Titolo episodio: King of the Narrow Sea. La serie: House of the Dragon (id.) del 2022. Regia di: Clare Kilner Cast: Paddy Considine, Milly Alcock, Matt Smith, Emily Carey.
Genere: fantasy, drammatico durata 63 minuti. Dove lo abbiamo visto: in anteprima stampa, in lingua originale.
Trama: Dopo gli eventi dell’episodio precedente, a corte si instaurano nuovi equilibri, ma il comportamento di Rhaenyra crea nuove tensioni e spaccature.
Tuoni si sentono in lontananza, il vento soffia. C’è un clima di tensione crescente, di una tempesta che sta arrivando lentamente. Si apre con lo sguardo di Rhaenyra, questo quarto episodio della serie prequel de Il Trono di Spade, dal titolo King of the Narrow Sea (ovvero “Re del Mare Stretto”). Il re a cui si fa riferimento nel titolo è Daemon Targaryen, che dopo gli eventi dell’episodio precedente, vincitore di una guerra contro i Nutrigranchi, si è autoproclamato sovrano. E proprio Daemon e Rhaenyra saranno i protagonisti di questa nuova ora settimanale con la serie targata HBO, disponibile su Sky e NOW in contemporanea, di cui vi parleremo nella nostra recensione di House of the Dragon 1×04, un episodio che ha la forza di una scintilla focosa e che sottolinea l’importanza del sangue. Di una famiglia e di una vergine.
La trama: tra pace e guerra
Con la sconfitta dei Nutrigranchi, vista alla fine del terzo episodio, la pace sembra essere tornata sul regno di Westeros. L’occasione è propizia per insabbiare vecchi rancori e sancire nuove alleanze basate sul rispetto e sul perdono. È così che, con il ritorno del fratello vincente, re del Mare Stretto ma pronto a inginocchiarsi di fronte al vero sovrano dei Sette Regni, il re Viserys sembra mettersi alle spalle le vecchie tensioni.
Così faranno anche l’ormai regina Alicent e la principessa Rhaenyra, amiche separate dal legame matrimoniale della prima con il padre della seconda, e dal nuovo erede maschio che ha fatto scivolare ulteriormente le possibilità della principessa Targaryen di ereditare il Trono di Spade.
Con la prima inquadratura, capiamo subito che l’episodio si concentrerà proprio su Rhaenyra, giovane il cui essere una donna viene costantemente visto come una colpa, un destino scelto dalla nascita che la rende sempre meno considerata (tanto che è persino costretta, contro la sua volontà, a scegliere un marito). E come era successo nella serie madre nei confronti di Daenerys, altra erede Targaryen, dal sangue ribollente, una volta messa eccessivamente in disparte, anche Rhaenyra agirà in maniera inaspettata. Liberandosi dalla prigione politica e sociale, ma causando nuove tensioni e problemi tra le mura del palazzo.
Sesso e politica
Con questo quarto episodio, House of the Dragon continua a focalizzarsi sui due principi che tengono le redini della storia. Da una parte l’intrigo politico in seno alla famiglia reggente dei Targaryen (il fuoco, simbolo della casata); dall’altra la dimensione più umana e intima dei personaggi, tra desiderio di libertà ed emancipazione e un buona dose di violenza e prurito voyeuristico legato alla sfera erotica (il sangue).
Sangue che in questo episodio non si riferisce solo al lignaggio dei personaggi, ma anche al sangue legato alla sfera sessuale. In un episodio più carnale dei precedenti, tinto di colori caldi come la pelle, si alterna il concetto del matrimonio e della purezza verginale. Una purezza che Rhaenyra deve ulteriormente rispettare, ma che è pronta ad offendere, in linea con il carattere del suo personaggio, sempre più tridimensionale. Se il matrimonio viene visto come un accordo politico, il sesso è invece forza motrice della libertà, oltre che del piacere.
Una regia ispirata
A questo proposito basterebbe notare come King of the Narrow Sea si faccia forza con il racconto attraverso le immagini, relegando i momenti migliori al silenzio e all’azione, più che alla parola. A partire da alcune scelte poste a inizio episodio, concentrate sui particolari di Rhaenyra, sino a metterla insieme, nella stessa inquadratura, con Daemon, la regia di Clare Kilner è abilissima nel costruire legami emotivi e narrativi attraverso il quadro.
Persino la scena più erotica e allo stesso tempo dolce dell’episodio, vero e proprio centro tematico del racconto di cui le conseguenze si faranno sentire (salvo sorprese imprevedibili) nei prossimi episodi, predilige gli sguardi dei personaggi, i loro movimenti, i ritmi dilatati e una fotografia soffusa che fa la fortuna dell’episodio. Spogliandosi dei propri abiti, i due personaggi al centro della scena sembrano perdere la loro identità di corte, per liberarsi in tutta la loro umanità. Un racconto che in queste modalità fa alzare il valore di un episodio che, nonostante tutto, fa procedere la storia con eccessiva calma e senza troppi colpi di scena.
Il piacere di guardare
Guardare House of the Dragon è un piacere. Lo diciamo così, senza troppi giri di parole. Arrivati alla quarta settimana ci si rende conto di perdersi in un mondo davvero curato nei minimi dettagli e assolutamente tangibili. Sarà per la cura fotografica, che richiama la scelta delle ultime stagioni de Il Trono di Spade, quasi basata su luce naturale dando vita a immagini quasi affrescate di straordinaria bellezza e tridimensionalità. Sarà per l’amore e la cura che si percepisce nelle scenografie e nei costumi. Sarà che il mondo di Westeros appare davvero tangibile e vero, fatto sta che nei rari momenti in cui si percepisce una forte presenza di CGI, il tutto sembra fuori posto. Complice, forse, un’eccessiva illuminazione che spezza un po’ la sospensione dell’incredulità, anche se va sottolineato che immagini di questo tipo raramente si vedono nel piccolo schermo.
Soprattutto, mai come in questo episodio, il piacere di guardare House of the Dragon deriva anche dal miracoloso cast che sa reggere perfettamente la scena. Matt Smith continua a dare vita a un Daemon mefistofelico che non può che affascinare lo spettatore, dotato di un carisma fuori dal comune. Milly Alcock, invece, in questo episodio si trasforma davvero in una principessa bambina, acquistando quel senso di purezza e ingenuità dettata dalla scoperta e da un momento di vero piacere che lima i suoi caratteri più duri. Finalmente si sente libera e il legame con lo spettatore si forgia ulteriormente. In attesa di quello che accadrà nel prossimo episodio che, visto come veniamo lasciati una volta arrivati ai titoli di coda, non può che essere di rottura.
La recensione in breve
Il quarto episodio di House of the Dragon (1x04) conferma la grande qualità visiva della serie di HBO. Un'ora che presuppone cambiamenti importanti nei personaggi e che sa raccontare, grazie a un'ottima regia e all'interpretazione degli attori, eventi appartenenti alla sfera intima, che tuttavia rivoluzioneranno gli equilibri della storia. Il racconto generale prosegue a un ritmo un po' dilatato, ma c'è una cura così ostentata che non si può che rimanerne ammaliati.
- Voto CinemaSerieTv