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Home » Serie TV » Recensioni serie TV » Black Bird, la recensione: un thriller perfetto da un’incredibile storia vera

Black Bird, la recensione: un thriller perfetto da un’incredibile storia vera

La recensione di Black Bird, miniserie di AppleTV+ firmata da Dennis Lehane con protagonisti Taron Egerton e Paul Walter Hauser.
Luca LiguoriDi Luca Liguori7 Agosto 20227 min lettura
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Black Bird, i due protagonisti della miniserie AppleTV+
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La serie: Black Bird, 2022. Creata da: Dennis Lehane. Cast: Taron Egerton, Paul Walter Hauser, Ray Liotta, Greg Kinnear, Sepideh Moafi. Durata: 60 minuti/6 episodi. Dove l’abbiamo vista: su AppleTV+, in lingua originale.

Trama: L’incredibile storia vera di Jimmy Keene, ex star del football giovanile diventato spacciatore e condannato a 10 anni di reclusione. Mentre è in carcere gli viene proposto un patto dall’FBI: in cambio della sua libertà, dovrà essere trasferito in un carcere di massima sicurezza e far confessare un uomo sospettato di essere uno spietato serial killer.


In un’estate particolarmente ricca di serie di grande richiamo e ad altissimo budget, la piattaforma Apple Tv+ continua a fare breccia nel cuore degli appassionati seriali con prodotti magari meno appariscenti ma di altissima qualità. Come vedremo in questa recensione di BlackBird, questa miniserie dimostra ancora una volta come bastino davvero pochi ma fondamentali elementi per fare bene, a patto che ci sia fin da subito la volontà di voler realizzare un prodotto di alto livello: perché la verità è che su qualsiasi altra piattaforma questa Black Bird sarebbe diventato un prodotto poco più che mediocre da inserire nel fiorente filone del true crime. E invece ci ritroviamo davanti all’ennesimo gioiello che rende ancora una volta Apple TV+ un must have per tutti agli appassionati di serie.

Una trama ed un autore da thriller per una storia incredibile ma vera

Tarin Egerton in Black Bird

Se non fosse per il romanzo autobiografico del 2010, In with the Devil: a Fallen Hero, a Serial Killer, and a Dangerous Bargain for Redemption, scritto (insieme a Hillel Levin) dallo stesso James “Jimmy” Keen, si farebbe davvero fatica a credere che una storia del genere non sia frutto di un esperto giallista o scrittore di thriller. Dubbi che aumentano quando si nota nei titoli di testa il nome di quel Dennis Lehane, già autore di successi quali Mystic River, Shutter Island e Gone Baby Gone. E invece è (quasi) tutto vero: è vero che Keen scelse di fare questo folle e pericoloso patto con i federali, è vero che più volte rischiò la sua stessa vita in carcere e sono tristemente reali tutte le storie che ci verranno raccontate di questi delitti terribili e in parte ancora irrisolti di giovanissime ragazzine innocenti.

Non è difficile quindi capire la fascinazione di un autore del calibro di Lehane per una vicenda del genere: da una parte c’è un giovane uomo, forte e sicuro di sé, disposto a fare qualsiasi cosa pur di evitarsi dieci anni di carcere; dall’altra un uomo goffo dalla psiche fragilissima che forse nasconde dentro di sé una belva feroce e incontrollabile, o forse è semplicemente vittima di un sistema che lo vuole a tutti i costi incastrare. In mezzo una corsa contro il tempo, un carcere pericoloso e imprevedibile e la consapevolezza che da questo confronto dipende il destino di molte famiglie.

Taron Egerton e Paul Walter Hauser: una sfida attoriale in un crescendo di tensione…

Black Bird: i protgaonisti Taron Egerton e Paul Walter Hauser

Ovvio che avere Lehane alla sceneggiatura è già di per sé un’importante garanzia di qualità, ma in una miniserie come Black Bird sono i due protagonisti a fare la differenza.
Taron Egerton, classe 1989, è già da tempo uno dei migliori attori della sua generazione e soprattutto ha dimostrato più volte di essere particolarmente versatile: dalla saga di Kingsman a Rocketman, non ha sbagliato un colpo. E come Jimmy Keene potrebbe aver trovato un ruolo ancora più perfetto, proprio perché gli permette di portare il suo naturale carisma in un contesto dove quella freddezza e quella forza può semplicemente salvargli la vita. È come se il suo Keene fosse costretto ad indossare una maschera per la maggior parte del tempo, ma sono proprio i momenti in cui il “travestimento” quasi cede e vengono fuori le reali emozioni, che diventa evidente che attore mostruoso sia ormai diventato. E di come sia pronto ad una carriera fatta anche di ruoli drammatici e sempre più complessi.

