La serie : Gli Orrori di Dolores Roach, 2023. Creata da : Aaron Mark. Cast: Justina Machado, Alejandro Hernandez, K. Todd Freeman, Kita Updike, Ilan Eskenazi. Genere: Commedia, horror. Durata: 25 minuti ca. /8 episodi. Dove l’abbiamo visto: su Prime Video, in lingua originale.
Trama: Dopo aver scontato una condanna di sedici anni, Dolores Roach (Justina Machado) torna a Washington Heights, un quartiere che ora definisce “ripulito”. Qui rivede Luis, un amico che fa uso di erba. Luis le permette di lavorare come massaggiatrice nel seminterrato del suo locale di empanadas. Quando la ritrovata stabilità è a rischio, Dolores “Mani magiche” compie gesti estremi per sopravvivere.
Su Prime Video è arrivata una nuova miniserie per gli amanti dell’horror, che unisce amore, tradimento e cannibalismo, dando un tocco personale a una vecchia leggenda metropolitana. Stiamo parlando de Gli orrori di Dolores Roach, in origine un one-woman show teatrale del 2015, prima adattato in “versione” podcast per Spotify nel 2018, e che ora è stato trasformato in una mini-serie dal gigante della vendita online. Al centro di questa triplice gestazione transmediale c’è l’aggiornamento e la ricollocazione della figura di Sweeney Todd, il famoso barbiere e serial killer del folklore inglese, a cui Tim Burton ha dedicato un film musicale nel 2007. Un progetto dalla genesi sorprendente che, come dicevamo, nasce da una pièce teatrale off-Broadway scritta da Aaron Mark che trasformava la Dolores Roach del titolo in una sorta di Sweeney Todd del Quartiere Latino di New York. Dopo il successo del podcast, i produttori e le piattaforme che avevano precedentemente rifiutato il progetto si sono contesi i diritti e, alla fine, è stata Blumhouse Production a vincere su tutti. Un po’ Sweeney Todd, un po’ commedia, un po’ horror e un po’ critica sociale, questa recensione de Gli Orrori di Dolores Roach vuole mettere in luce come la serie sia un’aggiunta scoppiettante all’abbondante catalogo di Amazon Prime che, senza prendersi troppo sul serio, potrebbe divertirvi se seguite la sua corrente, o meglio… le sue tracce di sangue.
Gli Orrori di Dolores Roach, la trama: empanadas…succulente
Non c’è più il diabolico barbiere di Fleet Street, che sgozzava i suoi clienti prima che la sua amante riempisse le torte con la carne delle sue vittime, nella fumosa Londra industriale del XIX secolo. C’è Dolores Roach, una donna di origine portoricana che, dopo aver trascorso sedici anni dietro le sbarre per coprire il suo socio spacciatore, si gode amaramente la sua relativa libertà. Senza notizie di Dominic, l’amore della sua vita per il quale ha scontato la pena, Dolores deve affidarsi al suo talento di massaggiatrice per ritrovare una parvenza di indipendenza. Seduta nel seminterrato del negozio di empanadas del suo vecchio amico Luis, una specie di fumatore stacanovista, “Mani magiche” Dolores intravede la possibilità di una riappacificazione.
Ma questo senza contare un istinto omicida, probabilmente fomentato dalle agonie della reclusione, e una dose incomprimibile di follia… Dolores finisce per uccidere il proprietario del negozio (iracondo dato che la donna non sta pagando l’affitto) dopo un massaggio un po’ troppo pesante. Fortunatamente, il suo amico Luis, decisamente intraprendente, ha un asso nella manica e i resti del defunto proprietario finiscono triturati… in empanadas. Il successo è immediato e il negozio – che era stato abbandonato dai clienti del quartiere newyorkese di Washington Heights – torna a funzionare grazie a queste nuove empanadas con la loro ricetta segreta. Ma le scorte di carne si stanno esaurendo e le mani magiche di Dolores dovranno presto tornare in azione. Lottando per trovare un lavoro, Dolores apre un centro massaggi nel seminterrato del negozio e tutto va bene fino a quando, in un impeto di rabbia, uccide l’assillante padrone di casa di Luis sul suo lettino da massaggio. Il corpo scompare quando Dolores va a prendere fiato, e le cose prendono una piega inquietante quando la donna si rende conto che Luis è un cannibale, un uomo più squilibrato di quanto pensasse.
