Ogni vorace divoratore di film e serie tv lo sa bene. Il mese di dicembre è destinato alle classifiche dei migliori lungometraggi o dei migliori racconti sul piccolo schermo che ci hanno accompagnato durante tutto l’arco dell’anno. All’inizio sembra un gioco da ragazzi. Poi ci mettiamo a tavolino e iniziamo a ripercorrere i dodici mesi appena trascorsi cercando di ricordare cosa ci ha colpito maggiormente.
È un gioco al quale forse cerchiamo di sottrarci ogni anno ma che in fondo ci attrae, perché le classifiche semplificheranno anche troppo la discussione sull’annata cinematografica e televisiva ma sono affascinanti e difficilmente riusciamo a non cadere ai loro piedi quando ci avviciniamo al periodo festivo e osserviamo già le uscite da gennaio in poi.
Proprio in virtù di questa smodata passione, abbiamo selezionato le cinque migliori serie tv del 2022. Quelle imperdibili, dal nostro punto di vista. Quelle che non dovrebbero essere dimenticate, perché in qualche modo ci hanno sorpreso o ci hanno lasciato quelle conferme che aspettavamo. Ecco le 5 migliori serie tv da vedere del 2022.
1. The Bear
Siete stanchi di vedere show tv ambientati in cucine e ristoranti perché assuefatti dalla spettacolarizzazione del cibo? The Bear è l’antidoto perfetto. La star di Shameless, Jeremy Allen White, interpreta Carmy Berzatto, un giovane chef in carriera che si ritrova sulle spalle una disgraziata paninoteca sull’orlo del fallimento lasciata in eredità dal fratello suicida. Carmy viene catapultato in un contesto completamente differente a quello a cui era abituato, davanti a montagne di debiti, rapporti complicati da gestire e un passato che lo bracca inesorabilmente. The Bear è una serie che ti strattona dal primo episodio sino all’ultimo, perché il ritmo procede insostenibile, a pari passo con la mente sovraccarica di Carmy e i suoi problemi. Il cibo è soltanto una delle cornici all’interno delle quali si manifestano riflessioni sulla famiglia e sull’ingorda società contemporanea. Una centrifuga che non lascia tempo e spazio. Regia sublime e cast in stato di grazia.
2. Better Call Saul
Caso più unico che raro nella storia delle serie televisive, Better Call Saul è uno spin-off che al termine della sua settima e ultima stagione ha raggiunto livelli paragonabili alla serie madre, Breaking Bad. Ripetere il successo di uno show elogiato a più riprese è solitamente complicato. Tuttavia, Better Call Saul è andata oltre, riuscendo a scalare la vetta della cima più alta ed ergersi quantomeno accanto al capolavoro di Vince Gilligan. La parobola di Jimmy McGill che sta per trasformarsi in quella di Saul Goodman (Bob Odenkirk) viaggia sul binario parallelo al percorso di Walter White (Bryan Cranston). Una conclusione imperdibile, impreziosita dalla performance memorabile di Rhea Seehorn nel ruolo di Kim Wexler. Associare la parola spin-off alla bellezza d’ora in poi sarà più facile.
3. The Sandman
La presenza di Neil Gaiman è già un ottimo punto di partenza. Il maestoso fascino della sua opera trova finalmente terreno fertile anche in una trasposizione degna del materiale di partenza. Netflix questa volta fa centro e propone uno degli show più appassionanti del 2022, capace di catturare l’attenzione anche degli spettatori che non avevano mai avvicinato il fumetto. The Sandman convince perché Gaiman riesce a non tradire se stesso rinnovando il proprio immaginario e permette ai fan di lunga data di sentirsi a casa mentre si immergono nuovamente nella storia di Morfeo, come se non l’avessero mai abbandonata. Un esempio perfetto di come coniugare due medium differenti senza scendere a troppi compromessi e trovando al contempo una propria e definita identità. E non è poco.
4. The White Lotus 2
Nell’ultimo anno è stato impossibile per chiunque (o quasi) evitare di ascoltare o leggere un commento su The White Lotus. Nelle ultime settimane in particolare la presenza di Sabrina Impacciatore al Jimmy Kimmel Live! ha creato un particolare entusiasmo soprattutto tra gli spettatori nordamericani, letteralmente impazziti per l’attrice italiana, tra i protagonisti di una seconda stagione utile a confermare la crescita di questa miniserie, nata piuttosto in sordina dalla mente di Mike White e cresciuta inesorabilmente nel corso della messa in onda. Prodotta da HBO, The White Lotus è una serie antologica che si rinnova a ogni stagione. Il secondo ciclo di episodi ha sicuramente attratto maggiormente il pubblico italiano perché l’ambientazione scelta dalla produzione è stata la Sicilia. Una satira sferzante che accompagna perfettamente le vicissitudini dei protagonisti, ospiti e gestori di un resort. Cast di primo piano e coinvolgimento assicurato.
5. Tutto chiede salvezza
Francesco Bruni scrive e dirige una delle serie più interessanti dell’anno, liberamente tratta dall’omonimo romanzo di Daniele Mencarelli. I sette giorni vissuti da Daniele (Federico Cesari) all’interno di un reparto psichiatrico in seguito ad un TSO al quale è stato sottoposto.
La delicatezza e la lucidità con la quale la serie affronta un tema delicato e spesso raccontato in maniera distorta come la malattia mentale sono caratteristiche da evidenziare e che permettono alla serie di distinguersi, soprattutto nel panorama italiano. Tutto chiede salvezza è un passo importante, un punto di partenza per spezzare pian piano quella visione viziata e mal compresa della sofferenza mentale, ancora oggi troppo spesso giudicata, compatita, colpevolizzata e quasi sempre minimizzata.
Un cast giovane e pieno di talento (un nome su tutti: Fotinì Peluso) al servizio di una scrittura brillante contribuisce ad impreziosire una serie audace, che osa proporre uno sguardo diverso, ben al di là dei propri stessi limiti.