La serie: Anime false 2023. Creata da: Umut Aral e Gökçen Usta. Cast: Melisa Sözen,Eylül Tumbar,Musa Uzunlar. Durata: 45 minuti circa/7 episodi. Dove l’abbiamo visto: in anteprima su Netflix.
Trama: Una donna dal passato doloroso e ricco di mistero, fugge da un hotel di lusso all’altro insieme alla figlia, che cerca di proteggere a tutti costi.
La lista dei contenuti internazionali di Netflix non smette di allungarsi, e, tra questi, sicuramente spiccano quelli made in Turchia, che stanno acquisendo sempre più spazio all’interno del catalogo. Dal 24 marzo, a questo già nutrito elenco si aggiunge Anime false (titolo originale Biz Kimden Kaçiyorduk Anne), nuova serie tv turca basata sull’omonimo romanzo della scrittrice Perihan Mağden. Protagoniste delle show sono una donna dal passato doloroso e sua figlia Bambi, due donne con una forte dipendenza reciproca, perennemente in fuga da una realtà che loro vedono come una minaccia.
Come vedremo nella nostra recensione di Anime false, la serie diretta da Umut Aral e Gökçen Usta rappresenta una corsa apparentemente senza fine, la cui meta si svela man mano, un dettaglio alla volta, coinvolgendo sempre di più lo spettatore.
La trama di Anime false: in fuga dalla realtà
Madre – di cui non ci viene rivelato il nome – è una donna severa e diffidente che veste solo con abiti neri. Bambi, sua figlia, è una ragazza allegra ed educata che indossa capi colorati più adatti a una bambina che a una giovane della sua età. Le due donne – che possono contare unicamente sulla compagnia l’una dell’altra – vivono come fuggitive, passando da un hotel di lusso all’altro. In perenne fuga da un passato doloroso che continua a perseguitarla, la madre percepisce il mondo esterno come una minaccia e mette continuamente in guardia Bambi dai pericoli rappresentati da coloro che lei definisce anime false, ovvero persone che non provano niente ma fanno comunque finta di avere dei sentimenti. Ma da chi o da cosa stanno scappando realmente le due donne? Man mano che la loro fuga procede, si fa sempre più strada il dubbio che il vero pericolo sia rappresentato proprio dalla madre stessa: infatti, più la figlia cresce e diventa oggetto di attenzioni da parte del mondo esterno, più aumenta la scia di cadaveri che la donna si lascia dietro.
Unità della luna
Io e te siamo diverse, siamo un’unità. L’unità della luna.
Fin dai primi minuti dello show emerge come le due donne protagoniste vivano in simbiosi, relegate in un rapporto di dipendenza reciproca che mira ad escludere completamente il mondo esterno, un mondo visto come una perenne minaccia alla loro incolumità. Non possiedono un’abitazione propria ma vagano di albergo in albergo perché, come la madre afferma, “una casa è una piccola prigione, a noi non serve, perché siamo la dimora l’una dell’altra”. La loro unica casa, infatti, è rappresentata dal legame incrollabile e indissolubile che le due possiedono. Qualcosa, però, inizia a minare la stabilità di questo rapporto così stretto: non si tratta dell’intervento di qualche anima falsa, ma del fatto che la figlia stia crescendo. Man mano che passa il tempo, infatti, la madre si rende conto di avere sempre meno presa sulla ragazza, che ormai si sta costruendo una propria personalità e inizia a decidere per se stessa. Bambi, dal canto suo, si sente combattuta tra la figura della madre, che rappresenta tutto il suo mondo, e l’insofferenza per la mancanza di stabilità e di risposte, che la donna non vuole fornirle.
La promessa di Bambi
Solo io posso far piangere te, e tu me. Tua madre sarà sempre qui. Il mio scopo è quello di dare una lezione a chi ti farà del male.
Una promessa che la madre ha fatto a Bambi quando questa era solo una bambina, ma che, col tempo, è diventata il suo unico scopo di vita. Vediamo, infatti, come l’obiettivo principale della donna sia quello di preservare – ad ogni costo – la figlia da “tutte quelle cose brutte che accadono a causa della anime false“. Man mano che prosegue la narrazione, ci rendiamo conto di come questa ossessione della madre sia dettata soprattutto da quello che è stato il suo passato: una famiglia tutt’altro che amorevole e protettiva, totalmente incapace di proteggerla delle brutture della vita e, anzi, responsabile di molte di esse. Diventando madre, la donna ha voluto dare a sua figlia ciò che lei non aveva mai ricevuto: protezione. Una missione, però, che si fa sempre più complicata con la crescita della ragazza; a causa della sua bellezza, infatti, Bambi inizia ad attirare le attenzioni – bonarie o meno – degli estranei. E alla madre non resta altro che “dare una lezione” a queste anime false che continuano a perseguitarla.
Il cast di Anime false
Melisa Sözen e Eylül Tumbar (rispettivamente la madre e la figlia) sono davvero le protagoniste perfette per questa serie che procede in modo così graduale ma sempre in un crescendo di tensione. Le due attrici non escono mai dal personaggio, riuscendo a creare un universo composto unicamente da due persone che non hanno bisogno di niente e di nessun altro per sopravvivere. Nonostante, infatti, lo show segua una trama ben precisa, l’elemento chiave di Anime false è rappresentato dal rapporto simbiotico tra le due donne e da come questo si evolve con la crescita della figlia. Tutto il resto, dalle vicende ai personaggi secondari – che potremmo definire come semplici comparse – è un mero contorno.
La recensione in breve
La serie turca diretta da Umut Aral e Gökçen Usta rappresenta una fuga apparentemente senza fine, la cui meta si svela man mano, un dettaglio alla volta, coinvolgendo sempre di più lo spettatore che non può far a meno di arrivare subito alla fine dei suoi 7 episodi.
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