La serie: Pesci piccoli, 2023. Creato da: The Jackal.
Cast: Fabio Balsamo, Gianluca Fru, Aurora Leone, Ciro Priello, Marina Tinnirello. Genere: Comico. Durata: 6 episodi da 30 minuti.
Dove l’abbiamo visto: In anteprima stampa, e su Prime Video.
Trama: Una manager pubblicitaria viene mandata a un’altra sede dell’azienda, in provincia, dove non ci sono i grandi clienti, ma solo i pesci piccoli.
“Faccio il voice over delle vostre vite perché fanno schifo”. Iniziamo da questa gag la recensione di Pesci piccoli, la nuova serie dei The Jackal, disponibile in streaming su Prime Video dall’8 giugno con tutti i suoi 6 episodi. Immaginate la scena. Gianluca Fru dei The Jackal, mentre è alla sua scrivania, nell’open space dell’agenzia di comunicazione dove lavora, maneggia un microfono (lo usano per il karaoke del venerdì) e commenta, in tempo reale, le vite dei suoi colleghi, come se fossero in uno di quei film noir. È solo una delle tante gag che dimostrano la genialità e l’umorismo dei the Jackal. Pesci piccoli, la loro nuova serie, è come loro: vive di colpi di genio, di un umorismo freddo e da risata a denti stretti, con dentro il loro punto di vista sul mondo della comunicazione e del mondo dei social. È una serie che vien voglia di vedere, tutta d’un fiato, fino alla fine.
La trama: Greta, dalla sede centrale alla sede locale
Greta (Martina Tinnirello) è la direttrice creativa di un’agenzia di comunicazione di alto livello. Mentre sta discutendo di uno spot per una marca di smartphone con Achille Lauro, infastidita dal suo comportamento, gli dà uno schiaffo. Il risultato? È mandata a un’altra sede dell’azienda, in provincia, dove non ci sono i grandi clienti, ma solo i pesci piccoli. Qui farà la conoscenza di Fabio Balsamo, Gianluca Fru, Aurora Leone, Ciro Priello, e di tanti altri personaggi, strani ma pieni di umanità. Greta, pian piano, inizierà a conoscerli e a cambiare…
La pubblicità è una cosa seria
I The Jackal avevano iniziato con le web series, un altro formato, dove le gag erano più immediate, più brevi. Le aziende li hanno trovati perfetti per il branded content, e per i contenuti brandizzati, a cui la loro simpatia si prestava particolarmente. Evidentemente la loro frequentazione del mondo della comunicazione (guardate la prima scena, quando, a un tavolo, ogni professionista ha la sua carica, ovviamente in inglese), unita al loro spirito di osservazione li ha portati a creare questa intelligente e bonaria satira di quel mondo.
Creatività, budget, influencer, social, un intero mondo che oggi va per la maggiore è così passato sotto lo sguardo sagace e mai banale dei quattro Jackal. Chi conosce il mondo della comunicazione da vicino ci sorriderà e ci si ritroverà, chi non lo conosce potrà entrarci: non è così, ma ci va vicino. I The Jackal riescono a mettere alla berlina vezzi, manie, marchi di fabbrica, topoi del mondo della comunicazione, senza però smitizzare questo settore, anzi ricordandoci che la pubblicità è una cosa molto seria.
Fabio Balsamo ha a tratti lo spleen di Massimo Troisi
Sono piuttosto le figure umane che si muovono al loro interno che portano con sé la loro indole e i loro problemi e rendono questo mondo vario e variopinto. I quattro The Jackal portano i loro caratteri: Fabio Balsamo ha a tratti lo spleen di Massimo Troisi, Ciro Priello porta nella storia le insicurezze che una persona può avere in quel mondo, Gianluca Fru il disincanto, Aurora Leone una certa schiettezza e determinazione femminile. Ognuno ha una vita professionale e anche una vita sentimentale piuttosto complicata. E l’una finisce per sfociare nell’altra.
Martina Tinnirello brilla
Se non ci sorprende affatto la chimica e l’affiatamento tra i 4 The Jackal, cementata in anni di gag insieme, è sorprendente la scelta degli altri attori. Intorno ai fantastici 4 si muovono una serie di attori che definire comprimari è riduttivo: chi più chi meno, sono tutti protagonisti, tutti scritti e interpretati con maestria. E, soprattutto, ogni attore è perfettamente allineato sulla comicità un po’ sospesa e surreale dei quattro comici. A brillare, in particolare è l’attrice che interpreta Greta, Martina Tinnirello, somaticamente perfetta nel ruolo della bionda algida manager, ma in realtà capace di molte sfumature.
Da Ornella Vanoni a Shining
Non è scontato che da grandi webserie arrivino grandi serie tv, ma con i The Jackal il gioco riesce: non è una novità, li avevamo già visti nella serie Generazione 64K, su Netflix, e funzionavano: funzionano anche qui. È una serie breve, 6 episodi da 30 minuti, ma il formato è quello giusto. È una serie da binge watching, perché un episodio tira l’altro, come le ciliegie. Ogni episodio è autoconclusivo, ma la serie ha anche una trama orizzontale che segue le vicende dei protagonisti, le loro vite private e professionali. Ci piace l’ironia dei The Jackal, la loro leggerezza, e quel giocare con la cultura pop. Da Ornella Vanoni a Shining, dagli spot anni Ottanta a TikTok, dietro ogni angolo dell’’agenzia c’è una sorpresa.
La recensione in breve
Come vi abbiamo raccontato nella recensione di Pesci piccoli, la nuova serie dei The Jackal è come loro: vive di colpi di genio, di un umorismo freddo e da risata a denti stretti, con dentro il loro punto di vista sul mondo della comunicazione e del mondo dei social. È una serie che vien voglia di vedere, tutta d’un fiato, fino alla fine.
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Voto CinemaSerieTv