Un horror “di quartiere”
Questa divertente creazione di Aaron Mark (già autore dell’opera teatrale e del podcast) è assolutamente piacevole da guardare, anche se indulge in alcune facilonerie, come l’invasiva voce fuori campo, che sottolinea costantemente l’azione in modo fin troppo cadenzato e, soprattutto, non richiesto. Justina Machado (attrice non protagonista di prestigio in una miriade di serie tra il 2000 e il 2010, tra cui l’immortale Six Feet Under) ritrae in modo appropriato il personaggio tormentato di Dolores, un mix di grande energia, malinconia e follia omicida pronta a esplodere. Anche il suo partner in crime (Alejandro Hernandez) è delizioso nei panni di un finto buffone con un debole per le droghe leggere e il cannibalismo.
Sebbene la serie fatichi a trovare il giusto equilibrio tra commedia e horror, mostra sempre una rinfrescante irriverenza e una parvenza di rivalsa sociale, in particolare nella sua corrosiva rappresentazione di Washington Heights: un ex quartiere operaio della Grande Mela trasformato dalla gentrificazione, dove i negozi locali sono stati sostituiti da caffetterie alla moda e i delinquenti di buon cuore da hipster amanti del caffellatte. La serie opera in gran parte in interni – il negozio di empanadas, l’appartamento dove vivono Luis e Dolores – ma si sente comunque legata al quartiere, trasmettendo la sensazione di esistere in quel luogo e, in modo macabro, restituendogli la sua identità che è andata perduta.
Studio sociale sospeso tra horror e comedy
Il nuovo ripieno delle empanadas è un successo (“empanadas muy locas”, le chiamano), l’attività si risolleva e con lei anche Dolores. Ma, naturalmente, ben presto i clienti iniziano a voler sapere cosa è successo alla proprietaria (Cyndi Lauper), alcuni personaggi del passato della donna ricompaiono, mettendo in pericolo la sua situazione attuale e, una volta che ne ha ucciso uno, per quanto lo trovi ripugnante (Dolores non si diverte a farlo, per non parlare delle persone che mangiano il frutto del suo “lavoro”), non è così difficile continuare a farlo. In tutto ciò Luis, che per vari motivi non sembra essere schizzinoso di fronte a nulla, continuerà a provare nuove e apparentemente gustose ricette.
Questa prima stagione de Gli Orrori di Dolores Roach si conclude in modo aperto, ponendo le basi per un sequel che arriverà o meno, a seconda del suo successo. A giudicare dal calore del pubblico e dalla buona accoglienza della critica, possiamo augurare il meglio a questa serie simpatica e intelligente, ricca di osservazioni inquietanti e con un tema e un cast che le conferiscono un plus, uno di quelli che la rendono interessante non solo per i fan dell’horror tradizionale. Pur non raggiungendo le vette di altre storie horror a tema sociale, riesce a presentare una storia di genere da una prospettiva latina senza necessariamente forzare le motivazioni dei personaggi: sono tangibili, passano per le strade di un quartiere in cui il sangue è l’unico modo per sopravvivere.
La recensione in breve
Per gustarsi al meglio Gli Orrori di Dolores Roach bisogna assecondare il ritmo di questa serie, apprezzarne ogni svolta surreale e creativa - molto spesso non giustificate nè giustificabili - e soffermarsi su come la black comedy sia spesso il veicolo migliore per fare satira sociale.
- Voto CinemaSerieTv