In un annuncio che sembra uscito da un romanzo di George R. R. Martin o da un laboratorio del futuro, l’azienda americana Colossal Biosciences ha comunicato di aver ufficialmente riportato alla vita una creatura estinta da 13.000 anni: il ‘direwolf’ (enocione), popolarizzato col nome di ‘metalupo’ grazie alla serie Il Trono di Spade. Grazie a un progetto di de-estinzione all’avanguardia – o quantomeno così è stato definito dalla azienda – tre cuccioli sono nati da DNA recuperato da fossili e modificato geneticamente. I loro nomi? Romulus, Remus e Khaleesi. Un’impresa applasudita da molti, ma criticata da altrettanti: passo in avanti per la scienza o trovata pubblicitaria?
The genetics startup Colossal has re-created the dire wolf, which went extinct some 12,000 years ago. @dtmax was the first journalist to meet the wolves. Read his report: https://t.co/tceP74URAg pic.twitter.com/vjHHeuiXpZ
— The New Yorker (@NewYorker) April 7, 2025
La svolta è arrivata dopo anni di ricerche sulla possibilità di riportare in vita specie estinte. Colossal Biosciences, fondata nel 2021, ha sviluppato una tecnologia che permette di ricreare copie funzionali di animali scomparsi partendo dal DNA fossile e sfruttando animali viventi geneticamente simili. Il caso del metalupo si è rivelato particolarmente promettente, grazie alla sua parentela con il lupo grigio e alle esperienze pregresse nella clonazione dei canidi.
Nel 2021, un team di ricercatori aveva già isolato frammenti di DNA da fossili di metalupo. Ma è solo recentemente che la svolta definitiva è arrivata: grazie a un dente di 13.000 anni ritrovato in Ohio e a un cranio di 72.000 anni proveniente dall’Idaho, Colossal è riuscita a ottenere abbastanza materiale genetico da identificare e replicare le caratteristiche chiave della specie. Il team ha modificato 20 geni nel DNA di cellule prelevate da lupi grigi, conferendovi tratti tipici del metalupo, come la taglia maggiore, un mantello chiaro e denso, e la conformazione robusta.
Dopo aver cresciuto in laboratorio cellule modificate, gli scienziati hanno dunque trasferito il DNA nei nuclei di ovuli di cane e impiantato gli embrioni in madri surrogate. Su diverse decine di tentativi, sono nati quattro cuccioli; uno purtroppo è deceduto per cause naturali dopo pochi giorni, ma gli altri tre — Romulus, Remus e Khaleesi — sono oggi sani e in crescita. Hanno una corporatura del 20% superiore ai lupi grigi della loro età, una folta criniera intorno al collo e code particolarmente pelose.
Sebbene questi animali non siano geneticamente identici ai metalupi originari, rappresentano copie funzionali capaci di mostrare come la genetica possa riscrivere la storia naturale. Tuttavia, i cuccioli resteranno in cattività per il resto della loro vita. Secondo Beth Shapiro, responsabile scientifica del progetto e parte del primo team che identificò il DNA fossile nel 2021, il vero obiettivo non è solo riportare in vita gli estinti, ma salvare i vivi: la stessa tecnologia potrebbe essere applicata per rafforzare la diversità genetica di specie in pericolo critico, come il lupo rosso americano. Intervistata in merito dalla rivista NewScientist, la biologa ha dichiarato
Siamo di fronte a un dibattito filosofico: dobbiamo davvero continuare a chiamarlo ‘enocione’ o è meglio trovargli un altro nome? “È un enocione. Ma ogni volta che lo dico, immagino già i miei amici tassonomisti che si mettono le mani nei capelli e pensano: ‘Ok, basta, ho chiuso con lei’. M è così, perché, in fondo, non è un lupo grigio. Non gli assomiglia nemmeno un po’.”
In effetti, Colossal ha già creato quattro cloni da ibridi lupo rosso-coyote ritrovati in Texas e Louisiana, che potrebbero essere introdotti nella popolazione selvatica della Carolina del Nord per aumentarne la variabilità genetica. Questo rappresenterebbe una possibile ancora di salvezza per una specie che rischia la completa estinzione.
L’impresa, però, non è priva di interrogativi e non ha mancato di attirare critiche dalla comunità scientifica: gli esemplari ricreati non sono in grado di apprendere i comportamenti originari dei metalupi, essendo cresciuti in ambienti protetti e artificiali. Inoltre, in un ecosistema moderno, la loro sopravvivenza fuori dalla cattività sarebbe tutt’altro che garantita: le loro prede originarie — come bisonti preistorici e mammut — non esistono più, e la competizione con i lupi grigi sarebbe inevitabile.
Secondo Anders Bergström, professore dell’East Anglia University, specializzato in evoluzione canina, i nuovi esemplari sarebbero semplicemente dei ‘lupi grigi modificati’.


George R. R. Martin nel pomeriggio ha pubblicato sul suo blog una foto che lo vede abbracciare uno dei lupi: ecco il suo messaggio a corredo
“Colossal Biosciences, con sede a Dallas, aveva organizzato tutto affinché la notizia uscisse l’8 aprile, su decine di riviste in tutto il mondo, e naturalmente su internet. Solo che uno dei mezzi d’informazione ha bruciato i tempi, pubblicando la notizia questa mattina mentre tutti gli altri dormivano, costringendo il resto del mondo a inseguire. Così, il giorno del lupo è arrivato in anticipo: il 7 aprile invece dell’8. Estinto da più di diecimila anni, ma non più estinto, grazie a Ben Lamm, George Church, Beth Shapiro e al resto della loro squadra di scienziati folli di Colossal, leader mondiale nella scienza della “de-estinzione”, il metalupo è tornato.
Li ho incontrati tutti e tre a febbraio. Ecco una foto di me con Romolus. (O forse Remus. Sono gemelli, ed è difficile distinguerli.)”