Tim Burton ha detto di aver chiuso con i film Disney ed ha criticato lo studio dopo la sua esperienza come regista di Dumbo. Ha quindi definito la compagnia “un orribile circo” da cui sentiva il bisogno di scappare, proprio come accade al celebre protagonista del classico disneyano. Per questo motivo, Tim Burton ha aggiunto che Dumbo, ad un certo punto, stava diventando un film autobiografico per lui.
Parlando al Lumière Festival di Lione dopo aver ricevuto il Prix Lumière, come riportato da IndieWire, Tim Burton ha rivelato che il film del 2019 ha probabilmente segnato la fine della sua lunga relazione creativa con la Disney. Il regista crede che il panorama dell’intrattenimento si sia spostato al punto in cui non ha più senso per lui collaborare con il gigante dell’intrattenimento. Ha spiegato che la sua esperienza di lavoro su Dumbo gli ha fatto capire che la Disney era diventata troppo grande per lui: “La mia storia ha avuto inizio lì. Sono stato assunto e licenziato più volte durante la mia carriera lì. Il problema di Dumbo, ed è per questo che penso che i miei giorni con la Disney siano finiti, è che ad un certo punto ho capito che io stesso ero diventato Dumbo, che stavo lavorando in questo orribile grande circo e avevo bisogno di scappare. Quel film è abbastanza autobiografico per certi versi”.
Il regista statunitense iniziato la sua carriera cinematografica come animatore alla Disney prima che la Warner Bros. lo assumesse per fare il suo debutto alla regia in Pee-Wee’s Big Adventure. È tornato quindi a lavorare con la Disney in film come Ed Wood, Nightmare Before Christmas, Alice in Wonderland, Frankenweenie e, più recentemente, Dumbo.
Durante una masterclass al festival, Tim Burton ha anche condiviso i suoi pensieri sullo stato dei film sui supereroi. Si è quindi detto stupito di quanto il suo film del 1989, Batman, continui ad essere influente in questo genere: “È stato molto eccitante essere all’inizio di tutto. È incredibile quanto non sia cambiato davvero in un certo senso – il supereroe torturato, costumi strani – ma per me all’epoca è stato molto eccitante. Sembrava qualcosa di nuovo. La cosa divertente ora è che la gente dice ‘Cosa ne pensi del nuovo Batman?’ ed io inizio a ridere e piangere perché torno ad una capsula del tempo, dove praticamente ogni giorno gli studios dicevano ‘È troppo buio, è troppo buio’. Ora invece sembra un gioco spensierato“.