La serie: Il sarto 2, 2023. Creata da: Onur Güvenatam, Gulseren Budayicioglu. Cast: Çagatay Ulusoy, Sifanur Gül, Salih Bademci, Ece Sükan, Olgun Simsek. Genere: Drammatico, mistery. Durata: 35 minuti ca./8 episodi. Dove l’abbiamo vista: su Netflix.
Trama: La seconda stagione de Il sarto riprende dal cliffhanger con cui si era conclusa la seconda stagione. Esvet si arrende a sposare Dimitri, nonostante i sentimenti che prova per Peyami il quale, ancora sconvolto dagli avvenimenti della prima stagione, affronta una crisi personale e professionale.
In un momento storico così complesso e delicato per la serialità statunitense, che ci vede in attesa di un’auspicabile risoluzione a favore delle categorie in sciopero e nell’incognita assoluta sul destino delle serie “congelate”, possiamo rivolgere lo sguardo verso altre produzioni internazionali che, come nel caso della seconda stagione de Il Sarto, sbarcano su Netflix rispettando le tempistiche annunciate. Sfortunatamente, in questo specifico caso, non abbiamo molto con cui consolarci. Cerchiamo di capire il perché nella nostra recensione de Il sarto 2.
La trama: quel matrimonio s’ha da fare
La prima stagione de Il sarto si era conclusa con un cliffhanger che di sconvolgente aveva ben poco: il protagonista della serie, il famoso e stimato sarto Peyami Dokumacı, era rimasto ferito in seguito a un colpo di pistola sparato per sbaglio proprio dalla dolce Esvet, la fidanzata del migliore amico Dimitri (il villain della serie) di cui si era innamorato. Nessuna sorpresa quindi nello scoprirlo, fin dalle prime scene di questo secondo capitolo, in buone condizioni, dopo una breve degenza in ospedale. Sfortunatamente, però, la tribolata e apparentemente impossibile storia d’amore fra i due non ha avuto corso. Il piano per permettere a Esvet di fuggire dal suo fidanzato e aguzzino si è sgretolato una volta che quest’ultimo ha scoperto la verità su dove la ragazza era nascosta, e adesso i due fidanzati sono in procinto di convolare a ingiuste nozze.
Nel mentre, il sempre più tormentato Peyami attraversa una crisi che lo porta a trascurare il lavoro (già a rischio per un non ben identificato problema alla mano) e a cercare sollievo in serate notturne annaffiate di alcol e locali. È in uno di questi locali che conosce Cemre, una giovane donna che ci viene presentata come l’esatto opposto della celestiale Esvet, provocatoria e disinibita, e con la quale comincerà una relazione in pieno stile chiodo schiaccia chiodo. Peyami sembra quindi fermamente deciso a dimenticare Esvet per una sorta di senso di lealtà verso l’amico fraterno (che, ricordiamo, è una specie di sociopatico che alterna risate mefistofeliche a comportamenti sadici verso il genere femminile). Il matrimonio viene realmente celebrato, ma ovviamente il triangolo resiste, anche e soprattutto a causa del legame fra il padre di Peyami e la ormai ex badante Esvet. E, in mezzo ai tormenti d’amore, si riaffaccia quel passato che nella prima stagione ci era stato fatto intravedere sotto forma di flashback e del quale attendevamo lo svelamento…
Nuovi intrecci, stessi problemi
Nonostante qualche apprezzabile sforzo nel tentare di dar forma tridimensionale a un gruppo di personaggi stereotipati che rasentano costantemente il ridicolo, la serie continua prevedibilmente a utilizzare gli stilemi del melodramma stirandoli fino allo stremo. E se il genere telenovelistico richiede per sua natura una costante sospensione di incredulità da parte dello spettatore, è però vero che questa serie proprio non riesce nell’operazione di proporlo in chiave contemporanea.
L’avanzamento della trama e lo svelamento dei tanti misteri continua ad essere affidato a pretesti narrativi imbarazzanti, come il trovarsi a origliare casualmente una conversazione che cambia le carte in tavola. Di fronte a uno sforzo di scrittura così eclatante, si fa fatica a mantenersi seri, oltre che interessati. È un peccato, perché il contrasto fornito dal materiale di partenza (i retaggi ancora in vita delle vecchie generazioni in opposizione alla modernità del mondo della moda in cui si muovono i più giovani) poteva offrire spunti interessanti per evidenziare le contraddizioni di una realtà, quella turca, in cui passato e presente convivono con non poche difficoltà.
Un cast in difficoltà
Resta difficile valutare le performance degli attori che, sprovvisti di un materiale che possa valorizzarli, rimangono incastrati in interpretazioni macchiettistiche o eccessivamente sopra le righe, nonostante un certo tentativo, rispetto alla prima stagione, di esplorazione psicologica. Tentativo non sufficiente, a maggior ragione se si considera che una delle autrici, la scrittrice e presentatrice turca Gulseren Budayicioglu, è stata una psichiatra con ampia esperienza nel campo. Tuttavia il personaggio di Esvet (interpretato da Şifanur Gül) riesce comunque a spiccare grazie all’espressività dell’attrice, comunicando in modo efficace il senso di angosciosa oppressione della sua condizione di vittima mai veramente inerme.
La recensione in breve
La seconda stagione de Il Sarto conferma tutte le problematicità della prima, mettendo in scena un melodramma penalizzato da una enfasi drammatica anacronistica anche per gli amanti del genere.
- Voto CinemaSerieTV