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Home » Serie TV » Recensioni serie TV » Daisy Jones & The Six, la recensione della serie Prime Video con Riley Keough

Daisy Jones & The Six, la recensione della serie Prime Video con Riley Keough

La recensione di Daisy Jones & The Six: la serie Prime Video, in streaming dal 3 marzo, ci immergere nel rock anni Settanta, un’epoca unica.
Maurizio ErmisinoDi Maurizio Ermisino3 Marzo 20237 min lettura
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Daisy Jones & The Six
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La serie: Daisy Jones & The Six, 2023. Creato da: Scott Neustadter e Michael H. Weber.
Cast: Sam Clafin, Riley Keough, Camila Morrone, Suki Waterhouse. Genere: Drammatico, musicale. Durata: 10 episodi da 45-50 minuti.
Dove l’abbiamo visto: Su Prime Video, in anteprima.

Trama: La storia di una band che è uscita dall’anonimato e ha avuto un grandissimo successo. Ma, dopo un concerto sold-out al Soldier Field di Chicago, sparisce. A distanza di vent’anni, i componenti della band hanno finalmente deciso di raccontare la verità..


“I’m dancing barefoot heading for a spin, some strange music draws me in, makes me come on like some heroine”. Avete presente quella funzione che, ogni volta che vediamo una serie in streaming, ci permette di saltare la sigla ogni volta che vediamo un nuovo episodio? Ecco, come vi spiegheremo nella recensione di Daisy Jones & The Six, la nuova serie Prime Video, in streaming dal 3 marzo con i primi tre episodi (con nuovi episodi ogni venerdì fino al 24 marzo), stavolta non lo farete. Perché sui titoli di testa ascoltiamo la meravigliosa Dancing Barefoot di Patti Smith. È un pezzo storico della musica rock di fine anni Settanta. In pochi minuti, quella canzone ci dice già tutto, detta la linea, e ci fa capire che ci immergeremo in una storia ambientata in quel mondo e in quell’epoca. Per chi conosce il rock, un’epoca unica. Daisy Jones & The Six è la storia di una band immaginaria, raccontata come se fosse vera, tra mockumentary e affresco d’epoca. Un viaggio nel rock che coglie l’essenza di una musica e di un’era, ma raccontato con una delicatezza e una malinconia inedite per un prodotto di questo tipo. È nostalgico e lirico.

La trama: Ascesa e caduta di Daisy Jones & The Six

Daisy Jones & The Six, una scena

Basata sul romanzo di Taylor Jenkins Reid, Daisy Jones & The Six racconta l’ascesa e la precipitosa caduta di una famosa, immaginaria, rock band. Nel 1977, Daisy Jones & The Six sono sul tetto del mondo. Merito dei due leader, due cantanti carismatici. Daisy Jones (Riley Keough) è stata una ragazzina innamorata del rock e di una rockstar che l’ha trattata in modo indelicato. Così ha deciso che non sarebbe stata più la stessa. Si è scelta un nome, e ha deciso che avrebbe preso in mano il suo destino, imbracciando una chitarra e iniziando a scrivere canzoni. Billy Dunne (Sam Claflin), suona da sempre con la sua band, The Dunne Brothers e poi The Six. Le due strade sono destinate ad incontrarsi. E così la nuova band è uscita dall’anonimato e ha avuto un grandissimo successo. Ma, dopo un concerto sold-out al Soldier Field di Chicago, sparisce. A distanza di vent’anni, i componenti della band hanno finalmente deciso di raccontare la verità.

Il mockumentary: così la band sembra davvero esistita

Daisy Jones & The Six, una scena

Daisy Jones & The Six è un musical drama, ma anche un mockumentary. La storia di finzione, girata in modo classico, si alterna alle interviste tipiche di un documentario, con i personaggi che parlano guardando in macchina e le scritte in sovrimpressione a indicarci chi sono. Ovviamente, non sono i veri personaggi ma gli stessi attori, truccati come se fosse passato il tempo, che si prestano al gioco. Un po’ come accadeva in Tonya, ma senza quel tono ironico e sarcastico che in quel caso serviva a raccontare l’assurdità della storia. Qui la parte di mockumentary serve a dare una patina di verità a una storia immaginaria, a farci percepire quella band inventata dalla penna di un romanziere come un gruppo che ha fatto davvero la storia del rock. Missione compiuta: dopo pochi minuti sentiamo Daisy Jones & The Six come se fosse una band che è davvero esistita. E ci appassioniamo alle loro vicende.

