La serie: Grease: Rise Of The Pink Ladies, 2023. Creata da: Annabel Oakes.
Cast: Marisa Davila, Cheyenne Isabel Wells, Ari Notartomaso, Tricia Fukuhara, Shanel Bailey. Genere: Musical, period drama. Durata: 50 minuti ca./10 episodi
Dove l’abbiamo visto: Su Paramount+, in anteprima.
Trama: Quattro studentesse “disadattate” si uniscono per riscattare se stesse, e dar vita a una serie di eventi che cambieranno per sempre la Rydell High.
C’era una volta Grease, c’erano John Travolta e Olivia Newton-John. C’erano gli anni Cinquanta, le canzoni che abbiamo ballato tante volte in discoteca. Grease è stato uno di quei film che vedevi e rivedevi più volte, che passava spesso in tv. Che trovavi anche riproposto a teatro e, persino, in musical fatto dai bambini nei villaggi vacanze. C’è stato anche un Grease 2, poco calcolato, a dire il vero, che però ci ha regalato una bellissima Michelle Pfeiffer agli inizi della sua carriera Quello di Grease è insomma un immaginario potente, entrato con forza e rimasto dentro varie generazioni. Come vi raccontiamo nella recensione di Grease: Rise Of The Pink Ladies, il mondo di Grease ora arriva in una serie tv che vuole essere un prequel. E, per chi ama Grease, è un po’ un ritorno a casa, ma anche un’operazione che lascia perplessi: grande professionalità, grande mestiere e risorse per quella che è un’operazione ambiziosa, ma manca quell’ingenuità e soprattutto i carismatici volti dell’originale.
La trama: 1954, quattro anni prima di Grease
La trama è questa. Siamo nel 1954, quattro anni prima degli eventi di Grease. Quattro studentesse “disadattate” si uniscono per riscattare se stesse, e dar vita a una serie di eventi che cambieranno per sempre la Rydell High. Le ragazze diventeranno le madri fondatrici della prima cricca del liceo, conosciute come le “Pink Ladies”.
Gli anni Cinquanta riletti oggi
E così ci ritroviamo di nuovo negli anni Cinquanta. Ma è diverso. Se Grease erano gli anni Cinquanta riletti attraverso la sensibilità degli anni Settanta, sull’onda della tendenza lanciata da George Lucas con il suo American Graffiti, questi sono gli anni Cinquanta riletti oggi, settanta anni dopo. C’è una bella differenza. I filmmaker degli anni Settanta i Cinquanta e i Sessanta li avevano vissuti, li sentivano dentro, erano testimoni di quell’epoca; oggi, che sono passati 60 o 70 anni, è un’epoca molto lontana. Di quegli anni, insomma, sembra non arrivare a noi l’anima, ma solo l’immagine. E così di quegli anni ci sono bellissimi abiti: l’immancabile chiodo, il giubbotto di pelle dei T-Birds, le giacche rosa della Pink Ladies, i jeans, le giacche da college, le gonne ampie e quelle scarpe bianche e nere, che indossa la protagonista, come le indossava la Audrey Horne di Sherilyn Fenn ne I segreti di Twin Peaks. Ci sembra come se un brand di moda avesse deciso di rilanciare la collezione anni Cinquanta e che tutto sia stato preparato per l’occasione.
30 nuove canzoni
Siamo negli anni Venti del Duemila, e nel frattempo sono passate tante serie, come Glee e High School Musical, ma anche come Riverdale e affini. Così, oltre che di Grease, questa serie è figlia anche di quelle esperienze. Anche il film originale era un musical, certo, ma la nuova serie lo è nettamente di più. E, se nell’originale i numeri musicali si innestavano molto naturalmente e organicamente nel racconto, qui spesso sembrano prendere il sopravvento nella storia. Come dicevamo, sono realizzati magistralmente: i numeri sono coreografati alla perfezione e gli attori sono bravissimi a cantare e ballare oltre che recitare. Le canzoni originali ci sono (una nuova versione di Grease Is the Word apre lo show) aggiornate ai suoni di oggi, e ci sono ovviamente molte canzoni nuove (sono state scritte 30 canzoni originali). Tutto, però, dà l’idea di essere troppo perfetto. E di lasciare una certa freddezza in chi guarda.
Marisa Davila è la star
Come vuole la tendenza in atto oggi, il cast rispetta etnie e diversità, ed è composito. Le protagoniste femminili, come detto, sono tutte bravissime e preparatissime. Sono Marisa Davila, Cheyenne Isabel Wells, Ari Notartomaso, Tricia Fukuhara, Shanel Bailey, Su tutte, e non poteva essere altrimenti, visto che è la protagonista, spicca Marisa Davila, nei panni di Jane Facciano. Già bambina prodigio, l’abbiamo vista in I Am Not Okay With This e Atypical. Volto pulito e spigoloso, sguardo fiero e intelligente, attraversa la serie con degli occhiali anni Cinquanta sul volto che caratterizzano immediatamente il personaggio. A ballare e a cantare è bravissima, e l’anima dello show è lei.
La recensione in breve
Come vi raccontiamo nella recensione di Grease: Rise Of The Pink Ladies, per chi ama Grease è un po’ un ritorno a casa, ma anche un’operazione che lascia perplessi: grande professionalità, grande mestiere e risorse per quella che è un’operazione ambiziosa, ma manca quell’ingenuità e soprattutto i carismatici volti dell’originale.
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