Titolo episodio: La visita La serie: Guillermo del Toro’s Cabinet of Curiosities (id.) del 2022. Regia di: Panos Cosmatos Cast: Peter Weller, Eric André, Sofia Boutella.
Genere: horror Durata 56 minuti. Dove lo abbiamo visto: in anteprima stampa, in lingua originale.
Trama: Quattro persone vengono invitate nella villa di un ricco benestante, recluso da tempo. Ostentando la sua ricchezza, l’uomo li porterà in una stanza dove è esposto uno strano oggetto…
È tempo di visitare magioni e ville. È tempo di trovare l’orrore fuori dalla propria comfort zone, in luoghi inaspettati, misteriosi e persino magici. L’ultimo dittico della serie antologica targata Netflix prodotta e presentata da Guillermo del Toro si concentra proprio su questo: sul visitare e l’essere visitati. Perché la parola inglese Visitation (che dà titolo alla quarta e ultima giornata di racconti della serier) non significa solo visitare qualcuno, ma anche un evento che porta con sé un messaggio o una punizione da Dio. Una medaglia a due facce che qui, nell’episodio diretto da Panos Cosmatos, rappresenta il suo lato più oscuro.
Come vedremo nella nostra recensione del settimo episodio di Guillermo del Toro’s Cabinet of Curiosities, La visita è forse uno degli episodi più particolari e diversi da tutti gli altri, uno dei pochi in cui la visione del regista si sposa con un’estetica e una narrativa ben definita, anche se il risultato potrebbe non soddisfare completamente il pubblico. Per la prima volta, però, si ha davvero l’impressione di un episodio diverso dal solito, che sa distinguersi dal resto della produzione. E questo è un grande pregio che, arrivati all’ultima giornata di racconti, speravamo di poter vedere prima e più spesso.
La trama: una semplice visita
È il 1979. In una notte oscura rotta solo dalla musica synthwave che proviene da un’auto in corsa, quattro persone si incontrano in un parcheggio pubblico in attesa di essere caricati da un autista. Sono quattro professionisti, ognuno un’eccellenza nel suo ambito (chi legato alla spiritualità, chi alla musica, chi alla scienza e chi alla letteratura), invitati da un misterioso uomo, ricco e potente, nella sua prestigiosa villa. Una volta arrivati, i quattro protagonisti vengono fatti accomodare e verranno accolti da quest’uomo che ostenterà le sue ricchezze e le sue conquiste, dall’impianto audio opportunamente realizzato ad hoc per la casa sino alla più pregiata e pura cocaina da condividere insieme. Ma il pezzo raro della collezione è chiuso in una stanza, un oggetto mai visto prima e che è costato una vera fortuna. I quattro avranno modo di osservarlo e provare sulla loro pelle qualcosa di indescrivibile.
L’orrore arriva piano
La trama de La visita la possiamo definire un semplice pretesto per costruire un episodio decisamente slow burner, che si prende tutto il tempo necessario (e anche qualcosa in più) prima di arrivare alla parte succulenta. Con un minutaggio di un’ora, Cosmatos predilige la staticità delle chiacchiere per almeno tre quarti della durata, rendendo l’episodio parecchio rallentato e alla lunga stancante. Perché i dialoghi tentano di descrivere sin troppo, risultando un po’ troppo démodé e artefatti, passando dall’informalità sino alla riflessione – non particolarmente interessante né centrata – più esistenziale.
Il ritmo cambia quando finalmente i protagonisti si alzano dal divano e procedono alla scoperta di questo misterioso oggetto. È solo allora che l’episodio esplode portando in scena tutto il suo orrore, violento e isterico. Solo allora i fumi dell’alcol e della droga sembreranno diradarsi per lasciar spazio a una brusca accelerazione degli eventi, sanguinosa e inaspettata. Forse tutto questo arriva un po’ troppo tardi, un po’ anestetizzato, anche se non si può non riconoscerne il merito.
Una visione particolare
Perché proprio al penultimo episodio, Guillermo del Toro’s Cabinet of Curiosities trova la forza della visione di un regista, non adatto a tutti, particolare e anche respingente, ma sicuramente personale. Sin dalle prime inquadrature dove la musica esplode dalle casse del nostro televisore, con una grana onnipresente che regala all’episodio un gustoso look materico tipico del girato in pellicola, La visita si dimostra uno dei racconti dal punto di vista estetico più appagante e unico. Basandosi sulle tonalità d’arancione, l’episodio non è simile a nessun’altra delle storie presenti nella serie antologica. E anche se non tutto risulta riuscito (a volte la sensazione è quella di uno showreel di forma più che di contenuto), non si può non apprezzare la volontà di staccarsi dal resto della produzione.
Questa particolare visione si conferma anche nell’utilizzo particolare degli effetti digitali, che coadiuvati da una fotografia che mette in risalto i punti luce, facendoli letteralmente brillare, danno vita a un’estetica che omaggia gli effetti speciali “di una volta”, riuscendo a inserirli al meglio all’interno del look scelto. Tra scie luminose e fulmini quasi disegnati sulla pellicola, La visita funziona soprattutto grazie a questi espedienti visivi. Peccato, quindi, che il tutto venga annacquato in un minutaggio davvero troppo generoso e che avrebbe resto questo settimo episodio un piccolo gioiello, se solo si fosse arrivati prima al dunque.
La recensione in breve
Come l'oggetto misterioso che svolta il percorso narrativo de La visita, il settimo episodio di Guillermo del Toro's Cabinet of Curiosities è sin troppo addormentato e spreca gran parte del suo minutaggio in conversazioni statiche che non coinvolgono quanto vorrebbero. Questo ritmo lento viene spezzato negli ultimi 15 minuti che regalano qualche sorpresa. Peccato che prima questa visione personale, unica e singolare del regista, capace di dare un'estetica tutta particolare, venga così annacquata.
- Voto CinemaSerieTv