorso passa dalla sfera geopolitica a quella scientifico-filosofica: “Credo sia matematicamente impossibile che l’essere umano rappresenti l’unica specie intelligente in tutto il cosmo, è assolutamente impossibile; allo stesso tempo, però, mi sembra ugualmente impossibile che qualcuno possa arrivare a farci visita da 400 milioni di anni luce di distanza; accade solo nei film; si dovrebbe trovare un modo per fare il salto dello squalo, superare le proprie possibilità, per così dire, e arrivare qui attraverso dei wormhole.”
A questo punto, però, Spielberg presenta un’interessante teoria alternativa per spiegare la presenza degli ignoti oggetti volanti che solcano i cieli; Spielberg, infatti estrae la carta dei viaggi nel tempo: “Se devo trovare una spiegazione ottimistica riguardo questi oggetti, è che non provengano da una civiltà più tecnologicamente avanzata a 300 milioni di anni luce da noi, bensì si tratti di strumenti usati dai nostri antropologi del futuro, gli esseri umani che popoleranno la terra tra 500.000 anni, i quali vogliono documentare a scopo storico la vita nel ventesimo e ventunesimo secolo; nel frattempo, nel loro presente, è successo qualcosa di importante, che ovviamente noi ancora non sappiamo, e quindi loro devono tenere traccia precisa di quello che era successo nel loro passato, cioè il nostro presente”. Spielberg chiude la sua fantasticheria con una battuta: “Questo naturalmente implica che la razza umana sarà sopravvissuta sino ad allora; o quantomeno, sarà sopravvissuta una percentuale di noi sufficiente a permettere a successive generazioni di fiorire.”