La serie: Il grande gioco, 2022. Creato da: Fabio Resinaro e Nico Marzano, da un’idea di Alessandro Roja.Cast: Giancarlo GIannini, Francesco Montanari, Elena Radonicich. Genere: Drammatico, sportivo. Durata: 50 minuti/8 episodi. Dove l’abbiamo visto: In anteprima stampa, e su Sky Atlantic.
Trama: Un’ex promessa dei procuratori sportivi, finito ai margini del calcio, prova a rientrare in scena, scontrandosi con la più grande società di procura sportiva italiana. Mentre un potente agente russo vuole prendersi tutto.
“Chi sa solo di calcio non sa niente di calcio” ama ripetere un guru del football come José Mourinho. E infatti intorno al calcio ruotano tante altre cose: l’economia, i rapporti umani, il marketing, gli avvocati. Ma, soprattutto, ruotano i soldi. È soprattutto questo che racconta la serie di cui parliamo nella recensione de il grande gioco, il nuovo titolo Sky Original dal 18 novembre in esclusiva su Sky e in streaming solo su NOW, che andrà in onda tutti i venerdì su Sky Atlantic in prima serata per quattro settimane (e disponibile ovviamente on demand). In contemporanea col debutto su Sky e NOW, venerdì 18 novembre alle 21.15 il primo episodio sarà per intero disponibile sul canale YouTube di Sky. Per quasi tutta la durata dei mondiali, allora, Sky ci terrà compagnia con tutto quello che non vedremo in campo, ma con tutto quello che ruota intorno al gioco più bello del mondo. Con una scelta molto originale, la serie Sky Studios e Èliseo Entertainment prodotta da Luca Barbareschi e diretta da Fabio Resinaro (Mine, Dolceroma) & Nico Marzano, ci mostra il calcio da un altro punto di vista: quello dei procuratori. Il risultato è una serie tesa, tachicardica, emozionante e spietata.
La trama: Francesco Montanari è un procuratore sotto accusa
In scena ci sono i grandi protagonisti del calcio di oggi. Non quelli che vanno in campo, i calciatori, ma quelli che, dietro le quinte, tirano le fila di tutto quel mondo. Uno di questi è Corso Manni (Francesco Montanari), ormai ex giovane talento rampante della della ISG, la più grande società di procuratori in Italia, che vive da emarginato dal mondo calcio. È sotto processo per una brutta faccenda di scommesse. C’è pero chi crede in lui. È il giovane procuratore Marco Assari (Lorenzo Aloi). E poi ci sono due calciatori: il campione Quintana e la promessa Antonio Lagioia (Giovanni Crozza Signoris). Per farlo dovrà battersi con i numeri uno del settore, Dino (Giancarlo Giannini) ed Elena De Gregorio (Elena Radonicich), CEO della ISG e sua figlia e vice. Uno scontro tra squali, mentre all’orizzonte si staglia l’ombra di uno squalo ancora più grosso, il procuratore russo Sasha Kirillov…
Il calcio come un intrigo internazionale
Il grande gioco è una serie sul calcio girata come se fosse un intrigo internazionale. Ha il respiro di certi legal thriller, o financial thriller, se preferite. Ha qualcosa di un altro recente progetto di Sky, Diavoli. Come certe spy story, si muove tra tanti luoghi: Milano, Roma, Madrid, il Lago di Como, l’Ungheria, il Trentino. È un racconto tachicardico, adrenalinico, pieno di ansia e di attacchi di panico. Ed è pieno di sesso, di droga. Ma con il calcio al posto del rock’n’roll.
Sky Sport e i codici della comunicazione sportiva
Il grande gioco è una serie che gioca benissimo con i codici della comunicazione sportiva e con i simboli del calcio. La sinergia con un’altra anima di Sky, cioè Sky Sport, permette di far scandire il racconto dalle notizie dei loro tg sportivi, lette dai veri giornalisti, il che riesce immediatamente a creare lo scenario dove si svolge l’azione, e allo stesso tempo di rendere tutto molto credibile e reale. Quanto ai templi del calcio, ecco l’Hotel Gallia, da anni lo storico cuore del calciomercato, e San Siro, la Scala del calcio. I calciatori in scena sono immaginari, ma sono vere le squadre che vengono nominate: Roma, Torino, Atletico Madrid, Everton.
Elena Radonicich, è nata una stella
In un mondo che, in teoria, ma solo in teoria, è maschile, ci hanno colpito soprattutto le donne. A brillare di luce propria, per cui il vestito di lustrini nemmeno servirebbe, è Elena Radonicich, finalmente protagonista assoluta in una serie (lo era anche in Fine di una storia, il bellissimo film di Stefano Sardo). Ne Il grande gioco è magnetica, dolente, sensuale, tormentata. E bellissima. Forse questo è il ruolo che può consacrarla definitivamente come una stella del nostro cinema e della nostra serialità. Ma ci ha colpito molto anche un altro personaggio femminile, quello di Valeria, blogger che si occupa di calcio e finisce per entrare nel mondo della ISG: capelli ricci e occhi azzurri, grande intensità, ci è sembrata una nuova Valeria Golino. Tra i personaggi maschili, inutile dire che Giancarlo Giannini è un gigante, e Francesco Montanari, già procuratore nel film La volta buona, è un perfetto personaggio da noir. Attenzione anche a Giovanni Crozza Signoris, che è la giovane promessa del calcio Antonio Lagioia: come tradisce il cognome, è il figlio di Maurizio Crozza e Carla Signoris, ha un visto che ricorda molto il padre, ma una personalità tutta sua.
Provate a vedere cosa c’è dietro il calcio
La messinscena de Il grande gioco è fredda, elegante, lucida, patinata. E anche spietata. Il grande gioco ha forse il difetto di accentuare troppo alcune situazioni drammatiche, eccedere nelle morti e nei fantasmi, nelle lacrime. Il materiale che tratta è talmente forte che non ci sarebbe stato bisogno di certe cose, e la serie sarebbe potuta essere più asciutta. Ma è un difetto relativo, perché la serie funziona benissimo. E allora, quando nei prossimi giorni vedrete le partite dei mondiali, per un attimo cambiate canale e provate a vedere cosa c’è dietro.
La recensione in breve
Come vi abbiamo raccontato nella recensione de il grande gioco, la serie Sky ci mostra il calcio da un altro punto di vista: quello dei procuratori; è una serie tesa, tachicardica, emozionante e spietata.
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Voto CinemaSerieTv