La serie: Mercoledì, 2022. Creata da: Tim Burton. Cast: Jenna Ortega, Catherine Zeta Jones, Christina Ricci. Genere: Teen drama, horror, giallo. Durata: 45 minuti ca./8 episodi.
Dove l’abbiamo vista: Su Netflix, in anteprima in lingua originale.
Trama: La giovane Mercoledì Addams, dopo essere stata cacciata da scuola, viene portata dai genitori in un nuovo istituto, la Nevermore Academy, dove in passato hanno studiato i suoi genitori…
“Non credere a niente di quello che vedi e solo alla metà di quello che senti”. È Edgar Allan Poe il nume tutelare della nuova serie che arriva in streaming su Netflix dal 23 novembre, che vi raccontiamo nella recensione di Mercoledì. Edgar Allan Poe è chiaramente uno spirito affine a Tim Burton, il creatore di questa serie, che a sua volta è uno spirito affine alla Famiglia Addams. La nuova serie è una questione di profonde affinità elettive, e un racconto pienamente nelle sue corde. Con Mercoledì Tim Burton toglie la piccola di casa dal contesto degli Addams a noi noto e ne immagina la vita lontano dalla famiglia, in una nuova scuola superiore per ragazzi molto speciali. Il risultato è molto curioso e divertente per tutto quello che riguarda Mercoledì e la sua crescita, meno riuscito per la trama giallo-horror che porta avanti parte del racconto. Ma è l’algoritmo della piattaforma, probabilmente, a chiederlo…
La trama: Mercoledì arriva alla Nevermore Academy
Dopo aver gettato dei piranha nella piscina della scuola perché dei ragazzi avevano bullizzato il fratello, Mercoledì (Jenna Ortega) viene espulsa dall’istituto. Morticia (Catherine Zeta Jones) e Gomez, i suoi genitori, decidono così di portarla in una nuova accademia, la Nevermore Academy, che è il liceo che avevano frequentato da giovani. La lasciano da sola, o quasi. Con lei c’è un fidato membro della Famiglia Addams, cioè Mano… È una scuola per alunni speciali. Solo che, all’esterno, c’è qualcosa che comincia a uccidere i ragazzi…
La Famiglia Addams diventa un teen drama
L’idea alla base di Mercoledì è interessante. Tim Burton prende un personaggio iconico come Mercoledì Addams e segue il suo cammino verso l’indipendenza. Segue il suo passaggio da bambina a teenager. La trama “teen”, che come sappiamo, è quello che oggi chiedono gli algoritmi della piattaforma (René Ferretti e gli sceneggiatori di Boris ne sanno qualcosa…). Quello della storia teen, quindi, è un percorso obbligato, perché oggi ogni prodotto deve avere un target. Ma è anche un percorso interessante. Portare Mercoledì in un liceo conduce la serie verso il teen drama classico, verso le storie delle Mean Girls americane che abbiamo visto in tanti film, con i bullismi, le simpatie e le antipatie. Dall’altra, la legacy della Famiglia Addams porta il racconto verso una trama mistery-fantasy-horror. Con un elemento nuovo, quello dell’investigazione.
Il coming of age di Mercoledì
Il coming of age di Mercoledì funziona, ed è molto interessante. Perché, nella classica serie de La famiglia Addams, quella in bianco e nero, e in alcuni altri adattamenti, non abbiamo mai trovato un vero e proprio approfondimento psicologico di Mercoledì. Era la ragazzina a cui toccava qualche gag, che contribuiva a creare l’ensemble di quella famiglia così macabra e divertente. Ma che cosa avesse dentro, chi fosse davvero quella ragazzina, non ci è stato mai detto. Ed è per questo che la serie di Tim Burton ci piace.
