Titolo episodio: Serpenti in paradiso. La serie: Petra, seconda stagione (2022). Regia di: Maria Sole Tognazzi. Cast: Paola Cortellesi, Andrea Pennacchi, Simone Liberati. Genere: Noir/poliziesco. Durata: 92 minuti. Dove lo abbiamo visto: SkyCinema/Nowtv.
Trama: L’investigatrice Petra Delicato e il vice ispettore Antonio Monte vengono chiamati a risolvere l’omicidio dell’avvocato Giovanni Traveri, ucciso misteriosamente durante una festa con la moglie e due coppie di amici.
Nel giro di qualche anno c’è stata in Italia una decisa svolta femminile nel genere poliziesco, con un numero sempre maggiore di investigatrici sulla scena televisiva. Fra i vari prodotti che hanno vissuto questo cambio di rotta (Blanca e Imma Tataranni sono i titoli di punta), Petra è quello più curioso. Frutto di un singolare processo di adattamento, che ha spostato l’ambientazione della storia da Barcellona a Genova, la serie Sky tratta dai romanzi della spagnola Alicia Giménez Bartlett si è presentata nei primi quattro episodi come un esperimento generalmente riuscito, capace di riadattare il formato a metà fra noir e poliziesco in un contesto nuovo, senza sprofondare nel mare magnum della produzione televisiva italiana.
Il merito principale della prima stagione stava nella giusta commistione degli ingredienti (noir mediterraneo, come lo hanno definito, con un pizzico di ironia sagace), oltre che nella convincente prova di Paola Cortellesi (che ha vinto la scommessa del passaggio da commedia a tv drama) nel ruolo dell’investigatrice protagonista. Con l’arrivo della nuova stagione, la serie punta quindi a replicare il successo di una formula che, causa rischio di saturazione, ha bisogno di essere perfettamente calibrata per raggiungere il pubblico e distinguersi dalla massa. Ci sarà riuscita? Ve lo spieghiamo nella recensione di Serpenti in paradiso, il primo episodio della seconda stagione di Petra.
La trama dell’episodio: Petra in prima linea
Si comincia di nuovo con un omicidio che Petra Delicato e il vice ispettore Antonio Monte (il sempre ottimo Andrea Pennacchi) sono chiamati a risolvere. La vittima a questo turno è l’avvocato Giovanni Traveri, ucciso misteriosamente durante una cena con amici. C’è una differenza cruciale, però: Petra e Giovanni si conoscevano. Il legame fra vittima e detective influisce relativamente poco sull’evoluzione del caso, ma getta ulteriore luce sulla situazione personale e sentimentale della protagonista. Serpenti in paradiso offre in questo senso la possibilità di osservare da vicino il carattere di Petra, testando la sua capacità di gestire privato e pubblico nel corso dell’investigazione – col rischio costante che il caso le venga tolto. Un incastro perfetto che dona unità tematica al mistero, senza compromettere il nucleo caratteriale della storia.
Le ricerche relative all’uccisione dell’avvocato, che coinvolgono sua moglie e due coppie di amici, portano Petra a confrontarsi ripetutamente con le proprie difficoltà personali (l’indole solitaria e il difficile rapporto con gli uomini), creando così un congegno narrativo che rende il racconto omogeneo e dona rilevanza anche ai personaggi secondari – solitamente i primi a essere sacrificati in questo tipo di prodotto.
Anche il rapporto fra Petra e Monte, che costituisce la relazione trainante di tutta la serie, riflette questa evoluzione. Come l’investigatrice, anche il vice ispettore è un’anima persa che cerca di combattere la solitudine. Lo fa ovviamente a modo suo: il suo confronto con Petra, con cui si scontra ripetutamente circa le proprie abitudini sentimentali, risulta in una dinamica drammatico-ironica forse ancora più bilanciata che nella prima stagione, che genera curiosità rispetto agli sviluppi futuri dei due personaggi.
Poliziesco moderno e perfezionato
Stiamo parlando, ovviamente, di una produzione televisiva di impianto classico, con tutte le limitazioni che questo comporta. Non mancano dunque le interpretazioni meno convincenti e i dialoghi incerti – specie quando, nella costruzione dell’amicizia fra Petra e Monte, gli autori vanno alla ricerca della battuta forzata. Ma sono dettagli che non inficiano il funzionamento di un prodotto sapientemente oliato, strutturato in maniera coesa e organica. Sotto la guida competente della regista Maria Sole Tognazzi e degli sceneggiatori Furio Andreotti, Giulia Calenda e Ilaria Macchia (a cui si aggiunge anche Cortellesi), questo primo assaggio della seconda stagione riconferma soprattutto la coerenza della serie nella scrittura dei suoi protagonisti. Così, in questo gioco preciso e funzionale, il racconto della solitudine di Petra e quello relativo all’investigazione procedono di pari passo, rafforzandosi a vicenda.
È un meccanismo difficile da tenere a bada, specie in un formato particolare come questo: la stagione, ricordiamo, è composta da quattro episodi da 90 minuti, che funzionano come dei film a sé stanti. Riuscire a controllare le varie componenti del racconto in uno spazio così definito non è affatto scontato, ed è la sfida che Tognazzi e gli sceneggiatori dovranno affrontare nelle prossime puntate. Se c’è qualcosa che Serpenti in paradiso ha messo in chiaro, tuttavia, è che gli autori di Petra hanno ben chiaro quale sia il centro emozionale della vicenda. La fiducia nel resto della stagione, allora, viene da sé.
La recensione in breve
Coinvolgente ed intrigante, il primo episodio della seconda stagione di Petra riconferma la seria come un prodotto poliziesco di tutto rispetto.
- Voto CinemaSerieTv