La psicologa Vera Slepoj, scomparsa all’età di 70 a causa di un malore, è ricordata per aver detto, nel 1997, che il popolare anime Sailor Moon contribuiva a femminilizzare i bambini maschi che ad un certo punto si identificavano in lei. Dichiarazioni che oggi tornano ciclicamente virali e fanno sorridere i tanti gay adulti che ai tempi adoravano e si identificavano in Sailor Moon, così come in tanti altri cartoni animati e personaggi femminili dello spettacolo. Ma non perché Sailor Moon li abbia fatti diventare magicamente gay, ma perché in Sailor Moon abbiano trovato un modello soddisfacente nel quale identificarsi o rispecchiare alcune caratteristiche della propria identità di genere in essere.
Come scrisse il Corriere della Sera l’8 aprile 1997, in un articolo a firma di Paolo Calcagno, in occasione di un un suo intervento al Festival Cartoons on the Bay, organizzato dalla RAI. Vera Slepoj, allora presidente degli psicologi italiani, mise in guardia i genitori che permettevano ai figli maschi di guardare Sailor Moon, che allora andava in onda nel pre-serale di Rete 4, quindi su su una rete Fininvest, ed era seguitissimo.
“Sailor Moon propone una giovane eroina e si sono riscontrati casi di bambini di sesso maschile che, seguendo quotidianamente il cartoon, hanno finito con l’identificare in questo personaggio forte, vincente, potente, un modello di comportamento, femminilizzando il loro modo di vivere, le relazioni con i coetanei e chiedendo di poter vestire come la loro eroina. Nei bimbi l’acquisizione della sessualita’ si sviluppa anche secondo modelli imitativi”
Troppo tardi, sorry 💅💁♀️ pic.twitter.com/EAX7OXGrtz
— Fabio 🏳️🌈 (@Iperbole_) January 25, 2018
In un altro articolo pubblicato da OGGI con un titolo che oggi non esiteremmo a definire omofobo: “Bimbi non guardatela, fa diventare femminucce” vengono riportate altre dichiarazioni della Slepoj, sempre dal suo intervento a Cartoons on the Bay:
“Sailor Moon fa male ai bambini, ci sono perfino casi di maschietti che hanno finito per identificarsi con questo personaggio, femminilizzando il proprio comportamento”
“Per capire il mio grido di allarme su Sailor Moon bisogna capire che, in generale, il cartone animato ha un grande potere di seduzione sul bambino e, come il gioco, diventa fonte di identificazione e di apprendimento. Proprio attraverso le forme di apprendimento che il bambno forma dentro di sé quella che è la propria idea del mondo. Ora, le più serie ricerche psicologiche hanno dimostrato che i cartoni hanno potere persuasivo e sono fonte di processi imitativi in tutte le fasi di crescita”
“Sailor Moon non è un personaggio, che in se stesso, è nato negativo. Lo è diventato. Perché è proposto in maniera massiccia, tutte le sere e perché è un personaggio troppo forte. In questo modo, per il bambino diventa una sorta di modello nella costruzione della propria identità.”
Come si vede anche nell’articolo di Oggi pubblicato all’epoca, a margine delle dichiarazioni di Slepoj c’è un trafiletto in cui Elisabetta Ferracini, allora conduttrice del programma Rai per bambini Solletico, dichiara con fare rassicurante che in Rai “si preferiscono i programmi Disney”. Le fece eco l’allora dirigente Rai Giampaolo Sodano, il qualche spiegò che la Rai aveva organizzato Cartoons on the Bay proprio per selezionare “i cartoni che rispettano la sensibilità dei più piccoli”. Non sorprende quindi, che nello stesso evento targato Rai siano stati lanciati quegli strali allarmistici contro Sailor Moon, tanto più che Slepoj sottolineò il fatto che venisse proposto in “maniera massiccia tutte le sere”.
Sicuramente il fenomeno Sailor Moon, nella sua grandezza, avrà messo in risalto le dinamiche di identificazione da parte dei bambini maschi, ma a quel punto si sarebbero dovuti vietare molti altri programmi, non solo cartoni animati, ma anche varietà, spettacoli, in cui spiccavano protagoniste femminili forti o particolarmente seduttive, come lo è stata Raffaella Carrà per più generazioni di bambini, e come lo sono state, ad esempio, altre celebri icone gay come Heather Parisi o Lorella Cuccarini per le generazioni successive. Restando nell’ambito dei cartoon, allora, si sarebbe dovuta limitare la visione di altri titoli come Creamy, Magica Emi, Evelyn, Occhi di Gatto, Lady Oscar e altri ancora.