La serie: No Good Deed, 2024. Creata da: Liz Feldman. Cast: Ray Romano, Lisa Kudrow, Linda Cardellini, Luke Wilson, Teyonah Parris, Abbi Jacobson, Poppy Liu, Denis Leary. Genere: Dark comedy. Durata: 35 minuti circa/8 episodi. Dove l’abbiamo visto: su Netflix.
Trama: Tre famiglie lottano per comprare una villa a Los Angeles, ma la casa dei sogni si trasforma presto in un incubo fatto di misteri e tensioni.
A chi è consigliato? A chi ama le commedie nere che intrecciano mistero e critica sociale, con un cast brillante e trame ricche di colpi di scena.
Disponibile su Netflix dal 12 dicembre, No Good Deed è la nuova dark comedy ideata da Liz Feldman, già autrice di successi come Dead to Me. La serie, composta da otto episodi da mezz’ora ciascuno, racconta la spietata competizione di tre famiglie per aggiudicarsi una splendida villa in stile spagnolo a Los Angeles; ma il sogno immobiliare si trasforma presto in un incubo, portando a galla segreti e tensioni mai sopite.
Protagonisti di questo intrigante mix di mistero e umorismo sono Lisa Kudrow (Friends) e Ray Romano (Everybody Loves Raymond), affiancati da un cast stellare che include Linda Cardellini, Teyonah Parris, e Luke Wilson. Con una narrazione che si muove tra la satira sociale e il dramma emotivo, No Good Deed esplora quanto lontano siamo disposti a spingerci per proteggere ciò che amiamo.
La casa dei sogni?
La storia prende il via quando Lydia (Kudrow) e Paul Morgan (Romano), decidono di vendere la loro magnifica casa a Los Feliz, un quartiere esclusivo di Los Angeles. Spinti dal desiderio di iniziare una nuova vita, la coppia si ritrova coinvolta in una competizione spietata tra potenziali acquirenti, ognuno con il proprio bagaglio di sogni e segreti. Tra queste famiglie troviamo una coppia alle prese con difficoltà finanziarie, un’architetta in dolce attesa e un attore in declino che cerca di rilanciare la propria carriera. Ma mentre il mercato immobiliare si infiamma, emergono oscuri dettagli sul passato dei Morgan, rivelando che la casa custodisce segreti inquietanti. L’unico modo per liberarsene? Affrontarli.
Un mistero ben dosato
Gli otto episodi di No Good Deed costruiscono un intricato arazzo di misteri e colpi di scena, tenendo lo spettatore costantemente sulle spine. Il fulcro del dramma è la morte del figlio dei Morgan, un evento tragico avvolto da una cortina di incertezze: quello che sembra infatti un semplice tentativo di furto domestico si rivela, episodio dopo episodio, un nodo di segreti più complesso e oscuro. Così, ogni puntata svela un nuovo frammento di verità, bilanciando momenti di rivelazione con ulteriori domande, un meccanismo narrativo che tiene alta l’attenzione senza mai cadere nella prevedibilità. Le interazioni tra i personaggi, i loro comportamenti ambigui e i piccoli indizi disseminati lungo la narrazione creano un’atmosfera claustrofobica, in cui ogni dettaglio sembra avere un peso specifico.
Ma Liz Feldma intreccia abilmente il mistero centrale anche con sottotrame ricche di suspense, spingendo lo spettatore a interrogarsi sulle motivazioni e sulle colpe di ciascun personaggio. Questo bilanciamento tra tensione e dramma psicologico è uno dei punti di forza dello show. Non si tratta solo di scoprire chi o cosa si cela dietro la tragedia, ma di osservare come ogni personaggio affronta le proprie ombre, aggiungendo profondità e pathos alla narrazione.
Uno sguardo alla società di Los Angeles
No Good Deed offre un ritratto acuto e impietoso della società di Los Angeles, svelandone contraddizioni e ombre: dietro l’immagine di una città aperta e tollerante si nasconde infatti un microcosmo segnato da ambizione sfrenata, narcisismo e opportunismo. La ricerca della “casa perfetta” si trasforma così in una metafora potente per esplorare il materialismo e la ferocia che caratterizzano molte interazioni umane nella Los Angeles descritta da Liz Feldman.
Ogni personaggio incarna un aspetto diverso di questa realtà: manie di protagonismo, capricci e la corsa incessante verso il successo rendono il panorama sociale vivido e complesso. La trama bilancia ironia e dramma per evidenziare come il contesto urbano influenzi le scelte e i valori dei suoi abitanti. Con dialoghi incisivi e situazioni ricche di tensione, la serie invita a riflettere sui compromessi morali che spesso accompagnano l’ambizione.
Un cast di prim’ordine
Il cuore pulsante di No Good Deed risiede sicuramente nel suo cast straordinario, che dà vita a personaggi ricchi e sfaccettati, conferendo profondità e realismo a ogni sottotrama. Al centro troviamo Paul Morgan, un uomo schiacciato dai debiti, e Lydia Morgan, che combatte con il peso di ricordi dolorosi e segreti del passato. Intorno a loro gravitano figure altrettanto complesse: Margo Starling (Linda Cardellini), incarnazione dell’ambizione calcolatrice, e Carla (Teyonah Parris) con il suo compagno Dennis (O-T Fagbenle), che affrontano le difficoltà di dover scendere a compromessi tra sogni e realtà. A completare il mosaico narrativo ci sono Luke Wilson, nei panni di un attore in declino, e il duo Abbi Jacobson e Poppy Liu, interpreti di una coppia imprevedibile e coinvolgente.
La sinergia tra questi interpreti rappresenta il vero punto di forza della serie. Romano e Kudrow alternano magistralmente momenti comici a sfumature drammatiche, esplorando con intensità emotiva le contraddizioni dei loro personaggi. Linda Cardellini offre una performance incisiva e tagliente, mentre Parris e Fagbenle danno vita a interpretazioni sfaccettate, capaci di riflettere le pressioni e le insicurezze del mondo contemporaneo.
I limiti della ricchezza narrativa
Uno dei principali punti critici di No Good Deed è però la sua tendenza a disperdere il focus narrativo. Nonostante Paul e Lydia Morgan siano impostati come i protagonisti centrali, la serie si sposta spesso su personaggi secondari, a volte in modo affrettato, lasciando alcune sottotrame parzialmente sviluppate. Questo approccio può risultare dispersivo, riducendo l’impatto emotivo di alcune rivelazioni e penalizzando l’approfondimento di relazioni cruciali.
Tuttavia, questa frammentarietà rappresenta anche uno dei fattori che arricchiscono il racconto: la varietà di prospettive permette alla serie di esplorare un ampio ventaglio di dinamiche umane e familiari, trasformando ogni personaggio in un tassello del mosaico tematico. La coralità della narrazione offre spunti interessanti, ma il rischio di sovraccaricare la trama è evidente.
La recensione in breve
No Good Deed si distingue per il suo mix di mistero e satira sociale, mentre esplora le ambizioni e i segreti di personaggi complessi, tutti collegati da una casa che simboleggia il sogno (o l’incubo) di una vita migliore. Pur con qualche sbavatura narrativa, la coralità del cast e la varietà dei registri rendono lo show avvincente e originale.
Pro:
- Cast eccezionale e ben utilizzato
- Critica sociale pungente e attuale
- Mistero dosato sapientemente
Contro:
- Alcuni personaggi sono poco approfonditi
- Narrazione talvolta dispersiva
- Voto CinemaSerieTV