Ancora più impressionante, a nostro parere, è Paul Walter Hauser: fino a poco tempo fa più caratterista e attore comico (sui veda anche il suo Stingray in Cobra Kai) che drammatico, ma portato alla ribalta grazie all’ottima performance nel Richard Jewell di Clint Eastwood. In Black Bird la performance di Hauser è quello che fa davvero la differenza, è quella che instilla continuamente dubbi, che costringe l’altro protagonista, ma anche e soprattutto lo spettatore, a provare al tempo stesso disgusto e tenerezza.

È il rapporto tra Jimmy Keene e il suo Larry Hall ad aumentare il coinvolgimento e a far salire costantemente la tensione, fino a riportare alla nostra mente esempi straordinari quali Mindhunter o The Night Of, se non addirittura un certo cinema di David Fincher. Quella di Hauser è un’interpretazione maestosa proprio perché quasi sempre inesplosa ma ricchissima di sfumature; ma è anche un’interpretazione che avrebbe potuto tranquillamente sfociare nella macchietta: con quelle basette enormi, quella vocina sottile al limite del ridicolo, il personaggio di Larry Hall è grottesco fin dalla sua prima apparizione, ma il modo in cui è interpretato lo rende immediatamente credibile, pericoloso, fragile. Lo rende umano in tutte le possibili accezioni del termine.

… e un cast impreziosito dal compianto Ray Liotta

Ray Liotta in Black Bird

Attorno a queste due gigantesche interpretazioni si muove un cast di supporto comunque molto ricco in cui per esempio si fanno notare Greg Kinnear nei panni del detective che primo ha individuato in Hall un potenziale serial killer, e l’affascinante Sepideh Moafi in quello dell’agente federale Lauren McCauley. Ma a colpire al cuore è soprattutto la performance a tratti davvero straziante di Ray Liotta, che qui interpreta il padre malato di Jimmy che nonostante tutto non si da mai per vinto. Vedere l’attore di Quei bravi ragazzi in questo ruolo sapendo che pochi mesi dopo (il 26 maggio del 2022) sarebbe morto, ci fa apprezzare ancora di più quest’interpretazione che a tratti davvero spezza il cuore per intensità.
Non va comunque sottovalutata anche la prova di Jake McLaughlin, che interpreta Gary, il fratello di Larry Hall, e che è protagonista nell’ultimo episodio di due dei momenti più forti e significativi di tutta la miniserie.

Ambizioni alte e un finale che divide

Jake McLaughlin in Black Bird

E visto che l’abbiamo citato parliamo un attimo, senza spoiler ovviamente, del finale. Perché ogni thriller che si rispetti deve avere un finale all’altezza. Ma questo Black Bird, l’avrete capito ormai, è un thriller alquanto atipico. E infatti chi si aspetta grandi colpi di scena o rivelazioni potrebbe in parte essere deluso: ma basterebbe ricordarsi che questa è una storia vera per capire come un certo tipo di narrazione qui avrebbe stonato.

Nonostante questo, o forse proprio per questo motivo, il finale di Black Bird riesce comunque a risultare perfetto, perché si concentra sul raccontare la realtà, quella che una certa America deve affrontare tutti i giorni. Un’America che, come ci viene ricordato, è fatta di spazi enormi e campi pressoché infiniti: che possono nascondere tanti segreti, certo, ma in realtà non si curano poi troppo di celare atteggiamenti retrogradi, spesso al limite della misoginia, che sono tipici di una certa (mancanza di) cultura. Ma che sono la vera causa di tanta violenza e tanta omertà. Black Bird non si chiude con un colpo di scena, ma si chiude con alcuni (non tutti, sia chiaro) dei protagonisti che sembrano aver acquisito una nuova consapevolezza, aver maturato una crescita interiore, aver compreso dove si nasconde davvero il male. Considerato il contesto e considerato che parliamo di storie tragicamente vere, la vera sorpresa è proprio questa.

La recensione in breve

8.5 Appassionante

Black Bird è una miniserie ricchissima di elementi: riesce ad appassionare grazie alla sua trama incredibile ma vera, e si chiude in maniera inaspettata con una splendida riflessione sull'America e sulla natura umana. In tutto questo brillano le due incredibili interpretazioni dei protagonisti: a un Taron Egerton tanto affascinante quanto maturo si contrappone un Paul Walter Hauser ipnotico e mai così bravo.

  • 8.5
  • Voto utenti (1 voti) 8.5
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