Titolo Episodio: The Eye La serie: Il Signore degli Anelli – Gli Anelli del Potere, del 2022. Creata da J. D. Payne e Patrick McKay. Cast: Morfydd Clark, Robert Aramayo, Charles Edwards e Ismael Cruz Córdova.
Genere: Fantasy. Durata: 69 minuti ca. Dove lo abbiamo visto: Su Prime Video, in lingua originale.
Trama: Gli eventi dello scorso episodio hanno lasciato un segno nelle Terre del Sud e nulla sarà più come prima. Elrond e Durin fanno una scoperta. Nori e i Pelopiedi fanno strani incontri.
I amar prestar aen.
Il mondo è cambiato.
Erano le prime parole di Galadriel che, per la prima volta, ci introducevano nel mondo della Terra di Mezzo nel primo capitolo di una celebre trilogia. Proprio quel prologo sta alla base de Il Signore degli Anelli – Gli Anelli del Potere, che racconterà nel dettaglio quei “cinque minuti in cinque stagioni“. Dopo aver visto l’episodio della settimana scorsa, il sesto, possiamo dire che sì, il mondo della Terra di Mezzo, nella sua Seconda Era, è davvero cambiato.
Lo vedrà Galadriel, aprendo gli occhi, osservando queste diverse Terre del Sud, divorate dalle fiamme del Monte Fato appena risvegliatosi. Ma quello che racconterà questo penultimo episodio della stagione non è un cambiamento che si limita a un confine geografico.
Ed è proprio di cambiamenti che parleremo in questa nostra recensione de Gli Anelli del Potere 1×07, un episodio che ha il sapore della prima parte di un epilogo, che con le sue rivoluzioni più che chiudere cancelli, si apre a un nuovo mondo ancora tutto da scoprire. Meno spettacolare del precedente, ma con una qualità costante che raramente si trova in una serie alla sua prima annata. A patto di stare al gioco dell’epica narrata e portare pazienza.
La trama all’ultimo atto
Non faremo ovviamente spoiler, perché di eventi in questo settimo e penultimo episodio della prima stagione de Il Signore degli Anelli – Gli Anelli del Potere ne accadono parecchi e sarebbe davvero degno di un orco raccontare la trama nei dettagli. Basti sapere che l’episodio si apre con una sequenza che abbiamo già avuto modo di vedere all’interno del materiale promozionale: Galadriel si sveglia in un mondo irriconoscibile. Intorno a lei la cenere e il fuoco, polvere e morte. Il Monte Fato si è risvegliato e ha portato con sé distruzione e desolazione. Ha reso verdi terre panorami rossi sangue. Ha spazzato via la speranza e dato vita a un punto di non ritorno.
La trama di The Eye coinvolge, finalmente, tutti i protagonisti principali della vicenda, da Galadriel a Elrond e Durin, che devono venire a patti con il padre del nano per stringere un’alleanza tra razze. Proprio quest’ultima storyline regala alcuni dei momenti più densi dell’episodio, con un confronto tra generazioni che colpisce il cuore per il suo legame con la contemporaneità. Grande spazio, finalmente, anche per i Pelopiedi e Nori, che dovranno fare i conti con i cambiamenti in atto e faranno strani incontri. La sensazione generale, per come si svolgono le varie storie, è quella dell’ingresso nell’ultimo atto di questa stagione, che però, più che chiudere pezzi di narrazione serve a poggiare lo sguardo verso le prossime stagioni.
La straordinaria bellezza dell’epica
È un elemento che ci sta molto a cuore e che, in qualche modo, ritorna costantemente nelle nostre recensioni de Gli Anelli del Potere. Solo un’altra serie in tempi recenti era riuscita a racchiudere in una maniera così esemplare le caratteristiche di un racconto epico dal sapore leggendario, ed era l’ottava stagione di un altro racconto fantasy (molto diverso nelle premesse e negli sviluppi, sia chiaro). Con Gli Anelli del Potere si ha una sensazione simile, ma se possibile persino migliore. Si respira e si assapora la Terra di Mezzo, luogo fantastico che sembra appartenere a un tempo distante che fa parte solo di una dimensione cinematografica. Come nella scorsa settimana, anche questa settima puntata diretta da Charlotte Brändström fa leva sulla bellezza sconcertante delle immagini, regalando alcune delle inquadrature più suggestive della stagione.
E della forza del racconto attraverso le immagini Gli Anelli del Potere non vuole proprio saperne di fare a meno. I momenti migliori di questi 69 minuti hanno a che fare con sequenze mute, dove è la colonna sonora (maestosa, perfetta) di Bear McCreary a parlare, dove sono gli sguardi umidi, le labbra tremolanti, le mani che porgono frutti o stringono bastoni a fare tutta la differenza del mondo. Questa capacità di raccontare coi silenzi è sinonimo di alta fiducia nella scrittura, non sempre centrata allo stesso modo – va detto – e che cerca una fiducia piuttosto cieca da parte dello spettatore.
È il patto dell’epica: credere sempre nella dimensione del racconto, percepirne i simbolismi e accettare che quello che ci viene raccontato non è solo qualcosa di gigantesco, ma anche di mitologico. Una modalità di narrazione che si sposa a fatica con la ricerca di una comprensione immediata degli eventi da parte degli spettatori. Gli appassionati tolkieniani troveranno qualche elemento discordante rispetto al canone dello scrittore, che verrà sicuramente spiegato meglio in un futuro, però, al momento imprecisato, forse sin troppo distante per essere semplicemente accettato.
Cambiare per il futuro
Al di là di questi leggeri inciampi, però, Gli Anelli del Potere continua a rispettare il cuore delle opere di Tolkien, regalandoci uno sguardo che sa travalicare i confini della Terra di Mezzo e arrivare sino al nostro presente, parlandoci direttamente, proprio come i grandi racconti sanno fare. È nel confronto generazione tra un padre e un figlio, tra una regola tradizionale e la rottura della stessa, tra un’idea e la sua realizzazione, che la serie mette in scena la voce del mondo del cambia. Così come quello ideato da Tolkien, così il nostro. Persino gli orchi di Adar abbracciano questo cambiamento, positivo dal loro punto di vista, di rottura nei confronti del passato.
In questo conflitto che coinvolge il presente “scialacquando il futuro per rimanere ancorato al passato“, The Eye sembra riferirsi al nostro, di occhio. Che osserva ed è invitato a proseguire la visione, non solo per il prossimo conclusivo episodio, ma per quelli a venire. Ed è a questo punto che siamo anche obbligati a portare più pazienza del previsto: a dispetto di come siamo abituati negli ultimi tempi, questa prima stagione de Gli Anelli del Potere non nasconde la propria identità, precisa e insindacabile. Quella di essere una lunga introduzione a un racconto ancora tutto da scoprire, non chiusa in sé stessa, ma aperta verso il futuro. Forse proprio questo è il cambiamento più rivoluzionario e sconcertante dell’opera: avere una così enorme fiducia nel futuro che colpisce come un occhio luminoso in una terra di oscurità.
La recensione in breve
Il settimo episodio de Gli Anelli del Potere (1x07) prepara il terreno per il finale di stagione. Coinvolgendo tutti i personaggi e raccontando del profondo cambiamento avvenuto nella Terra di Mezzo (e nei protagonisti della storia), l'episodio regala sequenze di grande impatto e forte emozione. Chiedendo, però, allo spettatore molta fiducia per il futuro della serie, non solo per il finale della prossima settimana, ma per le stagioni successive.
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