La serie: Pretty Little Liars: Original Sin, 2022. Creato da: Roberto Aguirre-Sacasa e Lindsay Calhoon Bring. Cast: Chandler Kinney, Mallory Bechtel, Bailee Madison, Maia Reficco. Genere: Teen drama, horror. Durata: 50 minuti ca./10 episodi Dove l’abbiamo visto: In streaming su Prime Video.
Trama: Un gruppo di ragazze del liceo sono assillate da A, un killer mascherato che ha lo scopo di punirle per i loro peccati e anche per quelli delle loro madri.
Blue Monday suona a tutto volume. Non è la versione storica di New Order, ma quella, più noise e industrial, degli Orgy. Come vi spieghiamo nella recensione di Pretty Little Liars: Original Sin, la serie tv disponibile in streaming su Prime Video, è un modo efficace per dire che siamo nel 1999. In particolare, siamo il 31 dicembre del 1999, a un veglione di Capodanno. Scritto da Roberto Aguirre-Sacasa (Riverdale, Chilling Adventures of Sabrina) e Lindsay Calhoon Bring (Chilling Adventures of Sabrina), Pretty Little Liars: Original Sin è un teen drama declinato in horror che introduce una nuova generazione di Little Liars assillate da A, un killer mascherato che ha lo scopo di punirle per i loro peccati e anche per quelli delle loro madri. Da un lato sa di già visto, ma è piacevole per la simpatia delle giovani protagoniste e per la cinefilia di fondo (un po’ alla maniera di Scream), riprende la struttura del teen horror anni Novanta.
La trama: dal Capodanno del 1999 al liceo di oggi
La trama, come vi abbiamo anticipato, parte dalla notte di Capodanno del 1999. A una festa, mentre tutti ballano, irrompe una ragazza spaventata e disperata, con il trucco sbavato dalle lacrime. Ma nessuno si cura di lei, neanche quelle ragazze che dovrebbero essere le sue amiche. All’improvviso, quella ragazza sale su una balconata. “Così mi ascoltate adesso?” dice. E si getta di sotto, morendo all’istante. 22 anni dopo assistiamo alla vita delle altre ragazze che erano presenti quella sera. E a quelle delle loro figlie. Una delle signore riceve un biglietto: “Il passato può ritornare, il conto alla rovescia è iniziato”. Poco dopo, la figlia la trova morta, nella vasca da bagno. Sul muro, campeggia una “A” vergata con il sangue…
So cosa hai fatto
Quel biglietto che fa riferimento ai fatti del 1999 sa tanto di So cosa hai fatto, uno dei più famosi teen horror degli anni Novanta, una tendenza nata con Scream e proseguita con una manciata di titoli di successo. Ed è proprio in questo senso che va letta l’operazione Pretty Little Liars: Original Sin. Prendere un format consolidato e virarlo verso l’horror, rifacendosi così al teen horror anni Novanta. Che qui è richiamato non solo per l’ambientazione iniziale, il 1999, ma anche per la formula, piuttosto consolidata in quegli anni: giovani protagonisti, liceali (in questo caso ragazze) alle prese con assassini efferati. La formula teen drama con delitto, in realtà, è stata già rilanciata da qualche anno con serie come Riverdale (e non è un caso che il creatore sia lo stesso), poi seguita dalla serie spagnola Élite. Ma si trattava più di “giallo”, o “noir”, che di horror.
Come Scream, cinefilia a palate
Un altro aspetto che accomuna la serie al teen horror anni Novanta è il citazionismo. Se conoscete i film della saga di Scream sapete di cosa stiamo parlando. Nei teen horror di questo tipo i protagonisti, spesso, mentre stanno vivendo una storia horror ne evocano altre, perché studiano e respirano cinema, e citano continuamente film horror che intendono guardare, a cui intendono ispirarsi. Così, al cinema della città fanno un double feature su Brian De Palma, Vestito per uccidere e Omicidio a luci rosse. Ma, a proposito di De Palma, il primo film che ci viene in mente è Carrie – Lo sguardo di Satana: la scena in cui, a un ballo, una ragazza disturbata fa un ingresso in scena eclatante, ci porta proprio da quelle parti.
Si cita anche Jordan Peele
Ma si guarda anche al cinema più vicino ai nostri giorni. Una ragazza, al corso di cinema a scuola, si lamenta che tra i 20 film a cui i ragazzi devono ispirarsi per un progetto, non ci sia nessun autore afroamericano, e solo due donne. E rilancia proponendo a tutti di andarsi a vedere con lei una rassegna di Jordan Peele. In questo modo, la serie ironizza anche sul politicamente corretto, sull’attenzione per le minoranze e sui generi (cosa che fa, in maniera più sfrontata, anche la stagione 4 di Boris). Ma i riferimenti non sono solo al cinema. C’è La lettera scarlatta di Nathaniel Hawthorne (la “A” di cui vi abbiamo parlato prima) e c’è Il lago dei cigni. Sono tutti riferimenti, soprattutto quelli al cinema horror, che ai cinefili strappano un sorriso. Un altro lo strappa la simpatia delle giovani protagoniste. E allora due sorrisi rendono piacevole una serie che in sé non ha molto altro di originale da offrire.
La recensione in breve
Nella recensione di Pretty Little Liars: Original sin vi abbiamo parlato di un prodotto che sa di già visto, ma è piacevole per la simpatia delle giovani protagoniste e per la cinefilia di fondo; un po’ alla maniera di Scream riprende la struttura del teen horror anni Novanta.
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