La serie: Carnival Row 2, 2023. Creata da: René Echevarria, Travis Beacham. Cast: Cara Delevingne, Orlando Bloom, Simon McBurney, Tamzin Merchant, David Gyasi, Andrew Gower, Indira Varma, Jared Harris. Durata: 45 minuti circa/10 episodi. Dove l’abbiamo visto: in anteprima su Prime Video.
Trama: In una Burgue sull’orlo della guerra civile, Philo e Vignette cercano di dare il proprio contributo nella lotta tra esseri umani e creature fatate.
A quasi tre anni e mezzo dal suo debutto sulla piattaforma Prime Video, Carnival Row torna con una seconda nonché ultima stagione, per tirare le somme – forse un po’ prematuramente – della serie tv fantasy con protagonisti Cara Delevingne e Orlando Bloom. Facciamo quindi ritorno a Burgue, cittadina neo-vittoriana dalle atmosfere steampunk nella quale convivono, non senza tensioni e difficoltà, esseri umani e creature magiche fuggite da una terra ormai devastata dalla guerra. Un già precario equilibrio messo definitivamente in crisi da una serie di efferati omicidi sui quali inizia ad indagare l’ispettore Rycroft ‘Philo’ Philostrate (Bloom), un ex soldato che condivide un passato difficile con la fata ribelle Vignette Stonemoss (Delevingne).
Nella nostra recensione di Carnival Row 2, andremo prima a fare un breve recap di quello che era successo alla fine della prima stagione, per poi dare uno sguardo – ovviamente senza spoiler – al destino di Philo e Vignette dopo la loro reclusione nel ghetto riservato alle creature fatate. Gli episodi della stagione 2, 10 in tutto, saranno rilasciati settimanalmente su Prime Video, ma noi abbiamo potuto vederli in anteprima nella loro completezza. Scoprendo, purtroppo, che la lunga attesa della serie ideata da René Echevarria e Travis Beacham non è stata ripagata nel modo in cui ci saremmo aspettati.
Dove eravamo rimasti
Nel corso delle sue indagini, Philo (Orlando Bloom) aveva scoperto che l’autore degli efferati delitti non era altro che un Darkasher, creatura mostruosa composta da parti di animali morti e creata da un essere umano che ne diventa, a tutti gli effetti, il suo padrone. In questo caso, era stata Piety (Indira Varma) a dar vita alla feroce belva, con l’obiettivo di eliminare proprio l’ispettore di polizia, figlio illegittimo del Cancelliere Absalom Breakspear (Jared Harris) – marito di Piety – e di Aisling – una fata – e, per questo, per metà creatura fatata, un “critch”. Una volta eliminata Piety e, di conseguenza, il mostro, sembra prospettarsi un periodo di pace per la città di Burgue. Ma quando Jonah Breakspear (Arty Froushan) prende il posto del padre Absalom in Parlamento e stringe un’alleanza con Sophie Longerbane (Caroline Ford) – colei che aveva rivelato a Piety di Philo proprio per scatenare il caos – inizia un nuovo periodo di repressione per le creature fatate. Quando Philo e Vignette provano a scappare dalla città, infatti, vengono bloccati e la ragazza relegata a Carnival Row, un vero e proprio ghetto per i critch. Per rimanere insieme a lei, Philo si autodenuncia come metà fatato, dando il via ad una nuova vita per entrambi.
La trama di Carnival Row 2: la vita nel ghetto
Nella seconda stagione di Carnival Row, Burgue è sull’orlo della guerra civile, a causa dell’editto emanato dal nuovo cancelliere Jonah Breakspear che – come abbiamo già detto – relega tutte le creature fatate della città nel ghetto di Carnival Row. E mentre Philo, uomo di legge ormai caduto in disgrazia, aiuta la polizia a risolvere una serie di omicidi ancora più sconcertanti dei precedenti, Vignette è impegnata con i Black Raven, banda criminale di fatati che sopravvivono con il contrabbando e il gioco d’azzardo, mentre cercano di vendicarsi per i soprusi subiti dai leader degli esseri umani. Philo e Vignette si ritrovano, così, sempre più in disaccordo su quale sia la via giusta da perseguire per ottenere il riscatto delle creature fatate. Nel frattempo, una nuova minaccia arriva da oltreoceano: oltre alle vicissitudini e agli intrighi politici di Burgue, infatti, seguiamo anche il viaggio di Imogen Spurnrose (Tamzin Merchant) e il suo partner, il fauno Agreus Astrayon (David Gyasi), nel paese del Patto, ora alle prese con una violenta guerra civile dopo anni di battaglie con Burgue.
