La serie: Mammals, 2022. Regia: Stephanie Laing. Cast: James Corden, Melia Kreiling, Colin Morgan, Sally Hawkins. Genere: Dark comedy. Durata: 25 minuti ca./6 episodi. Dove l’abbiamo visto: Su Prime Video, in lingua originale.
Trama: La storia di Jamie, uno chef stellato la cui esistenza precipita quando gli vengono rivelati alcuni segreti scioccanti sulla moglie incinta, Amandine, e Jamie deciderà di andare a caccia di risposte con l’aiuto del cognato Jeff.
James Corden potrà anche abbandonare il suo The Late Late Show, ma non ha sicuramente intenzione di dire addio alla sua carriera d’attore. L’ultimo progetto della sua filmografia in divenire è Mammals, miniserie Prime Video disponibile sulla piattaforma da venerdì 11 novembre. La nostra recensione di Mammals analizzerà come questa nuova aggiunta al catalogo della piattaforma streaming cerchi di sfruttare gli archetipi del dramedy per offrire un nuovo e rinfrescante approccio alla materia romantica, riuscendoci solo in parte. Avvalendosi di toni cupi e di un’ironia pungente, la serie, scritta dal drammaturgo e regista inglese Jez Butterworth, tenta di sondare le complessità dell’unione matrimoniale ai giorni nostri, passando per il tradimento, il lutto e la paternità, e configurandosi in ultima istanza come una visione “da weekend” piacevole, ma che non lascia il segno.
Mammals, la trama: non siamo altro che animali
Lo chef stellato Jamie Buckingham (James Corden) e la moglie incinta Amandine (Melia Kreiling) si recano su un’idilliaca dimora vicino all’oceano dove hanno intenzione di trascorrere un weekend romantico. Il giorno seguente, Jamie pensa di aver visto una balena gigante nell’oceano, ma non fa in tempo a esprimere il suo entusiasmo alla moglie che questa si ritrova a dover affrontare un’emergenza in gravidanza. Armato di alcune informazioni spiacevoli che ha accidentalmente scoperto sul telefono della moglie, Jamie parte in missione per verificare una serie di misteri che cambieranno per sempre la sua quotidianità e il suo matrimonio. Mentre Jamie, con l’aiuto di suo cognato Jeff (Colin Morgan), cerca risposte su come la vita di sua moglie stia cambiando lontano dalla casa di famiglia, veniamo coinvolti in una storia secondaria di matrimonio e tensione, che riguarda la sorella di Jamie, Lue (Sally Hawkins).
(Ri)scrivere una tematica inflazionata: le insidie dei matrimoni
Il punto di forza di questa storia in sei episodi, che si concentra sull’argomento troppo spesso inflazionato dei matrimoni complicati, sta nella sua scrittura: il fatto che sia stato Jez Butterworth a scrivere l’intera prima stagione dà alla serie quantomeno una coesione narrativa che la fa brillare nonostante stia percorrendo una strada già prepotentemente battuta. Butterworth è, soprattutto, un ottimo regista teatrale e il fatto che un attore esuberante come James Corden sia inserito all’intero dei dettami da piece teatrale gli permette di trattenere parte della sua comicità roboante e offrirci un’interpretazione più misurata e adeguatamente drammatica. La vera stella di Mammals, tuttavia, risulta essere Kreiling, più che convincente nel ruolo di Armandine, una donna francese focosa e sexy che non ha paura di seguire il proprio istinto.
Il semplice titolo della miniserie è in realtà la chiave più pura di lettura di Mammals: l’uomo come animale, che “ha bisogno di salire in superficie per respirare“, di rivelarsi per sopravvivere. Il destino ultimo di ogni personaggio della serie è quello di scandagliare la convinzione che le relazioni siano rapporti idilliaci, che l’incontro magico che abbiamo avuto con i nostri partner fosse già scritto nelle stelle e debba dare senso alla nostra vita. La verità è che il nostro cammino viene riscritto di continuo, è frammentato e discontinuo come gli archi narrativi dei protagonisti e la regia della serie, cui giustifichiamo alcune scelte leggendole in chiave narrativa, ma che non risulta particolarmente incisiva.
Convivere con la disillusione
Il brutale cambio di stile e tono dopo l’incipit idilliaco riflettono l’approdo di Mammals nella sfera del reale. La paranoia inizia a insinuarsi nelle menti di due uomini con una precisa concezione della sfera matrimoniale che, in modi diversi, viene completamente distrutta dalle loro compagne di vita. Se da un lato abbiamo la dolorosa rottura tra Jamie e Amandine che avviene sul piano fisico, sullo sfogo disinibito di un qualcosa che ci teniamo dentro, dall’altro Lue e Jeff sperimentano un’involuzione della loro chimica che è tutta mentale, simboleggiata da una moglie che tenta di costruire un mondo tutto suo dove rifugiarsi, dove essere la donna che non si è potuta sentire nel suo matrimonio.
Mammals appare inizialmente come una miniserie comedy sulle relazioni, ma la verità è che non discute realmente di relazioni in nessun punto: è più un giallo, che testifica come la maggior parte delle relazioni finiscano senza volerlo per essere quasi scene del crimine. L’unico credo di Mammals è quello dell’amore come istinto animale, un’ideologia cinica e disarmante tanto per lo spettatore quanto per i personaggi che si sono aggrappati alle accezioni più pure del sentimento amoroso. Forse avremmo voluto che la regia si imponesse di più in questo senso, enfatizzando ulteriormente le discrepanze tra questi due nuclei di individui: chi vive il matrimonio come svolta necessaria nella vita, una transizione a cui non è possibile rinunciare, ma ricerca poi i veri stimoli altrove, e chi “morirebbe per il proprio partner” e non può immaginare una vita al di fuori di questi.
Si passa senza soluzione di continuità da sequenze veloci e dinamiche a frangenti in cui si punta tutto sulla staticità di uno scambio di dialogo. Forse, l’unica caratterizzazione di un personaggio in cui regia e scrittura trovano una vera sinergia è quello della tormentata Lue, a cui vengono riservati lunghi e articolati piani-sequenza per seguirne il flusso di pensiero; la Hawkins fa un ottimo lavoro nel ruolo della moglie insoddisfatta ma contemplativa che si accontenta di vivere all’interno della propria fantasia per evitare il branco di animali.
La vera natura dei mammiferi
Mammals fa ridere e piangere, diverte ma richiede anche allo spettatore la giusta concentrazione per carpirne il cinismo di fondo. Coinvolge nel momento in cui se ne apprezza la natura istintuale, il legame empirico tra uomo e animale che rimane fondamentale nella costruzione delle nostre relazioni. Sicuramente intrigante nelle sue ambizioni e con un cast tutto sommato ben assortito, Mammals racconta di personaggi spregiudicati giocandosi al meglio le sue carte nella sceneggiatura; sul piano visivo, i difetti sono evidenti – non è di certo un prodotto che brilla per guizzi registici – ma può essere ritenuto una piacevole aggiunta al catalogo di Prime Video.
La recensione in breve
Mammals è un dramedy istintivo quanto i suoi protagonisti: frammentato nelle intenzioni e sospeso in una forma di racconto che svela le sue carte solo a tratti. Una visione piacevole, ma che non va al di là dei tanti progetti che cercano di sviscerare le insidie dei matrimoni nella nostra attualità.
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Voto CinemaSerieTv