Timothée Chalamet ha dichiarato di aver fatto molto indispettire Jennifer Lawrence sul set di Don’t Look Up con il suo comportamento frenetico ed impaziente; stando a quanto riportato in una nuova intervista esclusiva dell’attore a GQ, Lawrence gli avrebbe confessato che, quell’unica giornata vissuta con lui sul set, era stata, almeno fino a quel momento, la più irritante di tutta la sua carriera: “Me lo disse lei stessa; quello è stato il giorno più fastidioso della sua vita d’attrice; d’altronde, io in quel momento avrei potuto mangiarmi il mondo a colazione, sul set sprizzavo energia da tutti i pori“.
Chalamet ha ricondotto questo suo stato emotivo alle particolari condizioni di lavoro incontrate; a causa dello scoppio della pandemia di Covid-19, infatti, al suo arrivo a Boston, luogo delle riprese, l’attore fu costretto a una quarantena di 15 giorni; l’attesa dunque era montata dentro di lui talmente tanto, da esplodere in fiammate di energia positiva una volta sul set .
Lawrence, di contro, era in uno stato d’animo molto più calmo e introverso, anche a causa del fatto che, per immedesimarsi meglio nel suo personaggio, una giovane astronoma dallo spirito libero, l’attrice aveva assunto marijuana sul set, naturalmente con il consenso del regista Adam McKay.
Jennifer Lawrence aveva peraltro ricordato in un’intervista, in tono gioviale, come molti si approfittarono del suo stato di alterazione per farle scherzi o prenderla in giro: “Ero un bersaglio facile, tutti mi prendevano per il culo, perché in quel momento era davvero troppo facile prendermi per il culo“. A proposito, Adam McKay ha dichiarato: “Prima le ho detto che poteva farsi una canna tranquillamente, poi mi sono girato verso il mio capo-sceneggiatore e ho esclamato: “Jen, avrei un fantastico monologo per te”, poi l’ho guardata in faccia e mi sono detto che no, non potevo essere così cattivo, e allora l’ho lasciata in pace“