Titolo episodio: Il modello di Pickman La serie: Guillermo del Toro’s Cabinet of Curiosities (id.) del 2022. Regia di: Keith Thomas Cast: Ben Barnes, Crispin Glover, Oriana Leman.
Genere: horror Durata 63 minuti. Dove lo abbiamo visto: in anteprima stampa, in lingua originale.
Trama: Will Thurber è un giovane studente di belle arti la cui vita verrà rivoluzionata con l’arrivo di un nuovo studente, Richard Pickman, i cui quadri particolari sembrano contenere un terribile segreto.
Il terzo giorno della serie antologica curata da Guillermo del Toro è dedicato alle storie di una delle migliori penne della letteratura dell’orrore. Un vero caposaldo del genere quale H.P. Lovecraft, scrittore che nei suoi brevi racconti era capace di ammaliare il lettore raccontando le paure, i mostri e l’invisibile più indicibile. Già apparso in un’altra serie antologica americana, Mistero in Galleria, a firma di Rod Sterling, sembra quasi un duplice omaggio nel ritrovare Il modello di Pickman anche in Cabinet of Curiosities, la cui struttura omaggia proprio quelle pietre miliari della serialità degli anni Cinquanta e Settanta.
Come vedremo nella nostra recensione del quinto episodio Guillermo del Toro’s Cabinet of Curiosities, l’adattamento del racconto di Lovecraft per la regia di Keith Thomas regala esattamente quel tipo di atmosfera: gotica, misteriosa e di stampo classico. Un omaggio che, però, sorprende meno del previsto.
La trama: dipingere l’orrore
Disegnate ciò che vedete. È l’insegnamento principe, il mantra che William Thurber, studente di belle arti con un innato talento nel disegno, segue pedissequamente alla scuola, dimostrandosi uno dei migliori tra gli allevi. Le cose sono destinate a cambiare con l’arrivo di un nuovo studente, Richard Pickman. Dall’aria misteriosa e silenziosa, Pickman si distingue sin da subito durante una lezione di disegno. Invece del modello di fronte a sé inizia a dipingere qualcosa di più macabro, aspetto che caratterizza tutte le sue opere. Instaurando un particolare rapporto con lui, Thurber proverà una strana confusione nell’osservare i dipinti di Pickman. Che possano nascondere un segreto oscuro agli occhi degli uomini? Il potere di Pickman è legato all’immaginazione o anche lui, in maniera del tutto inaspettata e incredibile, sta disegnando ciò che vede davvero?
Il lento ritmo della morte
Catapultandoci agli inizi del Novecento, Il modello di Pickman appartiene a un genere di orrore in cui la costruzione della tensione avviene lentamente, dosata in maniera millimetrica, tanto da far risultare i 63 minuti di durata davvero molto densi. È il ritmo del racconto letterario, che omaggia la maniera più classica di portare in scena storie di questo tipo: prendersi il proprio tempo, giocare soprattutto con la fotografia e l’atmosfera, lasciando che i protagonisti si accorgano piano piano della verità.
Una scelta che appare un chiaro omaggio non solo a Lovecraft stesso, dove si predilige la creazione di un mood invece di descrivere minuziosamente gli eventi (e che nelle opere dello scrittore di Providence equivale all’utilizzo della prima persona come voce narrante, spesso incapace di trovare le parole giuste o narrare i dettagli estetici di ciò che sta osservando), e un omaggio a una forma del racconto cinematografico piuttosto classica.
Ma si tratta anche di una scelta che, per quanto possa risultare affascinante e adatta alla materia, rischia di allontanare la curiosità dello spettatore, che faticherà a trovare un legame forte, anche emotivo, con l’intreccio raccontato.
Un quadro non troppo particolare
La regia di Keith Thomas, autore di un buon esordio nel lungometraggio quale è The Vigil, sembra volersi nascondere all’interno di un racconto classico, risultando per lo più funzionale che personale. Il risultato è un episodio che fa respirare l’atmosfera di Lovecraft, ma risulta sin troppo statico e canonico. Senza forti idee visive (e quando si punta sulla CGI e sul rendere esplicito certi orrori si perde pure il fascino dell’oscurità) e con un cast che non brilla particolarmente, Il modello di Pickman mostra il rovescio della medaglia di un progetto che è volto ad affascinare e tenere impegnati gli spettatori per più giornate all’interno della piattaforma della grande N. Il risultato, però, è il quadro di uno studente tipo, certamente capace, ma lontano dal poter essere esposto con fierezza in una galleria d’arte, come dovrebbe essere questo Cabinet of Curiosities.
Invece, adottando soluzioni poco personali e poco innovative, Il modello di Pickman risulta un’opera che si osserva col giusto interesse, ma che, una volta passati al quadro successivo, ci si è già scordati.
La recensione in breve
Il quinto episodio di Guillermo del Toro's Cabinet of Curiosities, dal titolo Il modello di Pickman, è tratto da un racconto di Lovecraft e ne rispetta la classicità e lo stile. Forse sin troppo, risultando un compitino parecchio impersonale che fatica a coinvolgere davvero lo spettatore nonostante le premesse. Dal ritmo sommesso, si tratta di un episodio che non convince appieno.
- Voto CinemaSerieTv