La serie: La serie di Bad Sisters del 2022. Creata da Sharon Horgan Cast: Sharon Horgan, Anne-Marie Duff, Eve Hewson, Claes Bang.
Genere: dark comedy Durata: 50 minuti ca./10 episodi, a rilascio settimanale Dove lo abbiamo visto: su Apple TV+, i primi due episodi in lingua originale.
Sono appena sbarcati sulla piattaforma streaming Apple TV+ i primi due episodi (dei dieci complessivi) della nuova attesa dark comedy Bad Sisters. La serie, che come da tradizione Apple avrà rilascio settimanale, è l’adattamento della versione belga Clan di Malin-Sarah Gozin, ed è scritta e prodotta (nonché interpretata) da Sharon Horgan, pluripremiata autrice irlandese candidata all’Emmy e vincitrice del BAFTA per show come Catastrophe e Divorce (in caso non li abbiate ancora visti, vi consigliamo di recuperare). Andiamo quindi a scoprire insieme qualcosa in più di questi primi episodi nella nostra recensione della serie Bad Sisters.
La trama di Bad Sisters: cinque sorelle e un omicidio (?)
Cinque sorelle cresciute prendendosi cura l’una dell’altra, cinque tasselli unici e indispensabili per formare quel puzzle irresistibile, coeso e compatto che è il loro rapporto. Eve, la primogenita, (interpretata dalla stessa Sharon Horgan, perfettamente a suo agio nella parte); Ursula, infermiera sposata con tre figli; Bibi, che porta una benda su occhio ma non sappiamo ancora il perché; Becka, giovane massaggiatrice e sorella minore. E poi Grace, madre di una figlia dodicenne e appena rimasta vedova del marito John Paul (Claes Bang). Le incontriamo riunite in occasione del funerale di quest’ultimo, in un clima tipicamente british che di primo acchito ricorda certe commedie come Quattro matrimoni e un funerale, ma che presto scivola su un terreno ben più malizioso che ci porta sui territori battuti dalle casalinghe disperate di Desperate Housewives, dove tutto è molto più di quello che sembra e i tappeti sono rigonfi di segreti.
Mimetizzati dietro il cordoglio generale, iniziano a intravedersi e a rivelarsi anche altri sentimenti, come la feroce insopportazione e la rabbia delle sorelle Garvey nei confronti del defunto cognato, da loro unanimamente ribattezzato “The Prick” (coglione). Attraverso uno slittamento temporale (visivamente rappresentato dal riavvolgimento di una pellicola audiovisiva) abbiamo il piacere di fare la conoscenza di John Paul. Bastano poche infelici battute di quest’ultimo per comprendere il livore covato dalle quattro sorelle e a insinuare il dubbio che la morte dell’uomo possa non essere stata del tutto accidentale.
Questo almeno è quello che sperano fortemente i due fratellastri Thomas (Bruan Gleeson) e Matt (Daryl McCormack) della ditta di assicurazione a gestione familiare incaricata di provvedere al risarcimento per la morte di John Paul. Con una attività sull’orlo della bancarotta, i due fratelli si improvvisano investigatori maldestri, approcciando in modo del tutto non professionale le cinque sorelle in cerca di qualche indizio che possa dimostrare che la morte di John Paul è avvenuta per omicidio. E in effetti, il risentimento accumulato da tutte e quattro le sorelle è palpabile e ci viene via via spiegato spiegato con incursioni nel passato delle cinque protagoniste. Il tocco deliziosamente mistery è qui servito al meglio attraverso la dimensione familiare, perfetta cornice di ogni giallo stile Agatha Christie.
Oltre i generi: la rappresentazione della tossicità
Sembra davvero che la piattaforma Apple TV+ ci abbia preso gusto a non sbagliare un colpo di catalogo. Anche in questo ultimissimo show la scrittura brillante, le performance convincenti dell’ottimo cast e una gestione sapiente ed equilibrata dei molteplici generi (dark comedy, mistery, romance, drama) riescono a garantire la qualità a cui punta e che continua a centrare. Ma il valore aggiunto e specifico di Bad Sisters, oltre alla somma dei fattori sopracitati, è quello di sfruttare i generi per fare incursione nel dramma sociale di dinamiche relazionali oppressive e schiaccianti. La figura che assorbe in sé tutti i tratti ad oggi conosciuti della mascolinità tossica, andando a delineare un compendio umano che, a momenti, ha l’unico difetto di andare a sfiorare il macchiettistico (perdendo quindi di efficacia), è quella interpretata da un comunque bravissimo Claes Bang: il personaggio di John Paul attua un’azione di sistematica mortificazione e oppressione psicologica nei confronti della moglie (e più indirettamente, ma in modo altrettanto pericoloso, nei confronti della figlia Blànaid).
I reiterati tentativi di isolare la moglie per poter esercitare il proprio potere senza interferenze, hanno però il prevedibile effetto di risvegliare con potenza l’istinto di protezione delle sorelle, da sempre abituate a fare rete. Perché se è vero che ognuna di loro nasconde un personale motivo di rancore nei confronti del cognato, è la vista della sorella “prosciugata” dal marito ad attivare un sistema di allarme impossibile da silenziare. Una rappresentazione contemporanea e puntuale nella descrizione di certi momenti chiave e rivelatori (la scoperta del reggiseno della figlia, le piccole manipolazioni per minare l’autostima della moglie e via dicendo) che, senza compromettere il clima di divertimento che permea tutto lo show, viene recepita come inaccettabile dallo spettatore. E già questo vale la visione di questa serie.
La recensione in breve
Brillante e divertente, Bad Sisters sfrutta sapientemente un mix di generi per coinvolgere lo spettatore e toccarne diverse corde, e al contempo mette in scena la rappresentazione di rapporti fondati sul sostegno reciproco (quello fra le sorelle) e rapporti inquinati dalla mascolinità tossica. L'ottimo cast fa il resto.
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