La serie: Alma – The Girl in the Mirror, del 2022. Regia di Sergio G. Sánchez, Kike Maíllo Cast: Mireia Oriol, Álex Villazán, Pol Monen.
Genere: horror, mistery, fantasy. Durata: 10 episodi. Dove lo abbiamo visto: anteprima stampa, in lingua originale, i primi 9 episodi.
Dopo il successo fragoroso di produzioni originali spagnole come Élite e La casa di carta, la piattaforma streaming Netflix ci riprova, lanciando questo 19 agosto una nuova serie iberica, Alma – The Girl in the Mirror, show soprannaturale e a tinte horror ideato dallo showrunner Sergio G. Sànchez.
Andiamo quindi a scoprire qualcosa di più dell’ultimissimo arrivo in casa Netflix con questa nostra recensione di Alma – The Girl in the Mirror, di cui abbiamo visto in anteprima i primi 9 episodi.
La trama: una ricerca ostinata della propria identità
Ci troviamo nella suggestiva regione delle Asturie, cornice che presta la varietà dei suoi paesaggi a un racconto ambizioso e articolato.
Nel viaggio di ritorno da un soggiorno in un rifugio in montagna, il bus in cui viaggiano Alma e i suoi compagni di classe ha un incidente causato da una strana e improvvisa nebbia. Il mezzo precipita da un dirupo, e la giovane si risveglia in ospedale, insieme a pochi altri sopravvissuti. La ragazza, però, non ricorda niente di quello che è successo. Anzi, non ricorda niente del suo passato e della sua identità. Un’amnesia completa. Inizia però a notare strani bagliori e ombre che attraversano la stanza d’ospedale, che la perseguitano anche quando fa ritorno a casa. Aiutata dai genitori e soprattutto da Tom, amico come lei sopravvissuto al disastro, cercherà di mettere insieme e dar senso ai pezzi apparentemente incongruenti del suo passato. Scopre quindi di aver avuto una gemella, Lara, recentemente scomparsa a causa di una malattia che, insieme a Tom e alla tormentata Deva (rimasta uccisa nell’incidente), faceva parte del suo inseparabile gruppo di amici.
Per ogni porta del passato che si apre su un ricordo, però, ne appaiono altre, in un gioco di scatole cinesi che sembra condurre la ragazza molto lontano da quello che credeva possibile. Attraverso i racconti di Tom (e i relativi flashback nel passato a cui assistiamo), Alma ricostruisce la natura dei rapporti che legavano i quattro ragazzi, realizzando che gli inspiegabili eventi a cui assiste nel presente facevano parte anche del suo passato. Nel tentativo di scoprire di più e dar senso a una realtà frammentata che non riconosce più come sua, tornerà, accompagnata da Tom, nei luoghi più significativi del suo recente passato.
Un mistero ancora più grande
Quello che Alma ancora non conosce, e che a noi spettatori viene invece mostrato in esergo di quasi ogni episodio, è il più ampio mistero entro il quale si muovono i percorsi e le vicende dei protagonisti. Attraverso una narrazione che ci trasporta in un passato ancestrale, la voce della memoria (che in questo caso è affidata al vecchio proprietario del rifugio di montagna) ci racconta di demoni e di evocazioni, di rituali e sacrifici aberranti portati avanti nel corso di secoli da gruppi di uomini e donne ossessionati dal potere demoniaco. Le antiche leggende si incarnano e si insinuano nelle vite di Alma e dei suoi compagni di classe sopravvissuti, aggiungendo mistero al mistero. Non solo Alma dovrà ricomporre la propria identità, ma dovrà anche scoprire il ruolo che lei e i suoi amici sono chiamati a svolgere all’interno di un piano che va ben oltre le loro singole volontà.
Molta, troppa carne (e generi) al fuoco
Se è vero che la narrazione delle molteplici porzioni di storie è portata avanti in modo piuttosto coraggioso amalgamando generi diversi e contigui come il mistery, il thriller, l’horror e il teen, si percepisce una certa foga nel voler aggiungere trame e sottotrame a un racconto che parte già carico di molti spunti. Il rischio (in particolar modo nei primi episodi), è quello di spezzare la tensione nei momenti meno opportuni per portare avanti archi narrativi meno interessanti, in vista di una risoluzione finale che però non brilla per originalità e non appaga completamente.
A fronte di una parte riuscita, che riguarda principalmente il rapporto dei quattro ragazzi e le dinamiche che li legano (sia soprannaturali che non), l’inserimento dell’elemento fantasy non è perfettamente riuscito: l’ingenuità di molte soluzioni visive e narrative, se apprezzabili per una produzione indipendente, risultano difficilmente digeribili per un prodotto Netflix destinato al grande pubblico. Viene inoltre da chiedersi perché si sia scelto di ricorrere così tanto all’utilizzo di effetti speciali rudimentali invece di puntare su altre soluzioni più allusive e meno esplicative. Resta la sensazione di aver visto e vissuto tanto, troppo, a scapito di una maggiore suggestione che forse avrebbe reso la serie più memorabile.
La recensione in breve
Nonostante l'apprezzabile sforzo nel cercare di creare una storia complessa e articolata, alcune sottotrame di Alma - The girl in the Mirror risultano decisamente meno coinvolgenti e riuscite di altre, spezzando spesso il filo di una narrazione che fatica a mantenere un buon livello di tensione.
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