La serie: Il clandestino, 2024. Creata da: Ugo Ripamonti, Renato Sannio. Genere: drammatico, giallo, poliziesco. Cast: Edoardo Leo, Hassani Shapi, Alice Arcuri, Michele Savoia, Lavinia Longhi, Fausto Maria Sciarappa, Jonis Bascir, Isabella Mottinelli, Simone Colombari, Tia Architto e Stefano Guerrieri. Dove l’abbiamo vista: Su Netflix.
Trama: Travaglia è un ex ispettore capo dell’antiterrorismo che ha lasciato la Polizia dopo un evento che gli ha sconvolto la vita. Si reinventa come investigatore privato trovandosi coinvolto in una serie di misteri e indagini complesse.
A chi è consigliato? Agli appassionati delle fiction poliziesche e investigative nostrane, aperti anche a esperimenti che guardino più verso il respiro della serialità internazionale.
Su Netflix è arrivata la serie tv con protagonista Edoardo Leo Il Clandestino, andata in onda a inizio aprile in chiaro su Rai Uno, che fonde il fascino delle buddy stories più classiche con un tocco moderno. La storia è quella di Luca Travaglia (interpretato da Edoardo Leo), un ex ispettore dell’Antiterrorismo che, dopo una tragica perdita, vive isolato a Milano. L’incontro con Palitha (Hassani Shapi), proprietario di un’officina, dà vita a una coppia investigativa inedita e i due uniranno le loro diverse personalità per risolvere casi intricati. Come vedremo nella nostra recensione de Il Clandestino, questa serie tv offre una nuova prospettiva nel panorama delle fiction Rai, spostandosi dalla classica commedia familiare a una storia di amicizia e investigazione. Luca, segnato da un passato doloroso, trova in Palitha un alleato insospettabile; la serie esplora il loro rapporto in continua evoluzione, richiamando lo spirito delle serie TV anni Ottanta.
Il clandestino: un’inedita alleanza
Luca Travaglia, prima di perdere Khadija, il grande amore della sua vita, era un stimato ispettore capo dell’antiterrorismo, circondato da amici e collaboratori fidati: Maganza (Fausto Maria Sciarappa), De Giglio (Michele Savoia) e Bonetti (Mattia Mele). Durante un attacco terroristico, Khadija muore e Bonetti perde l’uso delle gambe. La vita di Luca cambia radicalmente: per non sentire dolore, spegne tutte le emozioni, abbandona il lavoro e affoga i dispiaceri nell’alcol. A Milano lavora come buttafuori nei locali notturni e paga le cure di Bonetti, ma il denaro non basta. Decide quindi di diventare la guardia del corpo di Carolina, una ricca donna milanese, e di fare l’investigatore privato insieme a Palitha, il suo padrone di casa. Per risolvere i casi più complessi, Travaglia può contare sull’aiuto di Maganza e De Giglio. Chiunque abbia bisogno di indagini discrete può rivolgersi alla sua agenzia “Il clandestino”. In sei puntate, Luca sarà costretto a confrontarsi con i suoi errori e a scrutare nel passato.
Una Milano multietnica e meno glamour
Il Clandestino sfrutta l’atmosfera investigativa per offrire uno sguardo inedito su Milano, rappresentata nella sua facciata meno glamour e più autentica. Questo scenario convincente riesce a catturarare l’attenzione del pubblico affrontando temi universali come l’amicizia e il desiderio di rinascita. Combinando elementi di crime e drama, con episodi autoconclusivi che si intrecciano grazie a un filo conduttore legato a un attentato del passato, Il Clandestino cerca di unire la tradizione delle fiction Rai con la direzione seriale più attuale, non sempre portando a casa il risultato (soprattutto per quanto riguarda i tanti dialoghi “da fiction), ma risultando quantomeno un esperimento convincente.
La rinascita di Luca Travaglia
Luca Travaglia non è solo un detective in cerca di giustizia, ma anche un uomo che lotta con i propri demoni interiori. Il suo rifugio nell’alcol per evitare di affrontare il passato aggiunge un livello di complessità al personaggio e sceneggiatura riesce a integrare questo travaglio interiore con le indagini, mostrando come la risoluzione dei casi vada di pari passo con il percorso di redenzione del protagonista.
Travaglia è infatti continuamente alle prese con il senso di colpa, la ricerca di verità e giustizia, e le difficoltà nel costruire relazioni interpersonali. La serie affronta con sguardo critico temi come rimorso, pentimento, difficoltà economiche, corruzione e religione, mettendo in evidenza le ingiustizie di un sistema che spesso dimentica i più deboli. Nonostante il suo passato travagliato, Luca cerca di trovare umanità in chi ha perso la speranza, rivelando così il suo personale senso di giustizia. La storia di questo personaggio a tutto tondo, interpretato da un attore che indubbiamente attrae una larga fetta di pubblico, è quanto basta a Il Clandestino per ritargliarsi il seguito a cui ambisce.
La recensione in breve
Nonostante la struttura narrativa e l’atmosfera de Il Clandestino siano familiari, la serie riesce a coinvolgere grazie all’interpretazione del cast e alla profondità dei personaggi.
Pro
- L'intesa vincente fra Edoardo Leo e Hassani Shap
- La volontà di rinnovare l'impianto delle fiction italiane
Contro
- Il linguaggio da prodotto tv rimane, soprattutto nei dialoghi
- Voto CinemaSerieTv