La serie: Élite, 2023. Creata da: Carlos Montero e Darío Madrona. Attori: Omar Ayuso, Omar, Valentina Zenere, André Lamoglia, Carmen Arrufat, Alex Pastrana, Álvaro de Juana, Ander Puig, Ana Bokesa. Genere: Adolescenza, Mystery, Thriller. Durata: 60 minuti ca./8 episodi. Dove l’abbiamo vista: su Netflix, in lingua originale.
Trama: In questa nuova stagione, all’inizio del secondo semestre, gli studenti devono affrontare i demoni personali che avevano ignorato. Un ex studente ritorna per fare i conti con la morte di Samuel. Nuovi personaggi fanno la loro comparsa e sicuramente scuoteranno le dinamiche all’interno di Las Encinas.
Da quando è arrivata su Netflix nel 2018, Élite ha guadagnato una schiera di fan che non hanno più abbandonato i conflitti di questo teen drama per tutte le successive stagioni. Quest’oggi, approda sulla piattaforma streaming la penultima stagione della fortunatissima serie tv spagnola, con nuovi volti nel cast di attori internazionali, a interpretare le new entry della prestigiosa scuola privata Las Encinas. Nella settima stagione, seguiremo il viaggio di Omar, che decide di lasciare per un momento il college e di tornare a scuola dove dovrà affrontare i fantasmi del senso di colpa, dovuto alla morte di Samuel, tra le altre circostanze. Inoltre, il resto degli studenti sta soffrendo silenziosamente il proprio inferno.
Nei suoi momenti migliori, Élite si è affermata come una serie in cui coesistevano drammi adolescenziali, colpi di scena ottimi per una serie di stampo adolescenziale, suspense coinvolgente e una curiosa galleria di personaggi. La chiave per far funzionare il tutto era saper agitare bene il cocktail, perché separatamente avrebbe sempre funzionato peggio della somma delle sue parti. Questo aspetto vincente, va sottolineato, ha iniziato a svanire con la dipartita di Darío Madrona, co-creatore di insieme a Carlos Montero, ed è andato sempre più peggiorando, aspetto che analizziamo in questa recensione di Élite 7.
Élite 7, la trama: non puoi sfuggire a Las Encinas
Dopo l’omicidio di Samuel per mano di Benjamín, Omar cerca di allontanarsi da Las Encinas rifugiandosi nell’ambiente universitario. Tuttavia, il personaggio interpretato da Ayuso fatica a liberarsi dal suo passato. Tormentato dal senso di colpa, va in terapia, dove gli viene consigliato di tornare a Las Encinas per far fronte alle sue ferite una volta per tutte. Il ritorno di questo personaggio permetterà allo spettatore di esplorare le tragedie degli altri studenti della scuola privata, affrontando in maniera molto più ampia il tema della salute mentale.
L’amore è ancora una volta uno dei temi centrali della serie tv, portato avanti soprattutto dal personaggio di Fernando Lindez, nuovo studente e l’asse del nuovo triangolo amoroso di Élite 7. Arriva a Las Encinas insieme a Ivan (André Lamoglia) con l’obiettivo di lasciarsi alle spalle una vita piena di problemi. Il brasiliano cerca di dimenticare Patrick (Manu Ríos), mentre si riprende dall’incidente e dalla morte del padre, ignaro che qualcuno del suo passato arriverà a sconvolgere ancora di più il suo mondo. La relazione tra Isadora (Valentina Zenere) e Dídac (Álvaro de Juana) vivrà un momento di crisi a causa dei loro problemi familiari e al clan di Nico (Ander Puig) si aggiungerà il cugino Eric, interpretato da un altro dei nuovi arrivati, Gleb Abrosimov. Questo personaggio è il più vendicativo del nuovo gruppo.
