La serie: Miseducation, 2023. Creata da: Catharine Cooke, Themba Mfebe, Lwazi Mvusi, Rea Rangaka. Cast: Buntu Petse, Lunga Shabalala, Baby Cele, Prev Reddy, Mpho Sebeng, Micaela Tucker, Mandisa Nduna, Camilla Waldman, Sechaba Ramphele, Mamarumo Marokane. Genere: Teen drama. Durata: 40 minuti ca./6 episodi Dove l’abbiamo vista: Su Netflix, in lingua originale.
Trama: Dopo un’umiliazione pubblica, un’aspirante influencer si iscrive a un’università di provincia, dove aspira a riconquistare il suo status sociale.
Dopo il successo della serie tv a stampo erotico Fascino Fatale, arriva su Netflix un’altra produzione sudafricana: stiamo parlando di Miseducation, teen drama che esplora i temi della scoperta di sé e delle seconde opportunità. Questo progetto rappresenta un ulteriore passo avanti nella realizzazione del potenziale delle narrazioni locali su una piattaforma di streaming mainstream e potrebbe essere particolarmente apprezzato dai fan dei drammi incentrati sui personaggi, con un tocco di mistero e un’impronta stilistica riconoscibile. Come vedremo nella nostra recensione di Miseducation, la nuova uscita Netflix offre una rinfrescante prospettiva sul genere del coming-of-age, anche se l’intreccio può apparire prevedibile e la serie fatica a mantenere un ritmo costante. Tuttavia, la narrazione generale e le dinamiche dei personaggi compensano ampiamente questi piccoli difetti.
Miseducation, la trama: un’onta andata virale
Come molti altri teen drama, anche Miseducation delinea la storia di una giovane ragazza che gareggia in un concorso di popolarità in quello che ritiene essere il momento più importante della sua vita. Mbali sta vivendo la vita dei suoi sogni, ma l’aspirante influencer viene presto colpita da un’umiliazione pubblica, rivolta soprattutto alle azioni della madre, politica corrotta. Tuttavia, il clamoroso scandalo, che si è concluso con lo sfratto da casa loro nel giorno del compleanno di Mbali, viene ripreso anche dai telefoni di molti suoi amici dell’epoca e finisce per trasformarsi in un meme pubblico diventato virale. Lo stesso incidente riduce le sue possibilità di essere iscritta a grandi università e deve rivolgersi all’unico college di una piccola città che la accolga, mentre aspira ancora una volta a raggiungere uno status sociale alle stelle tra i suoi coetanei. Con sei episodi dalla durata contenuta, la prima stagione della nuova serie mantiene un buon ritmo; se, da un lato, prende in considerazione tutti i cliché dell’esperienza di crescita, dall’altro affronta anche temi più seri come la discriminazione, il divario di classe, gli aumenti irragionevoli delle tasse universitarie, il senso di appartenenza e l’identità, le istanze queer-friendly o fobiche e molto altro ancora in maniera piuttosto diretta.
Un teen drama che punta all’inclusività
Miseducation pone le basi della sua trama a partire dalla caratterizzazione dei personaggi. Mentre le scene iniziali che portano alla costruzione dell’amicizia del trio centrale sono ricostruite in modo formulaico sulla base di archetipi preesistenti, attraverso Mbali, Jay e Natalie ci immergiamo in storie personali raccontate in modo inedito: una ragazza che ha a che fare con i suoi problemi di una mamma politica caduta in disgrazia; un indiano gay che sta lottando per trovare una relazione significativa con qualcuno; una ragazza che sta attraversando una fase di crisi di identità. Inoltre, la presenza di tre protagonisti con fisicità diverse e background completamente distanti, aggiunge un valore significativo in termini di inclusività, ulteriormente enfatizzata attraverso il personaggio di Sivu, un giovane di origini africane adottato da una famiglia di origine bianca e agiata, il quale lotta costantemente per trovare la propria identità. La rappresentazione di queste dinamiche, attraverso il diretto coinvolgimento di giovani protagonisti nella trama, conferisce una maggiore efficacia al messaggio della serie. Allo stesso tempo, gli episodi mantengono un livello di intrattenimento di alta qualità. C’è un equilibrio tra la presentazione dei problemi affrontati dai giovani e la loro giustissima ricerca adolescenziale di divertimento, il che contribuisce a mantenere un tono generale leggero e scorrevole.
Personaggi memorabili
Miseducation riesce in modo efficace a catturare l’atmosfera della vita in una piccola città e le sfide affrontate da un gruppo di “outsider” che cercano di reinventarsi. Mette in evidenza il valore del cameratismo e dell’amicizia, mentre Mbali sviluppa legami con i suoi compagni all’università, interpretati con convinzione da Sechaba Ramphele e Mpho Sebeng. La forza principale della serie risiede proprio nei suoi personaggi ben sviluppati, ognuno dei quali affronta il proprio passato in cerca di una possibilità di redenzione. Lunga Shabalala e Micaela Tucker, nei ruoli di Sivu e Natalie Levine, offrono interpretazioni ricche di sfumature che arricchiscono la trama, mentre la prova di Prev Reddy nei panni di Jay Naidoo, personaggio avvolto nel mistero, aggiunge un elemento intrigante alla storia. Buntu Petse, Preven Reddy e Micaela Tucker incarnano ottimamente le caratteristiche imperfette e l’attitudine dei loro personaggi: questo rende più facile per il pubblico comprendere che la loro amicizia non è perfetta, ma neanche così tanto distante da quelle del mondo reale. L’interpretazione di Baby Cele nel ruolo di Brenda Hadebe, la madre del politico corrotto, aggiunge complessità al personaggio di Mbali, mostrando in modo convincente l’impatto duraturo dei legami familiari e delle scelte personali: il contrasto tra madre e figlia è rappresentato con autenticità e profondità emotiva. Proprio grazie a delle prove attoriali memorabili, Miseducation potrebbe svettare tra i teen drama presenti su Netflix e, molto probabilmente, garantirsi una seconda stagione.
La recensione in breve
La serie tv Miseducation affronta in maniera inedita tematiche caratteristiche dei teen drama, inquadrandole da una prospettiva sociale e anche politica. Fatica a mantenere un ritmo costante, ma lascia il segno con alcune interpretazioi convincenti.
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Voto CinemaSerieTv