La serie: Ci vediamo in un’altra vita, 2024. Creata da: Jorge Sánchez-Cabezudo, Alberto Sánchez-Cabezudo. Cast: Roberto Gutiérrez, Pol López, Tamara Casellas, Quim Ávila, Mourad Ouani, Jaime Zataraín. Genere: Drammatico, poliziesco. Durata: 30 minuti circa/6 episodi. Dove l’abbiamo visto: su Disney+.
Trama: La storia di Gabriel Montoya Vidal, criminale 16enne che, nel 2004, rimase coinvolto nel trasporto degli esplosivi utilizzati per i terribili attentati di Madrid di quell’anno.
A chi è consigliato? A chi è interessato a conoscere un altro lato della medaglia dei terribili attentati di Madrid del 2004.
Sono trascorsi quasi dieci anni dall’uscita del libro di Manuel Jabois “Nos vemos en esta vida o en la otra” su Gabriel Montoya Vidal – detto Baby – e due decenni dal terribile attentato jihadista avvenuto a Madrid l’11 marzo 2004. Un tragico evento che provocò 1.857 feriti e portò alla morte di 191 persone, alle quali si è aggiunse un’ulteriore vittima durante le operazioni di polizia a Leganés, in seguito ad un’esplosione kamikaze. Ora Disney+ ha rilasciato una miniserie in 6 episodi che racconta proprio la storia dell’allora adolescente Vidal: il ragazzo fu coinvolto nel trasporto dell’esplosivo utilizzato nell’attentato nella capitale spagnola, diventando poi la prima persona condannata per gli attacchi e fornendo una testimonianza chiave nel mega-processo del 2007.
Come vedremo nella nostra recensione di Ci vediamo in un’altra vita, la serie ideata da orge Sánchez-Cabezudo e Alberto Sánchez-Cabezudo offre uno sguardo approfondito sulla complessità della natura umana, affrontando il concetto di condizionamento sociale e ambientale senza però mai giustificare le azioni compiute dai protagonisti della storia. Allo stesso tempo, funge da testimonianza di una tragedie di dimensioni immense, preservando la memoria collettiva di un momento cruciale della storia recente.
Ero un ragazzino

Lo show, attraverso tre linee temporali – il periodo prima degli attentati, il processo e l’uscita dal carcere minorile – si ispira all’intervista rilasciata da Gabriel Montoya Vidal soprannominato Baby al giornalista Manuel Jabois per portare sullo schermo i retroscena della vita del ragazzo ma anche di tutti quei piccoli delinquenti che finirono per avere un ruolo nel più grande attentato jihadista mai realizzato in Europa. Cresciuto in un contesto di disagio e microcriminalità nella cittadina spagnola di Avilés, nella zona centrale della costa delle Asturie, la vita del 16enne Gabriel cambia radicalmente quando fa la conoscenza di José Emilio Suárez Trashorras, delinquente locale che, in breve tempo, introduce Gabriel al mondo dello spaccio di hashish. Ciò che il ragazzo, però, è che la droga di Emilio serve a finanziare il terrorismo e che il suo nuovo amico, commercia in esplosivi grazie al suo lavoro passato in miniera.
E così, nel corso di quello stesso anno, il 2004, Baby si trovava coinvolto, insieme a José Emilio Suárez Trashorras, nel trasferimento dell’esplosivo che sarebbe stato utilizzato dalla cellula terroristica per fabbricare le bombe. Questi ordigni sarebbero poi esplosi a bordo di quattro treni pendolari in viaggio tra Alcalá de Henares, un comune a sud-est di Madrid, e la stazione di Atocha, nel cuore della capitale spagnola.
Soldato del male

Ci vediamo in un’altra vita offre uno sguardo approfondito sulla complessità della natura umana e sulla moralità in contesti estremi. Gabriel Montoya Vidal, rappresentato come una sorta di “soldato del male” di Emilio Suarez Trashorras, incarna il concetto della “banalità del male”, secondo cui individui ordinari possono compiere azioni terribili in circostanze eccezionali. Gabriel, giovane e vulnerabile, fin dalla tenere età si ritrova coinvolto in un mondo di violenza e criminalità, dove le regole sono diverse e la sopravvivenza è prioritaria; per questo, pur pentendosi delle conseguenze dei suoi atti, il ragazzo non rimpiange ciò che ha fatto, poiché per lui quello rappresentava l’unico modo possibile per adattarsi all’ambiente ostile e pericoloso nel quale era nato e cresciuto.
Attraverso il personaggio di Gabriel e il suo coinvolgimento negli attentati di Madrid del 2004, la serie esplora quindi in profondità il concetto di condizionamento sociale e ambientale. Influenzato dalle circostanze della sua vita e dalle persone che lo circondavano, il giovane si ritrova infatti coinvolto in azioni terribili senza rendersi pienamente conto delle loro implicazioni morali. La serie, pur non fornendo alcuna giustificazione o attenuante al suo protagonista, si pone comunque l’obiettivo di mettere in discussione le nostre percezioni di giusto e sbagliato, esaminando come le persone possano essere plasmate dalle loro esperienze e dalla società in cui vivono.
Uno scopo più alto

La serie televisiva Ci vediamo in un’altra vita non intende offrire una storia di redenzione ma, piuttosto, fungere da testimonianza di una tragedia di proporzioni immense: gli attentati di Madrid del 2004. Questo evento ha lasciato un’impronta indelebile sulla società spagnola e mondiale e, a vent’anni di distanza da quelle terribili vicende, è più che mai rilevante e necessario discuterne. Molti dei potenziali spettatori della serie potrebbero non aver vissuto direttamente quegli eventi o essere stati troppo giovani per comprenderli appieno al momento. Tuttavia, attraverso la narrazione delle vicende che hanno preceduto gli attacchi alla capitale spagnola, è possibile far emergere l’importanza del ricordo e del confronto con l’orrore passato; in questo modo, non solo si preserva la memoria collettiva di un momento cruciale della storia recente ma si lavora per la costruzione di una società più consapevole e inclusiva.
Lo show, inoltre, si mostra rispettosa nei confronti delle vittime e dei loro cari, offrendo uno sguardo obiettivo e senza concessioni sui protagonisti di quegli eventi, mettendo in scena le loro azioni e le loro motivazioni senza cercare di giustificarle. Infine, mette in luce la necessità di smettere di mistificare il male e di riconoscerlo per ciò che è: azioni compiute da semplici esseri umani spinti da interessi personali e non incarnazioni di forze sovrannaturali o del destino.
La recensione in breve
Ci vediamo in un'altra vita offre uno sguardo approfondito sulla complessità della natura umana, affrontando il concetto di condizionamento sociale e ambientale senza però mai giustificare le azioni compiute dai protagonisti della storia. Allo stesso tempo, funge da testimonianza di una tragedie di dimensioni immense, preservando la memoria collettiva di un momento cruciale della storia recente.
Pro
- Si pone come testimonianza di una tragedia che non va dimenticata
- Offre uno sguardo approfondito sulla complessità della natura umana
Contro
- A volte non è facile seguire le tre diverse linee temporali
- Voto CinemaSerieTV