Tutti hanno visto Strappare lungo i bordi e si sono calati nella realtà di Zerocalcare che con la sua simpatica romanità e la semplicità che lo contraddistingue ha raccontato il suo microcosmo. Oggi si torna a parlare di questo lavoro con le polemiche che avvolgono il nome del suo autore e quello di Secco, suo migliore amico all’interno della serie. Per capirci, quello della battuta “S’annamo a pija’ n’gelato?”
Di questo ha parlato lo stesso Zerocalcare a Il Sole 24 Ore dove ha specificato: “Pensate che il Secco, quello vero, quando ha visto la serie mi ha detto che mi ero venduto e avevo venduto anche lui. Sento grandi responsabilità nei confronti di chi mi sceglie e compra i miei libri. Loro investono su quello che io faccio, mi sento di dover restituire qualcosa di tutta questa gigantesca cosa che mi è concessa. L’armadillo mi dice che dovrei scappare da tutti questi accolli che mi prendo per il mio senso di colpa. Sto facendo troppe cose e, di questo passo, non riesco a far niente bene”.
Sono parole che fanno riflettere sul successo di Zerocalcare e sul peso che questo ha portato nella sua vita. Un carico fatto di responsabilità verso chi lo legge, ma anche verso chi racconta. Le parole di Secco, quello vero, sono molto significative, anche se di certo da qui a pensare a un litigio ce ne passa e molto.
Nonostante il successo Zerocalcare non è cambiato: “Dopo tutto quello che è accaduto io riesco a rimanere sempre lo stesso. Lo devo all’ambiente in cui sono cresciuto, cioè il giro del punk romano, gente che non legge i giornali, che non sa o non vuole sapere di quello che faccio. E in cui il successo è quasi una nota di demerito”.