La fine del 2022 con le feste natalizie ha portato con sé su Netflix un ritorno molto atteso dagli abbonati della piattaforma e fan delle produzioni asiatiche. Stiamo parlando della seconda stagione di Alice in Borderland. La serie giapponese che nel 2020 aveva fatto parlare di sé per il gioco iperviolento messo in atto nello show.
Torniamo a parlare del serial a qualche settimana di distanza, ora che lo avrete digerito come si spera abbiate digerito i pranzi e cenoni delle festività. Lo facciamo per provare a dare la nostra spiegazione del finale di Alice in Borderland 2, che ha effettivamente chiuso un cerchio lasciando una piccola porticina aperta verso il futuro. Ovviamente in questo articolo ci saranno spoiler per chi non visto il finale, siete avvisati!
La Regina di Cuori
Siamo all’ultima prova, anzi l’ultimo gioco, che Arisu (Kento Yamazaki), ex-studente universitario disoccupato e appassionato di videogiochi, e Usagi (Tao Tsuchiya), ragazza solitaria e triste che ha perso il padre morto suicida, devono affrontare nel finale di Alice in Borderland 2. Prendendo spunto dal manga originario di Haro Aso da cui è tratto lo show e a sua volta dall’Alice nelle Meraviglie di Lewis Carroll, l’ultimo match sarà una partita a croquet. Proprio quella a cui giocava la Regina di Cuori usando tutti i trucchi possibili per vincere sempre ed essere (auto)celebrata.
La Regina di Cuori in questo caso è impersonata da Mira (Riisa Naka), che dalla Spiaggia si era svelata come (apparentemente) una dei Master del gioco. Ora più che mai i due protagonisti vogliono vincere perché, se lo fanno, è stato promesso loro che torneranno nel mondo reale. Ma sarà vero? E soprattutto che cos’è questa Tokyo devastata e coperta di vegetazione nella seconda stagione, che ha preso il posto della Shibuya deserta del ciclo inaugurale?
L’ultima partita
Come si svolge quest’ultima partita a croquet? Arisu e Usagi devono rimanere in gioco per tre turni, non è importante se vincono o perdono. Ovviamente la Regina di Cuori fa di tutto per utilizzare anche il lato psicologico, cercando di vincere le manche e allungando il brodo. Addirittura facendo una pausa per una tazza di tè! Tutti espedienti in modo che i due rinuncino e abbandonino il gioco per sfinimento e stanchezza, dato che sono oramai seriamente provati dalle prove precedenti.
Usagi è anche ferita gravemente ad una gamba, tanto da non riuscire a stare in piedi. Ciò nonostante, i due riusciranno a resistere fino in fondo, facendosi forza l’un l’altro grazie all’amore che hanno scoperto di provare reciprocamente. Si sveglieranno infine dal Borderland. Il prato sul tetto del grattacielo, il vestito antico di Mira, il tè. Sono tutti elementi che riportano ad Alice nella Meraviglie: la messa in scena è stata più che mai curata per il tanto atteso match finale!
Matrioska di mondi, matrioska di Shibuya
Il finale di Alice in Borderland 2 mescola due tradizioni insieme – quella giapponese e quella russa – e strizza l’occhio alla struttura narrativa nolaniana à là Inception, del sogno dentro al sogno. I due protagonisti devono uscire dalla propria mente. Mira si dimostra una Regina degli Inganni e delle Manipolazioni. Racconta svariate storie su cosa sia quella realtà alternativa e distopica dove si trovano.
Ad esempio che i migliori amici di Arisu, Chōta (Yūki Morinaga) e Karube (Keita Machida), sono morti e il gioco è un’elaborazione del lutto da parte del ragazzo per affrontare il proprio senso di colpa. Oppure una ricerca di mercato ambientalista di una grande corporazione del futuro, che usa gli umani come pedine per i propri test e calcoli economici. Tutte queste versioni alla fine si dimostrano false e c’è un’altra spiegazione del finale di Alice in Borderland 2.
Mira rivela che in realtà dopo quell’iconica scena iniziale dell’episodio pilota – che viene infatti riproposta da Shinsuke Sato in quest’occasione – Tokyo è stata vittima di un meteorite. Il disastro ha ucciso e ferito moltissime persone e i protagonisti si trovavano tutti lì. I sopravvissuti, in coma in ospedale per lungo tempo, hanno avuto una sorta di sogno o allucinazione collettiva, scegliendo un gioco tra la vita e la morte perché era esattamente ciò che stavano combattendo.
Il Joker
Come ogni serie pop moderna che si rispetti, e soprattutto dalla forte serializzazione orizzontale, il finale di Alice in Borderland 2 ha una scena “post credits”. Tutto sembra trovare una risoluzione e i protagonisti sembrano pronti a cominciare un nuovo capitolo delle loro vite alla clinica. Si alza però un vento che fa volare via le carte da gioco su un tavolo nel cortile dell’ospedale. Tutte tranne una: il Joker. Che come sappiamo è una carta che rappresenta il Jolly, una sorta di possibile livello bonus che i nostri dovranno affrontare.
Non è tutto. Nel manga originario il Joker non è solo una carta, ma un vero e proprio personaggio. Una specie di “Traghettatore di anime”. Singolare dato che parliamo di persone tra la vita e la morte nella spiegazione di Mira. Una conclusione geniale e azzeccata se vogliamo per la serie tv. Il finale, con tanto di sequenza iconica riproposta più volte, ha spiegato tutti gli elementi principali come se lo show fosse stato ordinato direttamente a due stagioni fin dall’inizio (come spesso capita su Netflix). Allo stesso tempo l’epilogo lascia una porticina aperta per un’eventuale terzo ciclo di episodi, se verrà ordinato: quella rivelata alla fine è la realtà ultima oppure no? Sostanzialmente il rinnovo o meno da parte del servizio streaming sarà la vera spiegazione del finale di Alice in Borderland 2. Se non è meta-furbizia questa…