Gli anni Sessanta e i Settanta, il big bang del rock

Daisy Jones & The Six, una scena

La storia del rock, dicevamo. Per chi ama questa musica, Daisy Jones & The Six è una serie imperdibile. Perché ci immerge immediatamente e irreversibilmente in quel mondo, gli anni Sessanta e i Settanta, che sono stati il big bang del rock. Ci perdiamo lungo il Sunset Strip di Los Angeles, la storica strada dei locali. Entriamo nel leggendario Whisky a Go Go, dove suonano i Doors e i Byrds, o il Troubadour, sul Santa Monica Boulevard, reso famoso da Elton John. Sono gli anni degli Who, dei Led Zeppelin, dei Cream. E quel nome, Daisy Jones, evoca David Jones, che era il vero nome di David Bowie. Per chi ama il rock è una storia piena di suggestioni e di rimandi. Daisy Jones & The Six è una band immaginaria, ma dentro ci troverete i Fleetwood Mac, soprattutto, ma anche i Jefferson Airplane.

Un punto di vista femminile

Daisy Jones & The Six, una scena

I Fleetwood Mac e i Jefferson Airplane avevano questo di particolare. Erano delle band formate da uomini e donne, una cosa non usuale all’epoca. E questo, soprattutto nella storia dei Fleetwood Mac, fece sì che il lavoro si mischiasse con l’amore, il che rendeva tutto più magico, più intrigante. Ma anche, come si può immaginare, più complicato. Quello che ci piace di Daisy Jones & The Six ha a che fare proprio con questo. Rispetto ad altri rock movies su artisti realmente esistiti, come The Doors, o su band immaginarie, come il seminale Quasi famosi (Almost Famous), in cui il punto di vista non poteva essere che maschile, qui la storia ci arriva anche dal punto di vista femminile. Viviamo infatti la storia da due punti di vista: quello di Billy, ma anche quello di Daisy. E delle altre donna della storia: Karen, la tastierista della band (la minuta e intrigante Suki Waterhouse) e Camila, la compagna di Billy (la bellissima e sensuale Camila Morrone).

Un Almost Famous con meno testosterone, la versione pacata di Vinyl

Daisy Jones & The Six, una scena

Tutto questo rende Daisy Jones un Almost Famous con meno testosterone e con più sensibilità, o la versione pacata di Vinyl. O, se volete, la versione collettiva di È nata una stella. Nel rapporto tra Billy e Daisy ci sembra di vedere quello tra i protagonisti del classico che è tornato più volte sullo schermo, l’ultima volta con le interpretazioni vibranti di Lady Gaga e Bradley Cooper. Questo modo più femminile, delicato, di raccontare una storia che potrebbe sembrarci già vista rende Daisy Jones & The Six qualcosa di unico, diverso dal solito. Il tono del racconto è meno epico, glorioso, ma più lirico, intimista. La serie Prime Video è nostalgica, romantica, sognante, intrigante, ipnotica. Va seguita abbandonandosi al racconto, immergendosi in quel mondo fatto di studi di registrazione, locali fumosi, chitarre e palcoscenici. A qualcuno il ritmo potrà sembra forse lento, ma è una scelta legata al tono particolare che si è scelto di dare alla storia. Forse c’è qualche stereotipo di troppo, come l’alcolismo di Billy. Ma volendo raccontare un mondo come quello del rock, ci sta anche quello.

Riley Keough, l’aura della star

Daisy Jones & The Six, una scena

La storia del rock è stata fatta dalle canzoni, dalle chitarre elettriche. Ma anche dai corpi e dai volti delle rockstar, magnetiche presenze in grado di conquistare il pubblico anche con la loro bellezza e il loro carisma. E, anche in questo, Daisy Jones & The Six fa centro, azzeccando i protagonisti. Sam Clafin (il Finnick Odair di Hunger Games, visto anche in Enola Holmes e Peaky Blinders), che interpreta Billy, ha il volto della rockstar, e qui raggiunge una maturità che gli permette di mettere in scena tutte le sfaccettature del suo personaggio. In quei tratti spigolosi, quella mascella quadrata, che nascondono una fragilità di fondo, Clafin sembra un predestinato. Così come è una predestinata l’attrice che dà il corpo e il volto a Daisy: è Riley Keough, la figlia di Lisa Marie Presley: è la nipote di Elvis Presley e di Priscilla. Modella e attrice, ha i tratti del Re del Rock, occhi blu e uno sguardo magnetico, e un’aderenza al ruolo in cui non si possono sentire gli echi della storia della sua famiglia. Ha un’aura da star, e non può essere altrimenti. Ha l’aura per essere una perfetta Daisy Jones.

La recensione in breve

8.0 Epocale

Come vi abbiamo raccontato nella recensione di Daisy Jones & The Six, la serie è la storia di una band immaginaria, raccontata come se fosse vera, tra mockumentary e affresco d’epoca. Un viaggio nel rock che coglie l’essenza di una musica e di un’era, ma raccontato con una delicatezza e una malinconia inedite per un prodotto di questo tipo. È una serie nostalgica e lirica.

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