The Last of Us 2 sarà “molto probabilmente” caratterizzata da un maggior numero di infetti e di varianti di questi, come affermano i creatori dello serie tv Craig Mazin e Neil Druckmann. Anche se The Last of Us della HBO ha regalato un sacco di caos legato agli zombie nel corso della sua acclamata stagione 1, da alcune parti sono state mosse critiche per la mancanza di azione, dato che lo show ha scelto di concentrarsi principalmente sui personaggi.
Mentre i fan si preparano alla lunga attesa per la seconda stagione di The Last of Us, i creatori Mazin e Druckmann hanno affrontato le preoccupazioni per la mancanza di azione che coinvolge gli infetti durante la prima stagione, annunciando che questo aspetto sarà rivisto nella seconda stagione. Intervenuto di recente a un evento stampa di cui scrive Screen Rant, Mazin ha discusso le ragioni del mix di azione e personaggi della prima stagione, accennando a “molti più infetti” nella seconda. Ecco cosa ha dichiarato:
“A volte abbiamo dovuto fare delle scelte su come volevamo presentare gli infetti. Anche se abbiamo ottenuto il via libera per una stagione televisiva, Neil e io abbiamo pensato che non potevamo fare una stagione televisiva senza considerare quello che sarebbe successo dopo. C’è altro The Last of Us in arrivo, e credo che l’equilibrio non sia sempre e solo all’interno di un episodio, o anche di episodio in episodio, ma di stagione in stagione. È molto probabile che ci saranno molti più infetti in seguito, e forse di tipo diverso. Ma all’interno degli episodi su cui ci siamo concentrati, credo che in generale abbiamo insistito sul potere delle relazioni e sul tentativo di trovare un significato all’interno dei momenti di azione, per cui potrebbe esserci meno azione di quella che alcuni volevano, perché non riuscivamo necessariamente a trovare un significato per gran parte di essa, o perché temevamo che sarebbe stata ripetitiva. Dopotutto, non si sta giocando, ma si sta guardando, e anche se a molte persone piace guardare il gameplay, deve essere un po’ più concentrato e mirato quando lo trasmettiamo in TV“.
Considerando la quantità di azione intensa che c’è stata nel corso della stagione 1 di The Last of Us, sembra forse strano dire che gli infetti sono stati poco utilizzati. È vero che ci sono stati lunghi tratti di storia in cui gli infetti sono stati tenuti fuori dallo schermo, soprattutto quando Joel ed Ellie si sono recati in aree non popolate del paese, dove naturalmente ci sarebbero stati molti meno zombie da combattere. Ma, ogni volta che gli infetti sono entrati in scena, è stato sempre con uno scopo e hanno sempre regalato emozioni autentiche.
Nel corso della stagione 1 di The Last of Us ci sono stati alcuni momenti di grande interesse per gli zombie, in particolare l’apparizione del Bloater nell’episodio 5. Si potrebbe infatti affermare che questi momenti sono stati il punto di forza di The Last of Us e che sono stati considerati come momenti salienti proprio perché la serie non ha esagerato nell’eliminare gli infetti per il gusto di creare scene d’azione casuali, come in The Walking Dead, una serie che potrebbe essere accusata di appoggiarsi all’azione degli zombi come a una stampella.
Se la seconda stagione di The Last of Us intende approfondire la rappresentazione degli infetti, mostrando un maggior numero di queste sfortunate creature e introducendo persino più varianti, allora forse è solo una progressione naturale, come Game of Thrones che ha puntato più pesantemente sui draghi man mano che procedeva. Ciò che sembra indiscutibile è che la prima stagione ha fatto un ottimo lavoro nel raccontare una storia umana, cementando lo status di Joel ed Ellie come personaggi che il pubblico vorrà continuare a seguire attraverso altre avventure. Non importa se queste avventure li vedranno combattere contro altri infetti o contro avversari più umani, come i memorabili nemici della prima stagione, Kathleen e David. Se la narrazione è forte nella seconda stagione di The Last of Us, gli spettatori rimarranno coinvolti.