Soprattutto nei primi tre episodi di Élite 7, notiamo come la fiction cerchi di ritornare alle origini, o forse a trame già viste nel corso delle stagioni. Alcune sono riuscite, come quelle romantiche – raccontano una storia molto simile a un’altra seguita dal pubblico in passato, anche se con qualcosa di diverso – altre sono più pesanti, come quelle legate ai crimini. Ma tutte hanno un legame comune: non si preoccupano di essere il più possibile palesi nel far emergere la loro natura provocatoria ed esagerata.
Las Encinas nel corso del tempo
Dalla sua première nel 2018, il corpo studentesco di Élite è cambiato più volte: membri del cast originale come Ester Expósito, Jaime Lorente e Miguel Herrán hanno lasciato la serie, e altri nomi si sono aggiunti nelle ultime stagioni, come Pol Granch, Manu Ríos e il vincitore del Goya Adam Nourou, tra gli altri. Ora la produzione Netflix affronta la sua settima stagione con Omar Ayuso come rappresentante della prima generazione della serie e nuovi acquisti che promettono, ancora una volta, di rivoluzionare la storia.
In questa settima stagione, Élite punta su un cast adulto con nomi potenti come Leonardo Sbaraglia e Maribel Verdú, il cui personaggio sorprenderà. La Verdú interpreta la madre di uno dei nuovi studenti, interpretato da Mirela Balić. L’attrice di “Zorras” è convincente nel ruolo di Chloe, una delle sorprese di questo lotto. Chloe, a prima vista, ama lo scandalo e la provocazione. Tuttavia, il suo comportamento audace nasconde profonde insicurezze e un rapporto tossico con la madre Carmen, amante della bella vita e della seduzione, che compete con la figlia in molti modi.
Un declino progressivo (e prevedibile)
Stagione dopo stagione, episodio dopo episodio, nessuno dei personaggi della serie è semplicemente felice, non mostra alcun umorismo o empatia per la sofferenza degli altri. Agli sceneggiatori non interessa il sollievo. Gli obiettivi del team sono chiari: vogliono scioccare; e non c’è shock possibile se non c’è qualche personaggio nudo, ferito o drogato da mettere sul palcoscenico. Non c’è nessun luogo di conforto in cui lo spettatore possa rifugiarsi, nessuna coppia tenera, nessuna amicizia sincera, nessuna vera redenzione. A un certo punto tutto sarà tradito, ferito, non rispettato.
Un punto a favore di questa settima stagione di Élite è sicuramente il fatto che la serie è progressivamente maturata toccando temi importanti nell’attualità, con più o meno forza, come la precarietà del lavoro, l’ingiustizia sociale, la violenza di genere e la salute mentale. Per il resto, tutto si gioca attorno al fattore nostalgia, esemplificato dal ritorno di un personaggio storico come Omar. Non è neppure un elemento che aggiunge valore a questi nuovi episodi, ma si limita a riprodurre uno schema narrativo di cui la serie tv spagnola ha già usufruito abbastanza.
In sostanza, Élite gira e rigira intorno allo stesso vecchio mulino: nonostante sia una produzione mediaticamente ed economicamente redditizia, i suoi obiettivi – e la resa generale – sono più confusi che mai, vittime di sceneggiature scritte con il pilota automatico che guardano di traverso l’algoritmo. Questa settima, e penultima, stagione non farà cambiare idea a nessuno. Se avevate intenzione di guardare Élite, la guarderete, e se non l’avete fatto, non lo farete. La serie ha giocato con gli estremi fin dal suo esordio e così continua a fare. Perché di questo si tratta, di far ruotare le trame alla ricerca di un dialogo sociale – magari un dibattito acceso -; di far sospirare molti per vite fittizie impossibili da seguire se non si esce da un copione; di conquistare con scene oniriche e feste infinite.
La recensione in breve
Tutto ciò che accade in Élite 7 è una costante corsa in avanti senza spiegazioni o profondità. Ancora una volta, la nuova stagione della serie spagnola è un déjà vu di ciò che accade ormai da diverse stagioni, nonostante il tentativo di condurre un'indagine diversa da quella a cui eravamo abituati precedentemente.
-
Esausta