Pochi sanno il significato di Unabomber, il soprannome dato dai media americani al criminale Theodore Kaczynski che per diciotto anni, tra il 1978 e il 1995, inviò pacchi postali esplosivi negli Stati Uniti. Nel 1979, una task force guidata dall’FBI che includeva l’ATF e il servizio di ispezione postale degli Stati Uniti è stata costituita per indagare sul caso UNABOM . Il nome era un acronimo di UNiversity and Airline BOMber, nome in codice degli obiettivi coinvolti, ossia le Università e le compagnie aeree. I mass media cominciarono a diffondere varianti del nome, utilizzato dalle forze dell’ordine, trasformandolo nel tempo in Unabomber.
Theodore Kaczynski entrò nel radar dell’FBI grazie alla prima, rudimentale, bomba, costruita in casa, e fatta esplodere all’Università di Chicago. Nei successivi 17 anni, ha spedito o consegnato a mano una serie di bombe sempre più sofisticate che hanno fatto tre vittime e ferito 23 persone. Lungo la strada, ha seminato paura e panico, minacciando persino di far saltare in aria gli aerei di linea.
La task force organizzata per indagare su Unabomber crescerà fino a raggiungere più di 150 ricercatori, analisti e altre persone a tempo pieno. Alla ricerca di indizi, il team ha effettuato ogni possibile esame forense dei componenti recuperati della bomba e ha studiato la vita delle vittime nei minimi dettagli. Questi sforzi si sono rivelati di scarsa utilità per identificare l’attentatore, che non ha mai lasciato prove forensi, costruendo le sue bombe essenzialmente con materiali di scarto, facilmente reperibili. Le vittime, hanno appreso in seguito gli investigatori, sono state scelte a caso.
Il soprannome Unabomber fu usato anche dalla stampa nostrana per un bombarolo, mai individuato, che collocava ordigni esplosivi improvvisati in Italia, nei luoghi pubblici. L’uomo operò tra il 1994 al 2006 in Veneto e Friuli.