Titolo episodio: L’apparenza La serie: Guillermo del Toro’s Cabinet of Curiosities (id.) del 2022. Regia di: Ana Lily Amirpour Cast: Kate Micucci, Martin Starr, Dan Stevens
Genere: horror Durata 64 minuti. Dove lo abbiamo visto: in anteprima stampa, in lingua originale.
Trama: Stacey è una donna considerata strana e diversa dalle altre colleghe di lavoro. Ha passioni particolari e una bellezza che non corrisponde ai canoni previsti. Tutto, però, sarà destinato a cambiare, quando Stacey scoprirà una miracolosa e particolare crema per il viso.
Finalmente è arrivato.
Abbiamo dovuto attendere ben tre episodi, di livello altalenante, con parecchi pregi ma anche con qualche mancanza che ne minava il risultato complessivo, prima di trovare il primo vero gioiello di Guillermo del Toro’s Cabinet of Curiosities. Il primo che non solo sembra dare senso all’operazione della serie, ma anche a portare in scena una vera e propria visione autoriale, tanto da giustificare e rendere merito al nome dietro alla macchina da presa. Ana Lily Amirpour, una regista che si era posta sotto i riflettori grazie al suo film d’esordio A Girl Walks Home Alone at Night e che coi film successivi aveva confermato il suo carattere (anche se l’ultimo Mona Lisa and the Blood Moon aveva più di qualche problema).
Un talento che, come vedremo in questa nostra recensione del quarto episodio di Guillermo del Toro’s Cabinet of Curiosities, torna a risplendere pienamente, come la pelle della protagonista Stacey, interpretata da un’ottima Kate Micucci, dopo una cura di bellezza che deve soddisfare i requisiti che la società impone per essere riconosciuti. Un tema che in L’apparenza, questo il titolo dell’episodio, si tramuta con coraggio in un body horror d’autore.
La trama si fa bella
Stacey è una donna diversa dalle altre. Non è bella (almeno non come viene intesa la bellezza tra le sue colleghe, adoranti del make-up, dei seni grossi, degli interventi chirurgici), è impacciata, ha passioni che oseremmo dire particolari. Ciò non toglie che Stacey non sappia cosa sia la bellezza: appassionata e praticante di tassodermia, Stacey impaglia animali, rendendoli perfetti per l’eternità. Occhi perlati, interiora tolte e sostituite con fili, accuratamente lavati: gli animali di Stacey corrispondono all’ideale di bellezza su cui lei vorrebbe specchiarsi. Cosa che può finalmente accadere quando, durante una notte passata davanti alla tv e dopo l’utilizzo di una crema per il viso che le ha provocato una reazione sulla pelle, Stacey decide di cambiare totalmente.
Convinta dallo spot pubblicitario che sembra rivolgersi direttamente a lei, Stacey ordina una cassa di cosmetici, che non smettono di irritarle l’epidermide, e che – a detta del compagno – le stanno facendo un lavaggio del cervello. Non basterà per fermare il raggiungimento dell’obiettivo della nostra protagonista: essere bella come le altre, smettere di essere diversa, essere accettata e invidiata.
È una trama, quella de L’apparenza, titolo esplicativo della tematica dell’episodio, presentato come sempre da Guillermo del Toro pronto a spiegare subito la metafora (e senza riuscire comunque a negare il fascino della visione) che parla alla nostra contemporaneità, pur rifacendosi a un’estetica e a un gusto per la narrazione legata agli anni Ottanta. Molti i riferimenti ai classici di Stephen King (Carrie su tutti), a quelli di Clive Barker (Hellraiser applicato all’estetica personale) e ovviamente al body horror di Cronenberg, mescolati sapientemente da Amirpour che dona all’episodio una qualità inaspettata e sorprendente.
Una visione unica
Quanto serve una personalità dietro la macchina da presa? Ve lo diciamo subito: tantissimo. Sempre, ma soprattutto nel cinema horror, dove le storie corrispondono a topoi ormai ben riconoscibili e già raccontati, ma che, con il giusto regista, sono capaci di ricevere nuova linfa vitale. È il caso de L’apparenza che accoglie al meglio la sfida della serie Netflix e regala un episodio in cui la voce di Ana Lily Amirpour non solo è presente, ma è anche la conditio sine qua non della sua riuscita. Capace di legare le diverse ispirazioni, di pastellare con la luce donando un look all’episodio quasi pop (d’altronde si parla di televisione e bellezza, no?), di unire l’orrore più puro e misterioso con un retrogusto assurdo e comico, la regista crea una visione unica, distinguendosi da quanto già visto precedentemente nella stessa serie.
Un modo di portare in scena la storia e di appartenere a una serie antologica da manuale e che rende questo quarto episodio una delle punte di diamante dell’operazione. Per il coraggio, per il tema affrontato (instaurando un dialogo con il presente che mancava nei tre episodi precedenti), ma anche per un finale che non ha il sapore di già visto. A quel punto poco importa se il canovaccio narrativo non è troppo originale: lo è la voce.
Una protagonista indimenticabile
Colpisce come una stilettata nel cervello l’interpretazione di Kate Micucci, una perfetta outsider che crea un legame con lo spettatore dalla prima inquadratura. Impacciata all’inizio e poi vittima di sé stessa e della sua follia, fino a trasformarsi e mutarsi, come dal bruco alla farfalla, Micucci si rende costantemente credibile, lavoro non facile in una storia del genere. La sensazione, alla fine della visione, è quella non solo di essersi trovati di fronte a un talento davvero particolare, ma di aver assistito a una performance indimenticabile, che dà vita a un personaggio che, una volta scoperto, faticherà a passare in secondo piano.
Complice anche un finale particolarmente azzeccato, dove un lungo primo piano, con un obiettivo distorto, spoglia ancora una volta l’ideale a lungo voluto. Starà allo spettatore guardare un po’ più in là della superficie, andando oltre l’apparenza delle cose. Non è questo che fanno i curiosi? Non è così che si scopre l’orrore nascosto?
La recensione in breve
Il quarto episodio di Guillermo del Toro's Cabinet of Curiosities è il primo vero gioiello della serie. Nonostante un soggetto non troppo originale, L'apparenza vince grazie allo stile unico della regista Ana Lily Amirpour che dona carattere e una visione tutta sua, giustificando l'operazione della serie. Totalmente in parte la protagonista Kate Micucci, un personaggio difficile da scordare.
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