Willem Dafoe ha rivelato il momento preciso in cui si è reso conto di avere un volto riconoscibile, in parte grazie alla sua fisionomia peculiare, ma anche in seguito al successo planetario ottenuto vestendo i panni di Goblin in Spiderman di Sam Raimi, capostipite della trilogia con Tobey Maguire come Peter Parker, uscito nel 2002. Dafoe, per spiegarsi meglio, ha raccontato un aneddoto di vita vissuta, ospite al Today Show, un programma televisivo statunitense.
Ecco le parole dell’attore, come riportate da CBR: “Dopo l’uscita di Spider Man, la gente mi avrebbe riconosciuto anche a Timbuktu; è stato in quel periodo che ho capito di avere un volto davvero riconoscibile. Me lo ricorderò sempre come fosse ieri; ero a New York, sulla metropolitana, con i miei figli, e a quell’epoca New York era ancora una città piuttosto pericolosa.
A un certo punto, mentre viaggiavamo in direzione del Bronx, in carrozza salgono dei tizi. Si siedono, e iniziano a fissarmi, con una faccia, come dire, non proprio conciliante.
In quel momento penso :”Adesso mi rapinano, non gliene frega niente se ci sono qui i miei figli; qui si mette male”. Avevano la faccia cattiva, e mi fissavano“.
“Poi a un certo punto, sento che uno dice agli altri: “Ma sì, è proprio lui! Solo quel maledetto stronzo può avere una faccia del genere!”. L’ho capito, in quel momento. E devo dire che mi fa abbastanza piacere, altrimenti non te l’avrei raccontato”
Dafoe, dopo aver raggiunto fama universale interpretando il ruolo di Norman Osborn nel film diretto da Sam Raimi, è tornato a vestire i panni dell’iconico villain in Spiderman: No Way Home, film diretto da Jon Watts, che riunisce le tre incarnazioni cinematografiche dell’Uomo Ragno e presenta appunto una variegata galleria di cattivi, tra cui figura proprio Goblin.