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Home » Serie TV » News serie TV » Mare Fuori: gli errori giuridici della serie spiegati in un video

Mare Fuori: gli errori giuridici della serie spiegati in un video

Gli errori giuridici di Mare Fuori vengono spiegati in video condivisi sui social da avvocati ed esperti legali.
Agnese AlbertiniDi Agnese Albertini5 Marzo 20233 min lettura
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Sui social iniziano a comparire video di avvocati ed esperti legali che mettono in evidenza alcuni degli errori giuridici di Mare Fuori. Il prison drama Rai, ormai giunto alla sua terza stagione, continua ad appassionare gli spettatori ma, come ogni fiction che si rispetti, si prende la sua buona parte di libertà nel delinarea i conflitti dei prigionieri dell’IPM, che si trovano nel carcere minorile per le più disparate ragioni.

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Un post condiviso da Francesca Florio (@checcaflo)

L’avvocato Francesca Florio, divulgatrice social, ha analizzato l’anomala situazione in cui si trova il personaggio di Carmine Di Salvo, mettendone in luce l’improbabilità. “Il fatto che Carmine si trovi in custodia cautelare è assurdo. In primis, perché Carmine è un ragazzo incensurato ed ha agito in stato di legittima difesa con un testimone, in particolare Nina. Lui ha agito in cosiddetto soccorso di difesa per difendere Nina. Uno dei presupposti di applicabilità delle misure cautelari e della custodia cautelare in carcere è la punibilità in concreto: questo significa che, se dal primo momento è evidente che ci sia una causa di giustificazione come legittima difesa, la custodia cautelare non può essere applicata“.

Sempre su Carmine, “all’inizio della serie il comandante gli dice di comportarsi bene con la legittima difesa, perchè gli possono riconoscere la messa alla prova. Questa cosa non ha alcun senso, poichè la sospensione commessa alla prova è un procedimento speciale che prevede la sospensione del processo per un determinato periodo di tempo, con la possibilità per l’imputato di partecipare durante questo periodo di tempo a delle attività rieducative con gli assistenti sociali. Se in questo arco temporale si dimostrerà collaborativo e partecipativo redigeranno una valutazione positiva della prova, il reato sarà estinto e il processo chiuso. Ma se ti riconoscono legittima difesa vieni assolto, non sospendono il procedimento“.

 

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Un post condiviso da Francesca Florio (@checcaflo)

Passiamo ora all’altro grande protagonista della serie, Filippo. “Filippo finisce all’IPM dopo un tragico incidente; è vero che ci fanno vedere che gli amici lo incastrano, tra virgolette, però proprio per la dinamica dei fatti quello può essere al massimo un omicidio colposo e, per applicare la custodia cautelare in carcere ad un minore, deve trattarsi di un reato punibile con almeno 9 anni di reclusione. L’omicidio colposo è punito con un massimo di 5 anni quindi, in teoria, non si potrebbe proprio disporre. Ma ammettiamo che Filippo sia imputato per omicidio volontario: per disporre la custodia cautelare in carcere, oltre ai gravi indizi di reità, di colpevolezza, è necessario che ricorra un’esigenza cautelare. Quindi, nel pericolo di inquinamento delle prove, che qui non c’è, o il pericolo di fuga, che qui non c’è, o il pericolo di reiterazione del reato, la commissione di altri gravi reati con l’uso della violenza che, parimenti, guardando il profilo di Filippo non sussiste. Filippo è un ragazzo per bene, ma ha avuto problemi con la giustizia con un percorso educativo avviato, suona il piano, studia, non si capisce perché lo debbano rinchiudere all’IPM, anche perché il sistema delle misure cautelari per i minori è un sistema a cascata: questo vuol dire che, solitamente, ti mandano all’IPM quando hai già violato altre misure“.

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