Il tema dell’oppressione
Il tema cardine attorno al quale ruotano questi nuovi episodi di Carnival Row è sicuramente quello della lotta all’oppressione. Sebbene, infatti, gli equilibri tra esseri umani e creature fatate fossero già piuttosto precari nella prima stagione della serie, l’editto di Jonah e la conseguente relegazione nel ghetto dei critch, dà vita a una nuova e insanabile frattura tra i due mondi. Una spaccatura che, come vedremo chiaramente fin dall’inizio, alcuni cercheranno di appianare, altri, invece, non faranno altro che esacerbare con le proprie azioni. Quest’ultimo è il caso della banda dei Black Raven, votati a una disperata lotta contro l’oppressore che, però, non fa altro che alimentare ulteriore violenza. É su questo tema, infatti, che Philo e Vignette si dividono nettamente: sostenitore di un’azione più diplomatica il primo, improntata verso la rivoluzione la seconda, le strade dei due prenderanno spesso direzioni indipendenti nel corso della serie, deludendo chi sperava in una stretta collaborazione della coppia.
Una stagione slegata
Il principale – e non di poco conto – difetto che abbiamo riscontrato in questa seconda stagione di Carnival Row risiede nella sua sceneggiatura. Nel corso dei dieci episodi che la compongono, infatti, abbiamo percepito una mancanza di direzione dell’intero impianto narrativo, come se il desiderio di dar vita a uno show tentacolare avesse in realtà portato a un’eccessiva dispersione, con le diverse sottotrame e i vari personaggi completamente slegati tra loro. E anche il tentativo di unire tutto quanto sotto il grande cappello della lotta tra esseri umani e creature fatate si esaurisce poi in fugaci riflessioni su concetti sociali importanti ma trattati con superficialità. Vediamo questa frammentazione in primis nella relazione tra quelli che sono i protagonisti dello show, uniti a tutti costi nel finale della prima stagione e adesso ognuno intento a perseguire – in modo del tutto separato – i proprio obiettivi. Ma lo vediamo anche seguendo il viaggio di Argeus e Imogen, interessante ma troppo distante, sia geograficamente che a livello narrativo dalla storia principale.
Uno show bello da guardare
Uno dei punti forti di Carnival Row rimane sicuramente il comparto degli effetti speciali che si conferma, come nella prima stagione, assolutamente di prim’ordine. Il lungo periodo di tempo a disposizione e probabilmente un budget molto elevato da parte di Amazon Studios hanno dato vita a uno show in cui ogni elemento appare curato nei minimi dettagli, dalle creature fatate nelle quali ci imbattiamo nel corso degli episodi alle location, estremamente dettagliate e realistiche. Un aspetto che, al netto di una sceneggiatura non all’altezza delle aspettative, permette comunque allo spettatore di immergersi nelle atmosfere steampunk e neovittoriane di Burgue, rendendo Carnival Row una serie almeno visivamente accattivante.
Il cast di Carnival Row 2
La seconda stagione di Carnival può contare su molti dei volti noti che abbiamo imparato a conoscere nei precedenti episodi. Troviamo, ovviamente, Cara Delevingne e Orlando Bloom, nei panni rispettivamente di Vignette e Philo, ma anche Karla Crome (Tourmaline, fata poetessa amica di Vignette), Andrew Gower (Ezra, il fratello di Imogen) e Simon McBurney (Runyan, artista di strada umano), più diverse new entry (Jay Ali, Joanne Whalley e Joanne Whalley, per citarne alcuni) i cuoi personaggi scopriremo, pian piano, avanzando nella visione. Sebbene l’interpretazione fornisca performance di qualità in grado di risollevare, almeno in parte, le sorti dello show, la sceneggiatura frammentata, purtroppo, ne va a indebolire la caratterizzazione, restituendo personaggi appiattiti e poco interessanti.
La recensione in breve
Dopo un'attesa di quasi quattro anni, la seconda stagione di Carnival Row non si rivela all'altezza delle aspettative, con un impianto narrativo slegato e dispersivo e dei personaggi appiattiti. Rimane un punto di forza dello show il comparto effetti speciali, che realizza un'ambientazione visivamente accattivante.
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