Station 19, spin-off di Grey’s Anatomy incentrato su una squadra di vigili del fuoco di Seattle, si concluderà nel 2024 con una settima stagione accorciata di 10 episodi. Dopo l’iniziale rinnovo di aprile 2023, a dicembre dello stesso anno è arrivata la notizia che la settima stagione, abbreviata a causa dello sciopero degli sceneggiatori, sarebbe stata anche l’ultima.
Una decisione, quella della cancellazione, che ha sconvolto il nutrito e appassionatissimo fandom della serie, soprattutto a causa del fatto che l’ABC, il network che trasmette la serie, non ha fornito alcuna giustificazione ufficiale alla chiusura della serie. All’indomani dell’annuncio, Shonda Rhimes, produttrice della serie, si è limitata a salutare i fan con un toccante messaggio su Instagram.
Di contro, alcuni membri del cast, tra cui Danielle Savre (Maya) e Jana Lee Ortiz (Andy) hanno espresso il loro fortissimo rammarico per la conclusione anticipata, facendo proprio il malcontento dei fan, nato dalla consapevolezza che questa serie ha sempre affrontato temi importanti, dando inedito spazio a storie di diversità come quella della relazione tra Maya e Carina (due donne bisessuali).
Di seguito, dunque, è nato l’hashtag #SaveStation19 per promuovere, attraverso diverse iniziative, la prosecuzione della serie. Un’onda lunga di affetto arrivata fin nel nostro Paese; una rappresentanza italiana del fandom, infatti, ha inviato un accorato appello collettivo, che condividiamo di seguito, al cui interno vengono sottolineate le istanze portate avanti dalla serie nei suoi 6 anni di messa in onda, nel tentativo di sensibilizzare il grande pubblico su questioni morali e sociali sempre più d’attualità, e che riguardano tutti.
L’impatto di Station 19 sulla rappresentazione delle minoranze, grazie alla presenza di personaggi di colore, donne e appartenenti alla comunità LGBTQ+,
tra cui una coppia sposata di donne bisessuali, Maya e Carina che intraprendono una relazione sana, cosa rara in tv, è indubbia.
Una serie che, inoltre, affronta tematiche come sessismo, misoginia e razzismo sistemici, omofobia (interiorizzata e non),dipendenza, crisi degli oppioidi,
aborto, salute mentale, brutalità della polizia e proprio per questo riesce a ricevere dei premi, merita di venire valorizzata, non gettata nella spazzatura come se nulla fosse
Le minoranze meritano rappresentazione. Viviamo in un mondo che ci vuole nascosti e pieni di vergogna, un mondo che ci urla quanto siamo sbagliati, inferiori, un mondo in cui solo poche settimane fa Donald Trump ha iniziato a parlare di deportare gli immigrati. Una serie come Station 19 è vitale.
Mostrare minoranze in un contesto tipicamente non aperto alle minoranze, mostrare che le donne possono arrivare dove vogliono, mostrare che una relazione sana tra due donne sia possibile, mostrare che le persone queer non sono un peccato o disgustose, ma solo persone, mostrare che le persone nere sono persone, mostrare che le persone che fanno parte di una minoranza sono persone, mostrare che le persone vengono prima di tutto proprio perché persone, è vitale
E vedere che sempre più serie del genere vengano cancellate (e si potrebbe aprire una enorme parentesi, tra l’altro, sul quantitativo inquietante
di serie con rappresentazione saffica che vengono cancellate ogni anno) è deprimente e fa terribilmente arrabbiare.
Il messaggio dietro la campagna è proprio questo, noi non ci stiamo più. Noi meritiamo rappresentazione.
Fra le iniziative promulgate nell’ambito della campagna “Save Station 19”, ricordiamo
- Una petizione su Change.Org (con più di 70.000 firme)
- Una raccolta fondi su GoFundMe (con 12.000 dollari raccolti)
- Uno striscione aereo fatto volare sopra gli studi Disney a Burbank il 18 gennaio
- Un manifesto video proiettato a Times Square il 31 dicembre 2023