La serie: Notre-Dame, 2022. Regia: Hervé Hadmar. Genere: Drammatico. Cast: Roschdy Zem, Caroline Proust, Simon Abkarian, Alice Isaaz, Marie Zabukovec. Durata: 45 minuti ca./6 episodi. Dove l’abbiamo visto: su Netflix.
Trama: Quando il 15 aprile 2019 la cattedrale di Notre-Dame de Paris prende fuoco, un gruppo di pompieri viene chiamato per spegnere le fiamme e salvare la chiesa prima che sia troppo tardi.
Il rogo di Notre-Dame ha rappresentato una delle ore più buie degli ultimi anni di storia francese. Un evento di spaventosa forza mediatica, uno di quei momenti in cui la cronaca si abbatte sul quotidiano per scuotere i nostri simboli e le nostre certezze: che divenisse un racconto d’intrattenimento, viste le premesse, era questi scontato. È successo un paio d’anni fa, con il documentario di Jean-Jacques Annaud (Notre-Dame in fiamme), e questa settimana la cattedrale parigina torna sui nostri schermi nella forma di una miniserie Netflix. Un nuovo sguardo sulla tragedia o un’occasione sprecata? Ne parliamo nella recensione di Notre-Dame.
La trama: fuoco al fuoco
Ce la ricordiamo tutti la sera del 15 aprile 2019. Le immagini infuocate, le fiamme altissime verso il cielo, la cattedrale avvolta nel fumo. La miniserie Notre-Dame, creata e diretta dal francese Hervé Hadmar, parte da qui: l’incendio che brucerà il tetto della chiesa scoppia a pochi minuti dall’inizio, la notizia si diffonde in un batter d’occhio e la città precipita nel panico. A risolvere la situazione c’è la Brigade de sapeurs-pompiers de Paris, che arriva sul tetto dell’edificio e si lancia fra le fiamme per tentare di spegnere il fuoco.
È il set-up perfetto per un prodotto simil-catastrofico: una specie di Trappola di cristallo francese, aggiornato all’era dei new media. L’approccio di Hadmar, però, è più vicino al melò che al disaster movie. I pompieri di Notre-Dame sono l’immagine di un eroismo archetipico e cristallino, che sfida il pericolo estremo in nome della giustizia e del bene altrui: le loro gesta coraggiose sono il focus del racconto, che è ispirato liberamente a La nuit de Notre-Dame, volume sugli eventi di quella terribile giornata scritto proprio dalla Brigade.
Ma lo sguardo di Notre-Dame non è limitato al gruppo di pompieri. Attorno a loro si snoda una rete di personaggi, amici, parenti, amanti, tutti legati in maniera diretta o indiretta agli eventi di quel giorno: un piccolo ecosistema sentimentale dove le vite dei personaggi si intrecciano tra di loro, davanti alle macerie fumose della cattedrale. Si spiega così il ricorso a un cast numeroso, fra cui spicca Roschdy Zem (visto da poco al Festival di Venezia con Les miens) nel ruolo del (fittizio) Générale Ducourt, a capo dei pompieri. Ecco che l’intento della serie diviene palese: fare di quella tragedia un grande affresco umano, il racconto di un gruppo di persone dalle vite diverse, unite nella lotta per la vita.
Melodramma corale
Sarebbe una prospettiva interessante, anche commovente, se non fosse che gli autori di Notre-Dame non riescono a stargli dietro nella tessitura della storia. Le linee dei tanti personaggi si intersecano ripetutamente, ma sembrano procedere su binari, toni, ritmi diversi. Mentre i pompieri lavorano nella cattedrale, gli altri sono spesso impegnati in faccende diverse: è il caso di uno dei protagonisti, gestore di un ristorante, che attraversa il microcosmo criminale di Parigi per cercare la figlia perduta – la quale si trova, casualmente, proprio davanti a Notre-Dame. La giustapposizione fra le diverse storie, alcune delle quali sono invero abbastanza scontate, crea un effetto di rottura che rallenta il ritmo della narrazione, e sottolinea ulteriormente l’artificiosità degli elementi più melodrammatici della serie.
Il ruolo di Notre-Dame
L’evento in sé – e questo è il limite principale – non ha una posizione singolare e precisa nella storia. La cattedrale è sì cruciale a livello del racconto, ma il suo ruolo cambia in continuazione senza soluzione di continuità. Si passa così dalla storyline dei pompieri, all’interno della quale Notre-Dame è una sorta di monstrum spaventoso e imbattibile, alle linee laterali, dove la chiesa è relegata allo sfondo e si palesa solo per pura coincidenza quando i personaggi vi finiscono davanti.
Il problema più grosso di Notre-Dame, paradossalmente, è Notre-Dame stessa: nella smania di farne un racconto corale, espanso all’inverosimile come vuole la struttura da piattaforma, gli autori non hanno deciso cosa dire sulla tragedia della cattedrale. Vogliono farne un simbolo? Un catalizzatore? Un mero oggetto scenico? Non ci è dato saperlo. La miniserie diventa così un accumulo di scrittura fine a sé stessa, capace di regalare qualche brivido catastrofico ma priva di un nucleo tematico che dia un significato univoco all’evento che racconta. Per un prodotto intitolato Notre-Dame, in effetti, è un problema non da poco.
La recensione in breve
Un catastrofico col riflettore sul lato umano della storia, Notre-Dame tenta di utilizzare la cronaca per raccontare un dramma corale, ma si perde nei meandri della struttura episodica.
- Voto CinemaSerieTv