La serie: Addio alla Terra, 2024. Regia: Kim Jin-Min. Cast: Yoo Ah In, Ahn Eun-jin, Jeon Sung-woo. Genere: Fantascienza, drammatico. Durata: 60 minuti circa/12 episodi. Dove l’abbiamo visto: su Netflix.
Trama: Un asteroide sta per distruggere la Corea e insieme ai protagonisti percorriamo i loro ultimi giorni di vita sulla Terra.
A chi è consigliato? A gli amanti della fantascienza e dei disaster movie ma allo stesso tempo cerca degli spunti di riflessione sull’animo umano.
Addio alla Terra è da poco uscito su Netflix… e nessuno se n’era accorto! Tratto dal romanzo giapponese di Kotaro Isaka, The Fool At The End of The World, Addio alla Terra racconta gli ultimi giorni di vita della popolazione coreana prima che l’enorme asteroide Dina si abbatta su tutto il territorio asiatico. Andando avanti con gli episodi, ci si renderà conto che le opzioni per la popolazione saranno sostanzialmente due: emigrare su un altro pianeta (ma questo ovviamente diventerà immediatamente un privilegio per soli ricchi) o rimanere sulla Terra ed aspettare la fine dei propri giorni. Duecento giorni allo schianto: scoppia ovviamente il panico.
Come vedremo nella nostra recensione di Addio alla Terra, i civili iniziano a ribellarsi contro le forze armate e così anche i carcerati, alcune persone dedicano il tempo rimasto ad aiutare i più fragili, altri si alleano all’esercito e altri ancora credono siano tutte bugie del governo per mantenere il controllo (una storia già sentita, vero?), ma questo non sembra neanche lontanamente possibile: i bambini iniziano a scomparire, la legge marziale entra in vigore, i suicidi aumentano a dismisura.
Il problema morale, tra realtà e finzione
La narrazione si sviluppa intorno a quattro figure principali: l’insegnante Se-kyung, lo scienziato Ha Yun-Sang, il prete Sung-jae e la soldatessa In-a. Nelle scorse settimane Addio alla Terra è stato spesso avvicinato a pellicole come Don’t Look Up (dir. Adam McKay,2001) e Deep Impact (dir. Mimi Leder, 1998), soprattutto per il tema fantascientifico della fine del mondo o di parte di esso. La differenza sostanziale con questi due film risiede però nella focalizzazione degli autori su punti diversi. Mentre Don’t Look Up e Deep Impact si concentrano sull’azione, Addio alla Terra si preoccupa di indagare l’animo umano e la sua reazione ad una notizia così terribile.
Tra tutti spicca Se-Kyung, un’insegnante di scuola media che ha da poco visto morire uno dei suoi alunni. Il suo scopo sarà quello di proteggere i bambini rimasti dalle grinfie dei malviventi, affinché possano passare i loro ultimi giorni di vita nel modo meno traumatico possibile. Non è già abbastanza triste pensare che questi piccoli innocenti non diventeranno mai adulti? Non resta che sperare in un aldilà felice e per questo viene inserita la figura del prete Sung-jae, unico faro della sua piccola comunità in preda alla disperazione.
Un piccolo appunto andrebbe fatto anche sul personaggio di Ha Yun-Sang, interpretato dal giovanissimo attore coreano Yoo Ah In. A quanto pare, il suo tempo sullo schermo sarebbe stato notevolmente diminuito a causa di alcune vicende giudiziarie che avrebbero coinvolto Ah In. A riprese terminate, infatti, il giovane ragazzo sarebbe stato accusato di aver fatto uso di sostanze stupefacenti (attività severamente vietata in Corea) ed il regista si è ritrovato a dover tagliare diverse scene per poterne ridurre il tempo sullo schermo. Tagli che purtroppo contribuiscono a danneggiare ulteriormente l’unità del racconto.
Una serie che non decolla mai
Siamo davanti ad uno scenario apocalittico, che dovrebbe trasportare lo spettatore in uno stato di angoscia senza fine. “Dovrebbe” perché questo purtroppo non accade. I dodici episodi in cui la serie si divide sono decisamente troppi e troppo lunghi, un minutaggio interminabile trasforma la più grande paura dell’essere umano in una speranza: speriamo che questo meteorite arrivi così potrà finalmente mettere fine a questo supplizio. Ogni episodio dura circa un’ora e questo finisce con l’essere un problema, soprattutto se si tiene in considerazione che si tratta di una serie incentrata su soli quattro personaggi. Questi vengono mostrati prima e dopo l’aver appreso dell’imminente fine del mondo, alternando la rappresentazione delle loro vite felici alla difficoltà nel dare un senso ad i giorni che passano. Il tutto ovviamente comporta salti temporali e flashback continui, che provocano però un terribile effetto frammentato. Un vero peccato, poiché le loro storie presentano sicuramente degli spunti interessanti ed avvincenti.
Con il trascorrere del tempo, il racconto finisce per perdere tutto il suo mordente e annoiare. I protagonisti vengono schiacciati dagli eventi e si riducono a semplici figure macchiettistiche identificabili con il loro ruolo, mancando di complessità e spessore emotivo sufficiente. Le tante piccole storie dei personaggi secondari, al contrario, avrebbero potuto offrire diverse ispirazioni per una qualche riflessione sociale (la condizione degli anziani, quella dei bambini o delle madri in difficoltà), ma nulla. La storia non ha mai l’occasione di procedere con i tempi giusti: troppe digressioni inutili e mal posizionate, troppi tempi morti e troppa attenzione posta sui dettagli sbagliati. Ci troviamo davanti ad uno dei casi in cui l’adattamento non supera e nemmeno si avvicina all’opera di partenza.
La recensione in breve
Un'opera dal grande potenziale sprecato, dal ritmo troppo lento se messo in relazione agli eventi. Una continua dispersione narrativa che non permette di affezionarsi davvero a nessun personaggio o approfondire alcun tema.
Pro
- Si preoccupa di indagare l'animo umano
Contro
- Troppi episodi troppo lunghi
- A un certo punto perde il suo mordente e inizia ad annoiare
- Voto CinemaSerieTv.it