La serie: L’estate in cui imparammo a volare 2, 2022. Creata da: Maggie Friedman. Cast: Katherine Heigl, Sarah Chalke. Genere: Dramma. Durata: 50 minuti circa/9 episodi. Dove l’abbiamo vista: Su Netflix, in anteprima stampa.
Trama: L’amicizia tra Tully e Kate sta affrontando un momento di grande difficoltà: che cosa le ha portate a questa crisi?
Dopo tanta attesa torna la serie Netflix che nel suo piccolo è riuscita a raggruppare un nutrito numero di fan, che hanno spinto per la produzione di una seconda stagione, poi rivelatasi anche l’ultima ma con quasi il doppio degli episodi e rilasciata in due parti (la seconda arriverà nel 2023). Come spiegheremo nella recensione de L’estate in cui imparammo a volare 2, il serial torna con tutte le caratteristiche che avevano rappresentato i pregi e i difetti della prima stagione, ma alza il tiro raccontato la crisi profonda che vive l’amicizia tra le due protagoniste negli anni 2000.
La trama: un indistruttibile amicizia?
Maggie Friedman, già dietro le quinte di serie che parlavano di sorellanza e amicizia tra donne come Eastwick e Le streghe dell’East End, ha accantonato momentaneamente la magia con L’estate in cui imparammo a volare (in originale Firefly Lane come il romanzo di Kristin Hannah e come la strada dove le protagoniste vivevano da ragazze). Si è concentrata invece sull’amicizia tra donne senza poteri se non quelli di sopravvivenza in un mondo di uomini, apparentemente difficile da mantenere negli anni, e strizzando l’occhio a racconti come L’amica geniale, in cui una delle due è sempre un po’ invidiosa dell’altra, fidanzati compresi. Le due protagoniste di questa storia sono forti dei volti conosciuti e amati delle loro interpreti, Katherine Heigl (che conosciamo da Grey’s Anatomy e che è Tully Hart) e Sarah Chalke (Scrubs, che è Kate Mularkey). Le due riescono però a rimanere amiche, tra alti e bassi, nel corso dei decenni solo fino ad un certo punto della loro storia, come ci aveva anticipato il finale della prima stagione.
Ed è proprio da lì che riprende L’estate in cui imparammo a volare 2, dalla crisi profonda tra Tully e Kate, fuori da una chiesa per un funerale. Di chi? Quanto tempo è passato? E cosa può essere mai successo da allontanarle a tal punto dopo tutte le grandi difficoltà che avevano superato in 30 anni? A queste e altre domande proveranno a rispondere i nuovi 9 episodi, in attesa di quelli finali in arrivo con l’anno nuovo. Lo schema narrativo oramai rodato è sempre lo stesso: salti temporali avanti e indietro, per raccontare l’evoluzione (ora anche involuzione) del rapporto tra Kate e Tully e fra loro e chi gli sta intorno.
Troppi salti temporali
I salti temporali, però, sono eccessivi e a volte confusi, finendo per appesantire invece che alleggerire la narrazione e rischiando di perdere per strada anche gli spettatori più attenti e rodati. Lo si può notare dall’idea di mettere in sovrimpressione l’anno del racconto all’inizio della stagione per poi non farlo più: forse sarebbe risultato un po’ didascalico, ma sicuramente utile, dati i tanti (troppi) piani narrativi coinvolti. Anche la diversa fotografia, le diverse acconciature e il trucco spesso posticcio per raccontare i diversi momenti della vita delle due non sempre aiutano.
Due protagoniste carismatiche non bastano
L’estate in cui imparammo a volare 2 è la riprova che due protagoniste carismatiche non fanno un’ottima serie e non possono salvare i problemi di una sceneggiatura che traballa. Non basta infatti voler raccontare anche tematiche importanti – come quella LGBTQ+ e quella della guerra in Iraq – ripercorrendo la storia del giornalismo in oltre 40 anni. Il lavoro dei sogni di entrambe è diventato quello di una sola (Tully), con l’altra che ha arrancato dietro l’amica ma ora vorrebbe che le cose cambino (Kate). Una costante nella vita delle due è sicuramente Johnny Ryan (Ben Lawson), il loro ex capo che negli anni ha avuto un rapporto diverso e complicato con entrambe. Così come gli altri uomini della vita delle due amiche, ora ai ferri corti per qualcosa di terribile accaduto tempo prima. La frattura è comunque ben rappresentata e permette alle due interpreti di viaggiare spesso da sole in scena, e portare avanti una propria storyline senza l’altra. Ma questo a discapito dei momenti di grande chimica tra le due, che in fondo erano il vero punto forte dello show. Per contrappasso ci sono molte più sequenze nel passato con Tully e Kate adolescenti, sempre ben interpretate da Ali Skovbye e Roan Curtis.
L’ora delle amiche
Non è un caso che in una storia di amicizia tra donne il programma di cui Tully è conduttrice e star (l’anchorwoman) si intitoli “L’ora delle amiche”. E non è nemmeno un caso che a questo punto della storia raccontata, ovvero quello di una rottura profonda, il programma abbia chiuso costringendo le due protagoniste a reinventarsi, insieme e da sole. Dovranno anche trovare un nuovo equilibrio con le donne della propria vita: da un lato la madre di Tully, Nuvola (Beau Garrett) e dall’altro Marah (Yael Yurman), la figlia adolescente di Kate e Johnny. Riusciranno a superare le difficoltà e a tornare amiche oppure è un rapporto destinato a finire nel cassetto per sempre? Questo lato mystery da colpo di scena e i numerosi e continui salti temporali sono aspetti presi in prestito da This Is Us e sembrano soddisfare i criteri dell’algoritmo di Netflix, così come le due attrici protagoniste, riconoscibili e affiatate. Ma riusciranno a soddisfare gli spettatori?
La recensione in breve
L'estate in cui imparammo a volare 2 conferma i pregi e difetti della precedente, ovvero la forza e il carisma delle due protagoniste Katherine Heigl e Sarah Chalke e i troppi piani e salti temporali, insieme al trucco un po' posticcio delle interpreti da giovani. La prima parte della seconda ed ultima stagione regala però un'evoluzione o meglio un'involuzione del loro rapporto: la rottura dell'amicizia e il mistero da svelare sul perché sia accaduta.
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Voto CinemaSerieTV.it