La serie: Homicide: New York, 2024. Creata da: Dick Wolf. Genere: True Crime. Durata: 50 minuti circa/5 episodi. Dove l’abbiamo visto: su Netflix.
Trama: La docuserie ripercorre alcuni dei più efferati casi di omicidio della città di New York attraverso gli occhi degli agenti che li hanno risolti.
Squadra che vince non si cambia. Lo sa bene Dick Wolf, celebre creatore del media franchise Law & Order (ma anche di Miami Vice e One Chicago) e appena approdato su Netflix con una nuova serie tv di genere true crime che si pone l’obiettivo di esplorare alcuni dei più efferati casi di omicidio compiuti nella città di New York, ripercorrendoli attraverso i racconti di coloro che li hanno vissuti in prima persona. Dall’accoltellamento di un uomo nel 1997 a Central Park al tristemente famoso massacro del Carnegie Deli del 2001, Homicide: New York porta sullo schermo filmati e interviste di prima mano con gli agenti che hanno portato luce sulle vicende, così come con i sopravvissuti, gli amici e le famiglie delle vittime, tra colpi di scena, svolte impreviste e dettagli spesso strazianti.
Come vedremo nella nostra recensione di Homicide: New York, ciò che distingue questa serie true crime dalle numerosissime altre a disposizione sulla piattaforma è l’attenzione del creatore per i personaggi protagonisti delle vicende; lo show offre infatti al suo pubblico uno sguardo approfondito sugli uomini e sulle donne che hanno seguito e risolto i casi di omicidio trattati, mostrandoli come esseri umani con le proprie insicurezze, avversioni e rimpianti. A volte, però, eccedendo nell’adulazione dei protagonisti.
New York violenta
Sull’isola di Manhattan, esistono due sezioni investigative della omicidi: Manhattan Nord e Manhattan Sud. Indagano sugli omicidi più efferati e intricati. Queste sono le loro storie.
La docuserie di Netflix, Homicide: New York rievoca cinque – uno per episodio – dei casi di omicidio più brutali avvenuti nella città di New York, offrendo al pubblico uno sguardo diretto su quanto accaduto attraverso gli occhi degli investigatori impegnati sul campo. Ma non solo: offre anche l’opportunità agli spettatori di ascoltare le testimonianze dei familiari e degli amici delle vittime (nel primo episodio parla anche un sopravvissuto), un aspetto altrettanto cruciale per comprendere appieno l’impatto devastante che hanno avuto questi tragici eventi.
Il primo episodio, “Il massacro del Carneige Deli“, racconta di una sparatoria che ha letteralmente scosso New York nel 2001, provocando tre morti e due feriti in un appartamento sopra l’iconico locale Carnegie Deli. I detective si impegnano in una caccia senza quartiere per rintracciare gli assassini. Nell’episodio successivo, “Omicidio a Central Park“, il ritrovamento di un corpo brutalmente mutilato nel lago di Central Park porta a la polizia a sospettare di due adolescenti apparentemente innocui. La terza puntata, “Scomparsa a Wall Street“, porta sullo schermo la storia di una madre amorevole e donna delle pulizie scomparsa nel nulla da un edificio di 26 piani nel Financial District. “Assassinio a Midtown“, il quarto episodio, esplora il mistero del feroce assassinio di un uomo d’affari di successo, rimasto insoluto per decenni fino a quando un assistente del procuratore distrettuale e un detective determinato decidono di riesaminare il caso. Infine, “Il serial killer nell’East Harlem” segue la caccia a un assassino seriale che prende di mira giovani vittime di East Harlem, sfuggendo alla giustizia fino a quando non emergono dettagli collegati a crimini commessi anni prima.
Come Law & Order ma nella vita reale
Ogni episodio di Homicide: New York segue il consueto schema narrativo di Law & Order, presentando prima il crimine e poi le successive indagini, che possono estendersi da pochi giorni a molti anni, prima di arrivare all’incriminazione dell’accusato. Il caratteristico suono finale di “Law & Order”, sembra quasi echeggiare alla fine dell’introduzione di ogni episodio di Homicide: New York su Netflix che, difatti, può contare su numerosi membri del team già dietro il celebre franchise della NBC.
Homicide: New York offre tutti gli elementi classici delle produzioni televisive di genere police procedural, in cui Dick Wolf è altamente specializzato: continui colpi di scena, svolte narrative sorprendenti e dettagli spesso strazianti. Tuttavia, in questo show, ogni aspetto delle vicende narrate è assolutamente autentico, dalla profonda sofferenza dei sopravvissuti ai crimini efferati, fino alla complessa lotta per portare i colpevoli di fronte alla giustizia. Come afferma un agente di polizia nella serie, “Ogni caso ti strappa via un pezzetto d’anima“.
La forza risiede nelle persone
La forza di Homicide: New York risiede nel suo approccio realistico alla narrativa true crime. Sebbene, infatti, affronti casi di omicidio scioccanti, la serie offre uno sguardo dettagliato e autentico sulle persone impegnate nelle indagini, rivelando la loro umanità, le loro debolezze e i loro rimpianti. Certo, trattandosi di una produzione di Dick Wolf, noto per la sua rappresentazione spesso idealizzata delle forze dell’ordine, gli agenti vengono presentati sempre ed esclusivamente in maniera positiva; tuttavia, gli stessi detective si pongono spesso domande difficili, riflettendo sulla bontà delle proprie azioni e sull’eventuale margine di miglioramento nel loro operato. “Cosa avrei potuto fare in modo diverso? C’è qualcosa che ho trascurato?” si domanda il detective in pensione Scott Wagner, tormentato dal ricordo di aver interrogato uno degli assassini, senza, all’epoca, aver sospettato la sua colpevolezza. “Queste domande continua a tormentarmi”. Per questi molti investigatori presenti nello show, alcuni casi restano delle ferite ancora aperte, anche se ufficialmente chiusi.
Una delle poche critiche da rivolgere a Homicide: New York riguarda alcune delle interviste, che sembrano scritte per frasi ad effetto, come a voler ulteriormente il duro lavoro e le sfide che i poliziotti della Grande Mela devono affrontare quotidianamente. Queste frasi, spesso ricorrenti e stereotipate, a volte minano l’autenticità del racconto, senza che ve ne sia un apparente motivo: l’ottimo lavoro investigativo mostrato nella serie, infatti, parla già da sé, senza vi sia il bisogno di essere costantemente ribadito. Lo show risulta più coinvolgente quando i soggetti delle interviste si aprono sinceramente, condividendo il modo in cui ogni caso ha influenzato le loro vite.
La recensione in breve
Ciò che distingue Homicide: New York dalle numerosissime serie true crime a disposizione sulla piattaforma è l'attenzione del creatore per i personaggi protagonisti delle vicende; lo show offre infatti al suo pubblico uno sguardo approfondito sugli uomini e sulle donne che hanno seguito e risolto i casi di omicidio trattati, mostrandoli come esseri umani con le proprie insicurezze, avversioni e rimpianti. A volte, però, eccedendo nell'adulazione dei protagonisti.
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