La trama gialla funziona meno
Quello che funziona meno, a dire il vero, è la trama gialla, quella parte di investigazione a tinte forti che è una storyline portante della serie, è un elemento che non sembra mai appassionare davvero: non spaventa, non incuriosisce. Ma è che in realtà vorremmo sapere di più di Mercoledì, delle sue amicizie e dei suoi amori, delle sue simpatie e antipatie, di quel modo così particolare, scostante e liberatorio, di rivolgersi alle persone. E ogni volta che parte la storia dell’investigazione vorremmo che si tornasse a ciò di cui stiamo parlando.
Jenna Ortega, una Mercoledì nuova
A brillare, in quella che è una storia corale, è Jenna Ortega, che porta molte novità al suo personaggio. I tratti latini danno una sfumatura leggermente diversa alla piccola di casa Addams, e così lo fa la figura slanciata dell’attrice, insieme agli occhi color nocciola spalancati e alla bocca a cuore sempre serrata. Sì, perché la Mercoledì di Jenna Ortega non sorride mai, e la sua bravura sta anche nel riuscire ad essere espressiva soprattutto con lo sguardo. Accanto a lei, in un cast che vede Catherine Zeta Jones nei panni dell’iconica mamma Morticia Addams, è un piacere ritrovare Christina Ricci, che era stata Mercoledì al cinema, e che ora torna nei panni di Marylin Thornhill, una professoressa della Nevermore Academy.
Tra Miss Peregrine e Carrie…
Tim Burton fa suo il racconto della giovane Addams con una serie di tocchi personali. Di Edgar Allan Poe abbiamo detto. Ma ci sono anche citazioni da Carrie – Lo sguardo di Satana, Stephen King riletto da Brian De Palma e delle chicche musicali che vanno da Nothing Else Matters dei Metallica e Paint It Black degli Stones in versione per violoncello, fino alla bellissima In Dreams di Roy Orbison che, al cinema, era stata resa famosa, come canzone da incubo, da David Lynch nel suo Velluto blu. La scuola per ragazzi speciali in cui arriva Mercoledì ci riporta ancora a Tim Burton e alla sua Miss Peregrine – La casa dei ragazzi speciali, che a sua volta riprendeva un po’ la scuola degli X-Men.
Mercoledì è Tim Burton
Sì, perché, come l’autore ha ammesso in occasione del Lucca Comics And Games, Mercoledì è Tim Burton. Come erano Tim Burton Edward mani di forbice, il Willy Wonka de La fabbrica di cioccolato e persino Dumbo. Quello che è uno dei nostri registi preferiti continua da sempre a raccontare se stesso. E questa ragazzina che vede tutto in bianco e nero in fondo è lui, quel giovane animatore che la Disney mandò via perché il suo corto era troppo macabro. Era Frankenweenie, e lo avremo visto come film dopo tanti anni. Orgogliosamente in bianco e nero. Ancora una volta, dopo averlo fatto spesso con la Disney, Burton ha a che fare con un colosso della distribuzione, cioè Netflix. Cosa, che, da sempre, vuol dire trattativa e compromesso.
Da qui vengono le scelte di creare un prodotto con un target preciso, e probabilmente anche quella di dare un tocco thriller/poliziesco alla storia. E allora sta anche a voi decidere se questo vi vada bene o meno: possiamo dire che Burton sia stato molto bravo a girare una serie target oriented rimanendo fedele alla sua poetica. O che ci abbia deluso il fatto che abbia seguito delle logiche così strette. La verità, probabilmente, sta nel mezzo. Tornando al nostro incipit, e a quel “Non credere a niente di quello che vedi e solo alla metà di quello che senti”: anche questo è tipico di Burton. Basti pensare a quel suo grande film che è Big Fish.
La recensione in breve
Nella recensione di Mercoledì vi abbiamo parlato di un prodotto curioso e divertente per tutto quello che riguarda Mercoledì e la sua crescita, meno riuscito per la trama giallo-horror che porta avanti parte del racconto. Ma è l’algoritmo della piattaforma, probabilmente, a chiederlo…
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