La serie: Break Point, 2023. Creato da: James Gay-Rees e Paul Martin Cast: Matteo Berrettini, Rafa Nadal. Genere: documentario, sportivo. Durata: 50 minuti ca./5 episodi.
Dove l’abbiamo visto: Su Netflix.
Trama: Il tennis visto dal punto di vista sportivo, ma anche umano: le gare, i tornei più importanti, ma anche i legami personali. Con i grandi campioni e i talenti emergenti.
“Il tennis è così. In dieci secondi può cambiare tutto. L’energia cambia”. È una delle frasi chiave di Break Point, la serie Netflix dedicata al mondo del tennis, disponibile in streaming dal 13 gennaio con i primi 5 episodi (la seconda parte della serie arriverà a giugno). Nella recensione di Break Point vi racconteremo questo interessante prodotto Netflix, ma anche l’essenza del tennis. Uno sport bellissimo dove la testa conta molto, e dove più che con l’avversario, spesso, si combatte con se stessi. E a volte è proprio questa la sfida più dura. Break Point racconta benissimo la passata stagione del tennis, ma riesce a farci capire molto bene anche cosa passa per la testa di un tennista durante una partita. È una serie da vedere, per appassionati e non.
La trama: Da Nick Kyrgios a Matteo Berrettini
Ognuno dei cinque episodi è un piccolo film, una storia a sé, eppure è legata alle altre. Nell’episodio 1 siamo agli Australian Open, e seguiamo la storia dell’atleta di casa, l’australiano Nick Kyrgios, il “ragazzaccio” del tennis, amatissimo dai tifosi, tanto talentuoso quanto umorale e iracondo. La sua storia inizia quando vince, a 19 anni, a Wimbledon, contro il n.1 del mondo, e la sua vita viene segnata da una pressione che non si aspettava. Kyrgios gioca da solo, ma anche in doppio con l’amico Kokkinakis.
Al centro dell’episodio 2 ci sono il nostro Matteo Berrettini, e la sua compagna Ajla Tomljanović, legati dall’amore e dallo stesso sport, una cosa che li aiuta a capirsi. Sono deliziosi quando guardano L’amore non va in vacanza, una commedia sentimentale: in fondo, con i loro battibecchi, anche loro un po’ lo sono.
L’episodio 3 vede in scena Maria Sakkarī, greca, e Taylor Fritz, che gioca in casa a Indian Wells, California, e porta con sé il peso di essere il giocatore americano più importante al momento. Mentre per Maria il peso è quello di troppe semifinali perse.
La trama: Paula Badosa, Ons Jauber e Rafa Nadal
L’episodio 4 ha al centro due donne: Paula Badosa, spagnola, che al torneo di Madrid gioca in casa, e da n.2 del mondo, e Ons Jauber, prima tennista araba che potrebbe vincere un torneo WTA. Sono due storie diverse tra loro, ma che pongono anche la questione delle donne, che nel tennis sono ancora alla ricerca di una parità con gli uomini a livello di spazi televisivi e ingaggi.
L’episodio 5 vede ancora in scena, dopo il match con Berrettini nella seconda puntata, Sua Maestà Rafa Nadal, il Re della terrea rossa, al Roland Garros di Parigi. Contro di lui due giovani talenti, Casper Ruud, norvegese, e Félix Auger-Aliassime, canadese. Il caso vuole che lo zio di Nadal sia diventato l’allenatore di Félix, e che dichiari di tifare per il nipote invece che per il suo atleta. Un’altra storia che neanche a scriverla verrebbe così interessante.
Una storia di legami
Come avrete capito, Break Point è una serie che punta sullo sport, certo, ma anche e soprattutto sul fattore umano, sui legami. Legami d’amicizia, d’amore, di parentela. In questo modo Break Point diventa qualcos’altro di un semplice documentario sulla passata stagione del tennis, ma un racconto dell’umana commedia, una serie di storie universali e archetipiche, che si seguono come se si seguisse una rassegna film di finzione.
Matteo Berrettini come Rocky: cadere e rialzarsi
E come se fosse una serie di finzione, Break Point rispetta le regole dell’epica sportiva, costruendo le sue storie secondo un climax ben preciso, che conclude ogni episodio con la finale di un torneo, e che riesce a fissare alcune scene chiave. Così, la caduta di Matteo Berrettini, per un piede messo male, in fondo è come la caduta di Rocky per un pugno. Poco importa come sia avvenuta. Importa che sia un momento chiave di un match e del racconto. E importa il fatto che, comunque sia andata, ci si debba rialzare e tornare a gareggiare.
Il montaggio è importantissimo
Break Point è una serie dove il montaggio è importantissimo. Dove il risultato finale è la punta dell’iceberg di ore e ore di girato, dei scenari privati e pubblici. Si tratta di vedere centinaia di partite di tennis. E una partita di tennis, si sa, è lunghissima. Non è una partita di calcio, dove si possono scegliere i gol per raccontarla. Nel tennis si combatte colpo su colpo, punto su punto. E allora, per raccontare una partita, si tratta di scegliere pochi colpi decisivi e rappresentativi di quella sfida. Un gioco non facile, che riesce anche grazie alle scritte in sovraimpressione.
Storie che neanche un grande sceneggiatore riuscirebbe a immaginare
In questo senso, Break Point si può vedere in due modi. Chi segue assiduamente il tennis sa ovviamente come sono finiti quei tornei e quelle sfide: e allora potrà ripercorrere fatti già noti vedendoli da un altro punto di vista, e apprezzandone il dietro le quinte. Per chi lo segue meno, e non ricorda l’esito di partite e tornei, invece, è come se li vedesse in diretta, solo in modo molto condensato, o seguisse un film sportivo. E il non sapere come va a finire la storia è emozionante, e porta a seguire con interesse ogni episodio. Perché, a volte, lo sport riesce a scrivere delle storie che neanche un grande sceneggiatore riuscirebbe a immaginare.
La recensione in breve
Nella recensione di Break Point vi abbiamo parlato di una serie che racconta benissimo la passata stagione del tennis, ma riesce a farci capire molto bene anche cosa passa per la testa di un tennista durante una partita. È una serie da vedere, per appassionati e non.
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Voto CinemaSerieTv